Motoscafo o barca con fondo trasparente?
Dina Ellens
Uno dei metodi migliori che ho trovato per portare Dio nella mia vita quotidiana è la lettura della Bibbia. Da giovane cristiana ero affascinata da questo versetto: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui”.[1]
Pensaci su! Dio promette di riempire la nostra vita della sua presenza, se c’impegneremo a leggere e osservare la sua Parola. Qualcuno ha espresso il concetto in questo modo: “La Bibbia è l’unico libro il cui autore si fa vivo appena cominci a leggerla”.
Ho scoperto, però, che è importante dedicarle del tempo, perché l’autore abbia l’opportunità di presentarsi. Per un po’ ho provato semplicemente a leggere la Bibbia in qualsiasi punto mi capitasse di aprirla, ma era un approccio piuttosto casuale. È stato allora che mi son resa conto della validità di avere un piano di lettura che mi desse un obiettivo giornaliero da raggiungere. Sulla rete sono disponibili molti piani di lettura. Io ne uso messo insieme da Robert M’Cheyne nel 1842.[2] È un piano che permette di leggere tutta la Bibbia in un anno, leggendo quattro capitoli al giorno.
Ognuno di noi ha il suo modo di fare le devozioni, ma quello che funziona per me è la strategia “fallo come prima cosa”. Subito al mattino, prendo la mia tazza di caffè e cerco un posticino tranquillo. Dedico alcuni minuti a riflettere sulle cose di cui sono grata. Cominciare la giornata con una nota positiva e piena di lode mi mette nel giusto rapporto con Dio. Poi leggo la Bibbia seguendo il mio piano. Se una mattina non ho molto tempo, mi segno quali sono i quattro capitoli del giorno. Sul telefonino ho un’app della Bibbia e, poiché uso i mezzi pubblici, approfitto di quel tempo per leggere. Non sempre riesco a leggere tutti e quattro i capitoli del giorno, ma per lo meno ho un obiettivo.
Il pericolo di avere un piano di lettura è che può trasformarsi in una routine, soltanto un’altra cosa da spuntare nell’agenda. Se però l’obiettivo è di far sì che l’autore si faccia vivo, bisogna dedicargli del tempo. Limitarsi a leggere un capitolo della Bibbia tanto per finirlo può compararsi ad attraversare un lago con un motoscafo. Invece, prendersi il tempo di leggere lentamente e riflettere sulla lettura è come attraversare quello stesso lago con una barca con il fondo trasparente. È sorprendente quali tesori e bellezze nascoste si possano vedere sotto la superficie! Pregare prima di cominciare a leggere è un buon sistema per evitare l’approccio da “motoscafo”.
Un’altra cosa che ho trovato utile è fermarmi quando nel testo c’è qualcosa che attira la mia attenzione, e sottolineare il versetto. Poi trovo delle domande da fare per “intervistare” lo Spirito Santo riguardo al brano letto. Le seguenti domande sono tratte dal libro Discipline spirituali per la vita cristiana,[3] di Donald Whitney:
- Che cosa dice questo passo?
- Che cosa significa questo passo?
- Che cosa mi sta dicendo Dio?
- Come ne traggo forza e incoraggiamento?
- Devo confessare e pentirmi di qualcosa?
- Che cambiamenti posso fare per imparare e crescere?
- Come si applica a me? Cosa farò al riguardo?
- Che esempio posso dare e insegnare?
- Cos’ vuole che dica ad altri?
Quando mi fermo a pensare ai versetti che mi dicono qualcosa e mi pongo alcune delle domande di questo elenco, scopro che quei versetti tendono a rimanermi in mente tutto il giorno. È certamente molto meglio che pensare all’ultimo programma televisivo o film che ho visto.
Re Davide disse: “Io ho continuamente posto l'Eterno davanti ai miei occhi; poiché Egli è alla mia destra, io non sarò mai smosso”.[4] È proprio vero! Quando trovo una chicca nella Parola di Dio fin dal mattino, non sono così influenzata (o scossa) dagli avvenimenti preoccupanti che potrei incontrare durante la giornata. Tendo ad affrontare meglio alcune cose che altrimenti mi avrebbero sbilanciato. E ciò mi dà una buona sensazione.
Anzi, è per questo che sono grata di questa routine. Mi sembra che, dedicando più tempo alla Parola di Dio, io mi stia avvicinando di più a Gesù e, spero, cominciando ad assomigliargli di più.
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 21 ottobre 2015.
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