Ho passato un anno senza vestiti
Jessie Richards
Be’, non letteralmente. Posso spiegarvi.
Qualche anno fa — nel 2009, per essere precisi — ho fatto, e mantenuto, la risoluzione di non comprare né vestiti né scarpe nuove. Il motivo era una combinazione di: 1) Non avevo bisogno di altre scarpe o altri vestiti. Non sono una maniaca dello shopping, ma, be’, sono una donna e con una combinazione di mercatini dell’usato, compere online e molte amiche con cui fare scambi, avevo già un sacco di roba :-). 2) Avevo appena letto di un crescente movimento di persone che hanno deciso di possedere solo cento cose. Ho fatto qualche calcolo rapido delle cose che avevo e di cui “avevo bisogno” e ho deciso che non faceva esattamente al mio caso, ma ne ammiravo il concetto e l’idea mi piaceva. 3) All’epoca avevo zero risparmi e volevo cambiare la situazione.
Per come sono andate le cose, ho finito con l’avere più vestiti e scarpe nuove quell’anno che negli anni precedenti, senza neanche comprali. Proprio così. Tutto grazie a una combinazione di visite da parte di mia madre, mia sorella e mia cognata – che avevano tutte qualcosa per me – e di regali di amiche. Ovviamente, non tutto era nuovo nel vero senso della parola, ma tutto era nuovo per me. Così la bella notizia è che mi sono fatta un bel guardaroba e un bel guardascarpe (si può dire?) senza spendere un centesimo.
Questa mattina mi sono svegliata pensando a quell’anno, a quella decisione e a come m’era andata bene. Ho il forte sospetto che quel ricordo fosse collegato al piccolo panico che ho provato negli ultimi giorni, pensando alla mia situazione finanziaria. Ho fatto da poco un trasloco che ha portato molti cambiamenti nella mia vita. Sto affrontando alcune – come posso definirle? – sfide. Ho parecchia esperienza di frugalità, sto molto attenta alle spese e al mio bilancio e penso che con un po’ di cautela dovrei riuscire a cavarmela bene.
Di questi tempi si sente parlare e si legge molto sulla frugalità. Diverse persone raccontano le loro storie di come hanno cambiato stile di vita dopo la crisi; postano sui loro blog trucchetti, suggerimenti e idee. Qualche volta ho pensato che dovrei farlo anch’io. Be’, questo non è lo scopo di tutto questo.
Comunque, immagino che mi sia tornato in mente il mio “anno senza vestiti” perché il Signore mi stava ricordando che, come dico sempre, “le cose si sistemano”. Durante quell’anno, spendere di meno non aveva voluto dire avere di meno. Comprare meno cose non aveva voluto dire acquisirne di meno. Se nel futuro, prossimo o remoto, ci sarà un mese o anche un anno in cui dovrò fare a meno di comprare una certa cosa, potrò confidare che Dio me lo procurerà in qualche maniera inaspettata? Penso di sì.
Spesso mi sembra di non aver molto da poter mostrare come manifestazione della presenza e delle attività di Dio nella mia vita, compresa la sua provvidenza. Lo amo un sacco, passo del tempo con Lui e so che la sua presenza è sempre con me… ma ogni tanto qualcuno mi fa una domanda tipo: “Parlami di qualcosa di meraviglioso o miracoloso che Dio ha fatto per te”. Ho sempre qualche esitazione e di solito non riesco a pensare a niente.
Una volta mi faceva sentire orribile, finché non ho accettato che probabilmente la mia vita è una di quelle in cui Dio non opera in maniera vistosa. Lui può fare benissimo così e io non devo per forza aspettarmi che mi tratti in maniera speciale. D’altronde ci sono anche piccole cose dolci come questa, quando mi accorgo che Dio potrebbe benissimo averci messo lo zampino per farle succedere. Stento a pensare che si sia preoccupato di procurarmi delle scarpe nuove, tanto quanto me ne sarei preoccupata io, ma so che ha voluto aiutarmi a capire che, se confido in Lui, avrò sempre ciò di cui ho bisogno e a volte anche quello che desidero – e che forse, o probabilmente, se non arriverà attraverso i canali che mi aspetto o secondo i miei grandi piani.
Un’altra cosa di cui mi sono resa conto in questo mio “anno senza vestiti” è di tutto quello che avevo – non solo le scarpe nell’armadio, ma in tanti altri modi. Per esempio, avevo un lavoro, in un periodo in cui tanti non ce l’avevano. Ho sempre avuto una casa. E, contrariamente a quello che potreste aver pensato cinque minuti fa leggendo il titolo di questo articolo, non sono mai dovuta andare in giro senza vestiti. Tutto mi è sempre andato bene.
Tra parentesi, ho pensato anche che il fatto di aver avuto abbastanza autodisciplina e determinazione per fare quel che ho fatto quell’anno è stato forte. Mi ha rinvigorita. Dal lato pratico, questo esperimento mi ha anche impedito di avere più cose del necessario; il che è stato un bene, visto che ho dovuto eliminare un altro po’ di cose per fare un altro trasloco quest’anno.
Tutto sommato, da quel momento mi sento più ricca. Ho un Dio ricco.
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 10 agosto 2011.
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