Il nostro corpo futuro
Scott MacGregor
“Non è ancora stato manifestato [reso chiaro] ciò che saremo [nell’aldilà]; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, [in quanto figli di Dio] saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è [veramente]” (1 Giovanni 3,2).
La Bibbia ci dice che chi crede in Gesù ha la vita eterna. A pensarci, la vita eterna è un bel po’ di tempo. Per questo si merita qualche ricerca su come sarà e su come noi saremo quando ci vivremo. È un aspetto dell’aldilà su cui possiamo trovare un bel po’ di informazioni nella Bibbia. Parte di quelle informazioni ci vengono date direttamente nelle Scritture, parte le possiamo dedurre.
Gli esseri umani hanno quella che viene definita una natura dicotomica, cioè sono composti da due elementi: una natura fisica e una spirituale. Il nostro corpo fisico è temporale, mentre il nostro spirito è eterno e continuerà a vivere dopo la nostra morte fisica. A cosa assomiglia uno spirito non lo sappiamo, perché è invisibile all’occhio umano. I fantasmi, o gli spiriti di chi se n’è andato, spesso sono raffigurati come esseri umani trasparenti. In realtà non sappiamo se i nostri spiriti assomiglieranno a esseri umani o no, una volta passati a vivere nel mondo spirituale.
Ci viene detto che il mondo dello spirito è anch’esso una casa temporanea. Come sarà, allora, il nostro stato permanente? Alla fine di questa epoca della storia umana – al momento della tanto attesa seconda venuta di Gesù – i nostri spiriti abiteranno in corpi spirituali, simili (ma ampliamente migliorati) ai nostri corpi fisici attuali, come spiega l’apostolo Paolo:
“Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo mutati in un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; la tromba infatti suonerà, i morti risusciteranno incorruttibili e noi saremo mutati, poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità” (1 Corinzi 15,51-53).
Sappiamo che quando Gesù visse sulla terra, aveva un corpo mortale come il nostro e che quel corpo morì. Al momento della sua risurrezione, uscì dalla tomba con questo nuovo tipo di corpo, spesso chiamato “corpo di risurrezione”. Era piuttosto diverso dal suo vecchio corpo, tuttavia sotto molti aspetti era lo stesso. Fu riconosciuto immediatamente come essere umano, ma quelli che lo videro non si accorsero che era Gesù.
Che aspetto aveva Gesù durante i suoi trentatré anni di vita sulla Terra? Le Scritture non lo descrivono. Quattro scrittori diversi decisero di scrivere una sua biografia, tuttavia nessuno di loro descrisse il suo aspetto fisico. Gli unici versetti che alludono al suo aspetto sono in una profezia del libro di Isaia, nell’Antico Testamento, scritto centinaia di anni prima dei suoi giorni: “Non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci” (Isaia 53,2).
Questo suggerisce che Gesù aveva un aspetto piuttosto comune. Non sembrava né si comportava da quel re che era. Non era una “bellezza”. I suoi amici e i suoi discepoli si aspettavano un Gesù semplice, normale, dopo la sua risurrezione, e all’inizio non lo riconobbero quando lo videro.
Questo suggerisce che nel suo stato risorto Gesù non era immediatamente riconoscibile. Alcuni dei suoi discepoli camminarono al suo fianco per una decina di chilometri e non si accorsero che era Lui. Ho sempre pensato che fossero troppo addolorati o traumatizzati per riconoscerlo, o forse che Gesù mantenne miracolosamente segreta la sua identità. Adesso però penso che sia semplicemente perché aveva un aspetto molto diverso.
Il racconto di Giovanni su ciò che avvenne alla tomba quella mattina di Pasqua indica che Maria Maddalena – una delle accompagnatrici di Gesù più fedeli – non lo riconobbe fino a quando Lui non la chiamò per nome. “Maria era rimasta fuori del sepolcro a piangere. E, mentre piangeva, si chinò dentro il sepolcro, e vide due angeli, vestiti di bianco, che sedevano l’uno al capo e l’altro ai piedi del luogo, dove era stato posto il corpo di Gesù. Essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Ella rispose loro: «Perché hanno portato via il mio Signore, e io non so dove l’abbiano posto». Detto questo, ella si volse indietro e vide Gesù, che stava lì in piedi; ma ella non sapeva che fosse Gesù. Gesù le disse: ‘Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Lei, pensando che fosse l’ortolano, gli disse: ‘Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io lo prenderò’. Gesù le disse: ‘Maria!’ Ed ella allora, voltandosi, gli disse: ‘Rabboni!’ che significa: Maestro.” (Giovanni 20,11-16).
Gli apostoli avevano passato più di tre anni con Gesù. Dopo la sua risurrezione, era già apparso loro più di una volta prima di comparire loro di nuovo sulle sponde del mare di Galilea, tuttavia leggiamo: “Al mattino presto, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli, tuttavia, non si resero conto che era Gesù” (Giovanni 21,4).
Avevano pescato tutta la notte e non avevano preso pesci. Non capirono nemmeno quando Gesù li chiamò e chiese loro com’era andata. Fu solo dopo che grazie a Lui presero più pesci di quanti potessero tirare in barca, che Giovanni si rese conto di chi era. Si vede che non erano ancora abituati al suo aspetto. Forse non lo riconobbero perché era lontano; ma poi bisogna prendere in considerazione che erano abbastanza vicini da parlare o almeno gridare.
Nel libro di Matteo leggiamo: “Ora, alla fine dei sabati, all’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria, andarono a vedere il sepolcro. Ed ecco, si fece un gran terremoto, perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, venne e rotolò la pietra dall’apertura del sepolcro e si pose a sedere su di essa. E il suo aspetto era come di folgore e il suo vestito bianco come la neve. E, per lo spavento che ebbero di lui, le guardie tremarono e rimasero come morte; ma l’angelo, rivolgendosi alle donne, disse loro: «Non temete, perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risorto, come aveva detto” (Matteo 28,1-6).
Secondo il racconto di Matteo, le sentinelle videro l’angelo spostare la pietra e sedercisi sopra, ma non videro Gesù uscire. Il probabile motivo è che aveva già lasciato la tomba prima che la pietra fosse spostata. Apparentemente, il suo nuovo corpo risorto poteva passare attraverso la pietra solida.
Nel racconto di Luca sui due discepoli che incontrarono Gesù sulla via di Emmaus, in Luca 24, si spiega che i loro occhi all’inizio “erano incapaci di riconoscerlo” e in seguito si aprirono istantaneamente, tanto che lo riconobbero (Luca 24,13-16; 28-31). In questo racconto camminarono per chilometri con Gesù, mentre Lui accennava a numerosi versetti dell’Antico Testamento, spiegando che il Messia doveva sopportare rifiuto e morte prima di esser glorificato (Luca 24,27). Era un’interpretazione così insolita per un ebreo da dare a una profezia messianica, che sono sicuro che avrebbero capito immediatamente che non si trattava di un normale forestiero, se Lui non avesse impedito loro di riconoscerlo; poi scomparve non appena se ne resero conto. Da questo passo sul corpo risorto di Gesù possiamo capire che era capace di scomparire (Luca 24,31).
Il Vangelo di Giovanni dice: “La sera di quello stesso giorno, il primo della settimana, mentre le porte del luogo dove erano radunati i discepoli erano serrate per paura dei Giudei, Gesù venne e si presentò là in mezzo, e disse loro: ‘Pace a voi!’” (Giovanni 20,19).
E Luca: “Ma essi, terrorizzati e pieni di paura, pensavano di vedere uno spirito. Allora egli disse loro: ‘Perché siete turbati? E perché nei vostri cuori sorgono dei dubbi? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono io. Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io’” (Luca 24,37-39).
In un racconto scomparve, poi, secondo i passi qui sopra, fu in grado di apparire in una stanza con le porte chiuse. Ancora una volta, però, aveva un aspetto diverso e questa volta pensarono che fosse un fantasma; dovette mostrare loro le sue ferite per convincerli che era chi diceva di essere.
Qui c’è un altro aspetto affascinante di questo corpo. Racconta che disse di avere carne e ossa. Ma il sangue? Un passo successivo parla di come il Signore disse a Tommaso di mettere in dito nelle ferite dei chiodi e la mano in quella della spada sul suo costato. “Poi disse a Tommaso: ‘Metti qua il dito e guarda le mie mani; stendi anche la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo [non avere dubbi], ma credente’.” (Giovanni 20,27).
Sul suo corpo c’erano ancora le ferite, che a quanto pare erano abbastanza profonde da metterci un dito o una mano. Se erano buchi, avrebbero dovuto sanguinare, se ci fosse stato del sangue. Se non c’era sangue, c’è da ripensare a tutta l’anatomia interna del suo corpo. Specialmente se si pensa al commento di Paolo che “carne e sangue non possono [avere la salvezza eterna ed] ereditare il regno di Dio; né i corpi che si decompongono possono ereditare l’incorruttibilità [l’immortalità]” (1 Corinzi 15,50).
E non è tutto. Apparentemente questo corpo può anche volare: “Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu sollevato in alto; e una nuvola lo accolse e lo sottrasse dai loro occhi” (Atti 1,9).
Tuttavia, il fatto più sorprendente di questo corpo è che è immortale, come lo saranno i nostri corpi risorti: “Così sarà pure la risurrezione dei morti; il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile. […] Così quando questo corruttibile avrà rivestito l’incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: ‘La morte è stata inghiottita nella vittoria’” (1 Corinzi 15,42.54).
Immaginate la vita in un corpo immortale. Pensate solo a tutte le possibilità!
Tratto da un podcast di Just1Thing, un sito cristiano per la formazione dei giovani.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 22 febbraio 2023.
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