I miracoli del Maestro
Peter van Gorder
Si dice che siano tre gli artisti che ci regalano la musica: Dio, che ci dà il legno prodigioso per costruire gli strumenti; il liutaio, che dopo mesi di lavoro risveglia la musica che abita nel legno; poi il musicista, il maestro che libera la musica dai suoi confini legnosi per donare libertà all’ascoltatore.
Sono stato personalmente testimone di un’illustrazione del potere redentore della musica quando ho visitato una prigione femminile in Uganda. Molte delle donne erano lì perché si erano dovute difendere dagli abusi violenti dei loro mariti ma la cosa si era conclusa in maniera tragica. In alcuni casi le donne erano incinte o vivevano in carcere con i loro figli, perché non c’era nessun altro a prendersi cura di loro.
Insieme a un gruppo di amici, dei volontari cristiani, eravamo andati lì per offrire alle donne un intrattenimento che avesse un significato, sotto forma di musica ispirante, uno spettacolo di clown, uno di magia e uno sketch che avrei dovuto interpretare io. Cercando un tema adatto, dopo aver scoperto qualcosa di più su quelle donne mi sono reso conto che molte delle carcerate si sentivano inservibili, come se la loro vita fosse ormai inutile.
Mi è venuta in mente la famosa poesia del “Tocco del Maestro”, scritta nel 1921, che sembrava perfetta per l’occasione. È la storia di un vecchio violino ammaccato messo all’asta. All’inizio parte da un prezzo molto basso, solo pochi dollari, ma quando un anziano signore si alza e va a suonarlo, il violino ottiene un prezzo molto più alto, parecchie migliaia di dollari. Perché il valore dello stesso violino era aumentato così drasticamente? Era stato il “tocco del maestro”, che aveva suonato una musica bellissima.1
Queste donne, come il vecchio violino “inutile” della storia, possedevano un grande valore e potevano ancora “fare una bella musica” nella vita, se avessero permesso al Maestro di toccarle. Abbiamo fatto lo sketch nella lingua locale, usando un violino vero. Ho fatto finta di suonarlo, con la registrazione di un concertista di violino in sottofondo. Dopo qualche suggerimento, le persone nel pubblico hanno fatto la parte di chi presentava le offerte d’asta per il violino. Più tardi molte hanno commentato che la storia le aveva riempite di speranza.
Anche la storia di come la poesia è stata scritta è importante. La sua compositrice, Myra Welch, da giovane amava suonare l’organo, ma a causa di una grave forma di artrite era relegata alla sedia a rotelle e non poteva più suonare. Un giorno udì un discorso rivolto agli studenti sul potere di Dio di usare le persone nonostante i loro difetti e le loro disabilità. Come lei disse: “Mi sentii così piena di luce che la scrissi in soli trenta minuti”. Il fatto di poterla scrivere era già un’impresa in sé. Dovette legare delle matite alle sue mani contorte dall’artrite, per battere a fatica ogni singola lettera sui tasti della macchina per scrivere. Ciononostante, disse, “la gioia di scrivere fu più forte del dolore dei miei sforzi”.
Perfino un violino vecchio e apparentemente privo di valore può trasformare delle vite. A volte una cosa piccola come alcuni pesci e alcuni pani può essere trasformata in un banchetto per migliaia di persone dalle mani del Maestro, come quando Gesù moltiplicò i pani e i pesci.2 Mosè scoprì che, nonostante i suoi limiti, una cosa comune come un bastone può essere trasformata dal Signore in una verga divina per compiere prodigi e meraviglie.3
Dio spesso ci sorprende con il suo modo di operare. Molti famosi musicisti hanno superato le loro apparenti disabilità, come i pianisti ciechi Ray Charles e Stevie Wonder; oppure pensate a Itshak Perlan, il grande virtuoso del violino che ha vinto numerosi premi per le sue interpretazioni, compresi quattro Emmy, e che ha detto: “In realtà volevo suonare il violino già prima di avere la polio; in seguito non c’era motivo per non farlo”. Aveva contratto la polio a quattro anni. La malattia gli aveva tolto l’uso delle gambe, ma gli aveva risparmiato le mani. Ha vinto la sua disabilità facendola diventare il suo talento migliore.
Uno degli esempi più estremi di questo è Leslie Lemke, che era cieco, autistico e aveva una paralisi cerebrale. Si era alzato in piedi solo a dodici anni e aveva imparato a camminare a quindici, ma grazie al grande amore dei suoi genitori è diventato un grande pianista.4
Ho pensato che su questo tema sarebbe bello ascoltare una testimonianza in prima persona e mi sono ricordato del mio amico Steven Gilb, che è cieco, un musicista e uno scrittore esperto. Mi ha detto: “Il valore di ciò che abbiamo dipende da come lo usiamo, per quanto a prima vista possa sembrare minuscolo. Posso dire che non mi sono mai sentito come quel violino apparentemente inservibile, perché avevo scoperto la gioia di usare i miei talenti.
“Sono la prova vivente del fatto che Dio è capace di prendere cose apparentemente insignificanti, come le nostre tendenze più fastidiose, e trasformarle nei nostri migliori talenti.
“La musica mi è piaciuta fin da piccolo; a due anni battevo con le mani su qualsiasi cosa potessi trovare. Mentre altri trovavano fastidiosa la cosa, i miei genitori percepirono il mio interesse nella musica e finirono per regalarmi un paio di bongo. Oggi suono la batteria, oltre ad altri strumenti, e Dio usa questi talenti per la sua gloria”. 5
Queste storie dovrebbero incoraggiarci al pensiero che, se altre persone hanno potuto superare sfide così difficili, possiamo farlo anche noi. La nostra parte è accettare il tocco del Maestro nella nostra vita quotidiana, così che anche noi possiamo suonare una bella musica.
Il tocco del Maestro
Era un vecchio violino, e all’asta
non gli diedero molto valore:
così logoro, segnato dal tempo,
nelle mani del banditore.
“Quanto date? Un dollaro?
Due? Facciamo tre?
Tre e uno, tre e due...
Aggiudicato per tre!”
Ma dal fondo della sala
qualcuno si fece avanti:
un uomo anziano, brizzolato,
dagli occhi vivi e penetranti.
Raccolto il violino dal banco,
ne aggiustò le corde un po’ lente,
poi suonò una melodia
che commosse tutti i presenti.
Quando poi la musica tacque
il bando fu rinnovato:
“Quanto date per questo violino,
ora che l’avete provato?”
Mille... facciamo due!
Duemila? Sarà tre il suo valore?
Tremila e uno... tremila e due...
Aggiudicato al signore!
Tra gli applausi, qualcuno chiese:
“Che ne ha cambiato il valore?”
Fu chiara la risposta:
“Il tocco del suo creatore!”
Molti, come il vecchio violino,
hanno un cuore stanco e stonato
che la gente considera di poco valore
perché logoro da tanto peccato.
Ma la stessa gente non riesce a capire
come possa cambiare quel cuore
per produrre un musica così soave
al tocco del suo creatore.
O Signore, io sono scordato:
prendimi tra le tue dita.
Trasformami, crea la tua musica
con le corde della mia vita.
—Myra Brooks Welch
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 23 settembre 2020.
1 Puoi vedere una breve drammatizzazione a questo collegamento e una canzone a questo collegamento [in inglese].
2 Vedi Matteo 15.
3 Vedi Esodo 4.
4 Puoi vedere la sua storia in questo video [in inglese].
5 Puoi sentire la storia di Steve a questo collegamento. Vedi gli spettacoli 132 e 200 [in inglese.]
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