Dio e il suo libro della natura

Aprile 30, 2015

Compilazione

[God’s Book of Nature]

Poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili. —Romani 1,10-20[1]

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Alcuni, per scoprire Dio, leggono dei libri. Ma esiste un grande libro, la manifestazione stessa delle cose create. Guarda sopra di te! Guarda sotto di te! Nota le cose. Leggile. Dio, che tu vuoi scoprire, non ha mai scritto un libro con l’inchiostro. Ha posto invece davanti ai tuoi occhi le cose che ha creato. Puoi forse chiedere una voce più forte di quella? Infatti il cielo e la terra gridano a te: “Dio mi ha creato!” —Sant’Agostino (354–430)

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La prova più convincente che un Creatore divino esiste è il mondo stesso, l’universo che ci circonda, la creazione naturale e visibile.

Una sera, a un banchetto tenuto in suo onore, il dott. Robert A. Millikan, famoso scienziato nucleare statunitense e premio Nobel per la fisica, fu avvicinato da un giovane giornalista che gli chiese: “Dott. Millikan, lei è indubbiamente uno scienziato brillante e un grande fisico, ma corre voce che lei dia ancora valore al concetto antiquato di un Creatore e che addirittura creda in Dio. È vero?”

Millikan non rispose immediatamente. Estrasse dal gilè un orologio e disse: “Proprio come da questo orologio si può risalire a un orologiaio e a un progettista intelligente, così dietro l’intricata precisione e sincronia di questo grande universo ci deve essere un grande Creatore!”

La Bibbia, il libro ritenuto sacro da tre fedi, ci dice: “Le sue perfezioni invisibili (la sua eterna potenza e divinità) si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle sue opere”.[2] In altre parole, l’esistenza di un Creatore invisibile è resa manifesta ed evidente dal mondo meraviglioso che Egli ha creato. Le sue credenziali più grandi sono le meraviglie che possiamo vedere!

Il mare, il cielo, le montagne, le valli, gli alberi, i fiori ci dicono tutti qualcosa. Quando alzi lo sguardo verso il cielo in una notte serena e vedi le stelle, i pianeti e le meraviglie del cosmo, tutto esclama: “Dio esiste! Guarda le meraviglie che ha creato”. La Bibbia dice:

“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani”.[3] L’intera creazione di Dio è una testimonianza costante, non solo della sua esistenza, della sua potenza e della sua maestà, ma anche del suo amore, delle sue attenzioni e delle sue premure per noi nel darci un mondo così bello in cui vivere. —Adattato da “In cerca della verità”, La Famiglia Internazionale.

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Il mondo visibile è come una cartina geografica che punta al cielo. […] Impariamo a vedere il Creatore quando contempliamo la bellezza delle sue creature. In questo mondo risplendono la bontà, la saggezza e l’onnipotenza di Dio. E l’intelletto umano […] può scoprire la mano dell’Artista nelle opere meravigliose che ha fatto. La ragione può conoscere Dio attraverso il Libro della Natura. —Papa Giovanni Paolo II

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Ho scoperto che osservare la creazione di Dio è quasi come ammirare il suo volto, vedere come per amor nostro ha creato tutte queste cose stupende e meravigliose per il nostro bene e a nostro beneficio. Proprio come dicono le Scritture, tutto questo prova la sua esistenza. Ci dice che gli increduli e gli scettici sono inescusabili, perché le cose visibili sono la prova di un Dio invisibile.[4]

Quel versetto è sempre stato una benedizione per me, perché indica che le persone possono conoscere Dio mediante la sua creazione, che la creazione dimostra la sua esistenza. Per questo il Diavolo ha dovuto inventare l’evoluzione, per cercare di distruggere la fede in Dio. Dato che la prova più grande della sua esistenza è la creazione, il diavolo ha usato Darwin per escogitare la macchinazione che “il mondo non è stato creato da Dio; si è evoluto per conto suo”. Questa è una delle dottrine più diaboliche che siamo mai state escogitate, perché era molto difficile per la gente non credere in Dio, considerando le prove fornite dalla sua creazione. Quando però arrivò Darwin e offrì le sue giustificazioni, spiegando che “dopotutto non è stato Dio a creare il mondo”, diede loro la scusa di cui avevano bisogno per scartare l’idea della creazione.

Quando i cosiddetti migliori scienziati del mondo la scartano spiegando tutto nei loro libri di testo, tutto ciò acquista un certo senso per la gente. Specialmente quando non ha una vera fede, non è stata educata secondo la Bibbia e non conoscono le risposte date da Dio. Così questa sembra una risposta logica e ragionevole per l’esistenza del mondo e dell’universo: “È semplicemente successo”. Il pensiero che il mondo di sia creato da sé è assolutamente ridicolo! —David Brandt Berg

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Ma interroga ora le bestie e ti istruiranno, gli uccelli del cielo e te lo diranno; o parla alla terra, ed essa ti istruirà, e i pesci del mare te lo racconteranno. Fra tutte queste creature chi non sa che la mano dell’Eterno ha fatto questo? Egli ha nelle sue mani la vita di ogni cosa vivente e lo spirito di ogni essere umano. —Giobbe 12,7–10

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Dio ci ha benevolmente fornito due fonti d’informazione: la Bibbia e la natura. Come possiamo combinare nella maniera più efficace quello che impariamo dai nostri studi sulla Bibbia e sulla Natura? Come possiamo amare Dio e amarci a vicenda nel modo più efficace? Quali principi ci aiuteranno a raggiungere questi obiettivi? Ovviamente, per le cose fondamentali della vita — imparare a conoscere Dio e il modo in cui vuole che viviamo e amiamo – la Bibbia è più importante. Ma non dobbiamo fare una vera scelta, perché usando entrambe le fonti d’informazione, la nostra comprensione della realtà totale (quella spirituale più quella fisica) può essere più completa e accurata. Come possiamo usare con saggezza le rivelazioni divine? Troviamo l’illustrazione di un buon modo di pensare nel salmo 119, dove la comprensione della doppia rivelazione divina nella natura (“i cieli raccontano la gloria di Dio) e nelle Scritture (“la legge dell’Eterno è perfetta, essa ristora l’anima… rallegra il cuore”) ispira una consacrazione personale: “Siano gradite davanti a te le parole della mia bocca e la meditazione del mio cuore, o Eterno, mia rocca e mio redentore”. —Craig Rusbult

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La creazione è come una casa spaziosa e splendida, fornita e ricolma della mobilia più ricercata e numerosa. In essa tutto ci parla di Dio. —Giovanni Calvino

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La natura è il prodotto artistico di Dio. —Thomas Browne, Religio Medici, 1635

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Il libro della natura è un arazzo bello ed esteso, tutto arrotolato, che non siamo in grado di vedere tutto in una volta; ma dobbiamo accontentarci di aspettare di scoprire la sua bellezza e la sua simmetria a poco a poco, man mano che viene svolto, o messo in mostra. —Robert Boyle (1627–1691)

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Amo pensare alla natura come a una stazione radio illimitata, attraverso la quale Dio ci parla a ogni ora, se solo ci sintonizziamo su di essa. —George Washington Carver

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Dio scrive il suo vangelo non soltanto nella Bibbia, ma sugli alberi e sui fiori, nelle nuvole e nelle stelle. —Martin Lutero

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Poiché ecco, colui che forma i monti e crea il vento, che fa conoscere all’uomo qual è il suo pensiero, che cambia l’aurora in tenebre e cammina sugli alti luoghi della terra: l’Eterno, il Dio degli eserciti, è il suo nome. —Amos 4,13

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C. S. Lewis descrive un suo incontro infantile con un giardino in miniatura che suo fratello aveva creato in una scatola di latta. Descrive il senso di desiderio, l’esperienza di una gioia, come la chiama lui, profonda e reale, anche se fuggevole. Sebbene non sapesse che nome darle allora. Lewis si rese gradualmente conto della forza e del ruolo della bellezza, un’influenza che lui avrebbe impiegato con grande effetto nelle sue opere.

Allo stesso modo, Giovanni Calvino rammentò al mondo che Dio ha dato alle sue creature due libri: quello della natura e la parola di Dio. Per il Cristiano essi non sono uguali in autorità o potere rivelatorio, tuttavia è una seria negligenza concentrarsi su uno a discapito dell’altro.

Nel modo odierno, molte persone trovano sincera ispirazione nella natura. Amano fare lunghe camminate, visitare la campagna e assorbire le bellezze del mondo che le circonda. Spesso vedono la natura come fine a se stessa. Ne esaltano la magnificenza, ma vedono tutto come un risultato casuale del caso e della necessità. Alcuni Cristiani, per negligenza, fanno la stessa cosa. […]

I salmisti, i Celti e molti altri nel corso dei secoli hanno imparato a vedere nella natura la mano di Dio e a celebrare la sua bontà e ciò che Egli provvede da essa. Dedica qualche momento oggi a osservare gli uccelli, contemplare gli alberi, goderti una passeggiata e annusare i fiori. Forse potrai sperimentare anche tu un bagliore della gloria divina. —Stuart McAllister

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I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento dichiara l’opera delle sue mani. Un giorno proferisce parole all’altro, e una notte rivela conoscenza all’altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non s’ode; ma la loro armonia si diffonde per tutta la terra e il loro messaggio giunge fino all’estremità del mondo. —Salmi 19,1-4

Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 10 marzo 2015.


[1] NR.

[2] Romani 1,20 L/Riv.

[3] Salmi 19,1.

[4] Romani 1,20.

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