Grazia davanti alla morte
Gabriel García Valdivieso
Sto entrando negli ultimi anni della vita e l’argomento della morte si presenta più spesso di prima – è non è sempre felice. Certo, per un cristiano rinato che conosce il Signore la morte non dovrebbe rappresentare un granché. Tuttavia, siamo tutti esseri umani e possiamo diventare sospettosi e scettici.
Non sono stato esente da paure e dubbi sul lasciare questa vita. In quest’epoca d’incredulità a volte è difficile mantenere intatta la fede riguardo alla magnificenza celeste. Poi però penso a tutti gli apostoli, ai grandi uomini e alle grandi donne di Dio di tutte le epoche che si sono affidati alle promesse sull’aldilà e sono morti in pace.
Così ho cercato rifugio nelle verità della Bibbia, testate e confermate da milioni di credenti nei secoli passati. Assorbirle e meditare su di esse ha donato pace al mio cuore. Ho deciso che è meglio prepararmi ed edificare la mia fede sulle Scritture, che offrono il giusto fondamento per affrontare la morte.
Come per ogni cosa, ogni volta che abbiamo a che fare con dei dubbi, non c’è modo migliore di risolverli o scacciarli che consultare la Parola di Dio. Ho trovato molto conforto in vari passi biblici, specialmente del Nuovo Testamento, come quella volta che Gesù disse a Marta:
“Io sono la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, anche se dovesse morire, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai” (Giovanni 11,25–26). Davvero incoraggiante per la fede, specialmente perché viene da Gesù, la cui risurrezione è storicamente inconfutabile e che è la verità per eccellenza. Poi Lui prosegue chiedendole – ma in realtà indirizzandosi a ognuno di noi: “Credi tu questo?” Anche solo sentire Gesù farmi serenamente questa domanda mi mette a mio agio e la mia risposta ovviamente è: “Certo, Signore, io credo”.
Davanti alla prospettiva della morte, Gesù è il mio punto focale. So che Lui è la via, la verità, la vita,(Giovanni 14,6) e la risurrezione e la vita,(Giovanni 11,25) così perché dovrei preoccuparmi?
I primi discepoli furono testimoni oculari della risurrezione di Gesù e dopo la sua ascensione ne diffusero la notizia, come vediamo in numerosi passi del libro degli Atti.
Anche le parole e l’atteggiamento dell’apostolo Paolo nei confronti della morte mi sono di grande incoraggiamento. Invece di temerla, l’aspettava con ansia: “O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?” (1 Corinzi 15,55).
Cristo risorto, come dichiara Paolo, è la nostra speranza di vita eterna. Se provi qualche preoccupazione riguardo alla morte, ti raccomando di leggere il capitolo 15 della prima lettera di Paolo ai Corinzi per incoraggiare la tua fede e avere sicurezza riguardo alla prossima vita.
Parecchi anni fa, alcuni mesi prima di andarsene, mia madre aveva un atteggiamento piuttosto contento e di grande pace riguardo alla prossima vita. Sapeva di aver fatto molti errori e preso diverse cantonate nella vita; tuttavia, si era riconciliata con Dio e si era arresa completamente a Lui. Per questo non era preoccupata; era già tra le sue braccia, in un certo senso. Vedeva il cielo con una tranquilla aspettativa. Il suo buon esempio ha contribuito a calmare i miei timori.
Dwight L. Moody ha parlato molto della morte. Quando qualcuno gli chiese se avesse la grazia della “buona morte”, rispose saggiamente: “No. Perché dovrei? Non sto ancora morendo”. Non preoccupiamoci se non abbiamo ancora esattamente la grazia davanti alla morte. Dio ce la concederà quando ne avremo bisogno. Se poi hai qualche problema insoluto prima di quel giorno fatidico, parlane con Dio e riconciliati con Lui. Se poi non l’hai ancora fatto, chiedi a Gesù di entrare nel tuo cuore e ricevilo come tuo Salvatore. Puoi star certo che volerai tra le sue braccia quando ti chiamerà per andare a casa.
Concluderò con alcune altre citazioni di Dwight L. Moody:
Trovo che molti cristiani abbiano problemi riguardo al futuro; pensano che non avranno abbastanza grazia davanti alla morte. È molto più importante avere abbastanza grazia davanti alla vita. Mi pare che nel frattempo la morte abbia pochissima importanza. Quando verrà l’ora di morire, ci sarà la grazia per una buona morte; ma per vivere non c’è bisogno di grazia davanti alla morte.
*
Un giorno leggerete sui giornali che D. L. Moody, di East Northfield, è morto. Non credeteci assolutamente! In quel momento sarò più vivo di adesso; sarò salito più in alto, tutto qui, lontano da questo vecchio caseggiato di mattoni e in una casa immortale, un corpo che la morte non può toccare, che il peccato non può corrompere; un corpo fatto a immagine del suo corpo glorioso.
Sono nato nella carne nel 1837. Sono nato nello Spirito nel 1856. Ciò che è nato dalla carne può morire. Ciò che è nato dallo Spirito vivrà in eterno.
La terra si allontana, il Cielo si apre davanti a me. Se questa è la morte, è dolce! Non c’è una valle qui.
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 13 aprile 2022.
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