La cosa più grande al mondo
Quarta parte
Henry Drummond
Ho un paio di frasi da aggiungere al motivo per cui Paolo individua l’amore come il bene supremo. È un motivo molto speciale. Per usare una sola parola, dura. “L’amore”, dice Paolo, “non verrà mai meno”. Poi inizia un altro dei suoi stupendi elenchi delle grandi cose del presente e le smaschera una per una. Elenca le cose che gli uomini pensavano dovessero durare e fa vedere che sono tutte effimere, momentanee. Passeggere.
“Le profezie verranno abolite”. A quei tempi, l’ambizione di una madre era che suo figlio diventasse un profeta. Era da centinaia di anni che Dio non parlava attraverso un profeta e a quell’epoca un profeta era considerato più grande di un re. Tutti aspettavano con nostalgia che arrivasse un altro messaggero e al suo arrivo pendevano dalle sue labbra come se fosse la voce di Dio stesso. Paolo dice: “Le profezie verranno abolite”. La Bibbia è piena di profezie. Una per una sono “venute meno”, cioè, una volta adempiute il loro compito è terminato; non hanno più a che fare con il mondo se non per nutrire la fede di un uomo devoto.
Poi Paolo parla di lingue. Ecco un’altra cosa che era ardentemente desiderata. “Le lingue cesseranno”. Prendetela nel senso che volete. Prendetela solo per un’illustrazione, come lingue in generale. Considerate la parole in cui furono scritti questi capitoli: il greco. È cessato. Prendete il latino, l’altra grande lingua di quei tempi. È cessato molto tempo fa. Le lingue del Galles, dell’Irlanda e delle Highland scozzesi stanno morendo davanti ai nostri occhi. I libro più popolare di questi tempi in Inghilterra, a parte la Bibbia, è una delle opere di Dickens: Il Circolo Pickwick. È scritto in gran parte nella lingua di strada di Londra e gli esperti ci assicurano che entro cinquant’anni sarà incomprensibile al lettore inglese medio.
Poi Paolo si spinge oltre e con maggior franchezza aggiunge: “La conoscenza verrà abolita”. La saggezza degli antichi, dov’è ora? È andata. Oggi uno scolaro ne sa più di Isaac Newton, la cui conoscenza è svanita. Mettiamo il giornale di ieri nella stufa; la sua conoscenza è svanita. Si comprano le vecchie edizioni delle enciclopedie per pochi soldi: la loro conoscenza è svanita. Guardate come le carrozze sono state superate dall’uso del vapore. Guardate come l’elettricità ha superato anche quello e ha mandato nell’oblio centinaia d’invenzioni quasi nuove. “La conoscenza verrà abolita”. Nel cortile di ogni officina possiamo vedere un mucchio di ferrivecchi, qualche ruota, qualche leva, qualche ingranaggio, tutti rotti e divorati dalla ruggine. Vent’anni fa quello era l’orgoglio della città. La gente veniva dalle campagne per vedere la grande invenzione; ora è superata, i suoi giorni sono finiti. Tutta la scienza e la filosofia tanto vantata oggi ben presto sarà vecchia.
La conoscenza non dura. Potete indicarmi qualcosa che durerà? Paolo non s’è degnato di nominare molte altre cose. Non ha accennato a denaro, fortuna e fama, ma ha scelto grandi cose dei suoi tempi, le cose che gli uomini migliori ritenevano avessero qualche valore, e le ha liquidate perentoriamente. Paolo non aveva niente contro queste cose in sé. Tutto ciò che ha detto di loro era che non sarebbero durate. Erano buone, ma non supreme. C’erano altre cose oltre a quelle. Ciò che siamo va ben oltre ciò facciamo, ciò che possediamo. Parlando del mondo, Giovanni non dice che è sbagliato, ma che “passa”. Ci sono molte cose belle e piacevoli, grandi e interessanti, ma non dureranno.
Tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, durano un breve tempo. Perciò non amate il mondo. Niente di ciò che contiene vale quanto la vita e la consacrazione di un’anima immortale. E le uniche cose immortali sono queste: “Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore”.
Alcuni forse pensano che verrà il momento in cui anche queste tre cose passeranno: la fede diventerà visione, la speranza compimento. Paolo dice di no. Sappiamo poco delle condizioni della vita che verrà, ma quel che è certo è che l’amore deve durare. Dio, l’Eterno, è amore. Desiderate, dunque, quel dono eterno, quello che è certo durerà, l’unica moneta che avrà corso nell’universo quando tutte le altre monete di tutte le nazioni del mondo saranno inutili. Vi dedicherete a molte cose, ma dedicatevi per prima cosa all’amore. Tenete le cose nella giusta proporzione. Sia almeno il primo grande obiettivo della vita ottenere il carattere difeso da queste parole, il carattere — che è quello di Cristo — costruito intorno all’amore.
Ho detto che questa cosa è eterna. Avete mai notato come Giovanni associa continuamente l’amore e la fede con la vita eterna? Amare in abbondanza vuol dire vivere in abbondanza; amare eternamente è vivere eternamente. Perciò la vita eterna è inestricabilmente legata all’amore. Vogliamo vivere in eterno per lo stesso motivo per cui vogliamo vivere domani. Perché vogliamo vivere domani? Perché c’è una persona che ci ama e che vogliamo vedere domani, con cui vogliamo stare e che vogliamo amare? Non c’è altro motivo per cui dovremmo continuare a vivere se non per amare ed essere amati.
La vita eterna è anche conoscere Dio — e Dio è amore. È la definizione che ne dà Cristo. Pensateci. “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. L’amore deve essere eterno. È Dio. È questa la filosofia di ciò che Paolo ci mostra; il motivo per cui nella natura delle cose l’amore dovrebbe essere la cosa suprema: perché durerà; perché è nella natura delle cose che sia la vita eterna.
Ora ho quasi terminato. Quanti di voi si uniranno a me nella lettura di questo capitolo una volta alla settimana per i prossimi tre mesi? Una volta un uomo l’ha fatto e gli ha cambiato la vita. Lo farete? È per la cosa più grande al mondo: l’amore. Potete cominciare a leggerlo ogni giorno, specialmente i versetti che descrivono il carattere perfetto. “L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta”. Introducete questi elementi nella vostra vita. Vale la pena dedicarvi del tempo. Nessuno diventa santo nel sonno; per realizzare la condizione richiesta bisogna impegnare una certa quantità di preghiera, meditazione e tempo, proprio come qualsiasi tipo di miglioramento, in campo mentale o fisico, richiede preparazione e cura.
Ripensando alla vostra vita scoprirete che i suoi momenti principali, quelli che avete veramente vissuto, sono quelli in cui avete fatto le cose con uno spirito d’amore. Quando la memoria osserva il passato, al di là e al di sopra di tutti i piaceri passeggeri della vita, balzano agli occhi le ore supreme in cui siete riusciti a fare gesti di gentilezza inosservati alle persone intorno a voi, cose troppo insignificanti per parlarne, ma che sentite sono entrate nella vostra vita eterna.
Ho visto quasi tutte le cose belle che Dio ha fatto; ho goduto di quasi ogni piacere che Lui ha progettato per gli uomini; tuttavia, guardandomi indietro, vedo torreggiare su tutto quattro o cinque brevi esperienze in cui l’amore di Dio si è riflesso in qualche povera imitazione, qualche mio piccolo gesto d’amore. Di tutta la vita di un uomo, queste sembrano essere le uniche cose che durano. Tutto il resto è transitorio nella vita. Ogni altro bene è illusorio, ma i gesti d’amore non vengono mai meno.
Grazie a Dio il Cristianesimo di oggi si sta avvicinando maggiormente ai bisogni del mondo. Vivete per fare in modo che continui. Grazie a Dio gli uomini capiscono meglio, anche solo un filo meglio, che cos’è la religione, che cos’è Dio, chi è Cristo, dov’è Cristo. Chi è Cristo? Colui che ha dato da mangiare agli affamati, che ha vestito gli ignudi, fatto visita agli ammalati. E dov’è Cristo? Dove? “Chiunque riceve un bambino nel nome mio, riceve me”. E chi appartiene a Cristo? “Chiunque ama è nato da Dio”.
Dominio pubblico. Riassunto e leggermente adattato dall’originale pubblicato nel 1891:
http://www.gutenberg.org/files/16739/16739-h/16739-h.htm.
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 21 maggio 2021.
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