Dare, senza una gratificazione personale

Aprile 8, 2015

Koriane

[Giving Beyond Personal Gratification]

È stata un po’ una rivelazione quando qualcuno mi ha detto: “Grazie, mi hai fatto sentire amata”. Immagino che subconsciamente pensavo che per far provare agli altri l’amore del Signore dovessi prima sentirlo sorgere dentro di me e traboccare sugli altri. Devo aver perso la lezione in cui si parlava di quell’quell’argomento. Il fatto è che stavo semplicemente facendo un favore a qualcuno, in risposta a una sua richiesta d’aiuto. Ero l’unica persona disponibile. Non sentivo nessuna motivazione o ispirazione speciale, e senz’altro nessun “amore” palpitante che mi spingesse a farlo.

All’inizio la cosa mi ha incuriosito. Come funziona? Come può una persona sentire l’amore del Signore grazie alle nostre azioni, quando noi, i donatori, non proviamo ispirazione, ma lo facciamo solo per “senso del dovere”, muovendoci semplicemente in ubbidienza ai principi della Parola di Dio?

Comunque, pensando al mio caso e a come mi sento io quando altri mi danno una mano, non ci sono misteri. Devo forse pensare che quando qualcuno risponde alle mie richieste d’aiuto lo faccia solo se ha un sentimento esagerato d’amore e compassione? O non è spesso semplicemente lo strumento di Gesù per darmi una mano, che senta o no questo amore pulsare dentro di sé? Ciononostante sento l’amore di Gesù tramite le loro azioni, indipendentemente dalla presenza o dalla mancanza di sentimenti d’amore. L’accetto come una cosa che viene dal Signore.

Ho sentito l’amore di Gesù in milioni di modi durante la mia vita e sono grata per le innumerevoli anime che hanno dato il loro piccolo o grande contributo, che mi hanno aiutato, sostenuto e fatto arrivare al punto in cui mi trovo. Ti ridimensiona un po’ quando ti rendi conto che c’è una buona possibilità che la maggior parte delle volte è stato solo per amore del Signore e in ubbidienza alla sua Parola e alle sue indicazioni che qualcuno ha dimostrato il suo amore in azione. Amare è un verbo, non solo un’emozione.

Ieri Gesù ed io abbiamo fatto una chiacchierata cuore a cuore. Ho cominciato a rendermi conto di com’è egoista scegliere di dedicare me stessa, le mie energie e il mio tempo solo alle cose che mi danno qualche specie di gratificazione personale. Ho ripassato mentalmente tutto il “dare” che faccio ogni giorno ­e che pensavo fosse quasi ininterrotto. In realtà, però, non sono molte le situazioni in cui mi costringo a dare agli altri senza aspettarmi niente in cambio, senza alcun senso di gratificazione. Anche pulire il pavimento del bagno mi offre la ricompensa di un ambiente pulito; o stare in piedi per ore a cucinare per qualche occasione speciale: anch’io mangio e chiaramente scelgo un menù che mi piace, per ispirarmi in cucina. Ci metterei la stessa energia e la stessa attenzione se non ne ricevessi in cambio niente in questa vita, o almeno non immediatamente?

Che regalo d’amore posso fare agli altri oggi, qualcosa che sia importante per loro, qualcosa che li faccia sentire come se avessero ricevuto un grande abbraccio d’incoraggiamento da parte di Gesù ­– anche se io non sento la minima scintilla di gioia inizialmente? Lui mi invita a essere le sue mani e il suo corpo, la sua lingua, i suoi occhi e le sue orecchie, qui sulla terra, per chiunque abbia bisogno di sapere che Lui gli vuole bene. Può essere Lui a sentire sempre quelle ondate di compassione, e possono essere le persone che aiuto a provare l’emozione di aver ricevuto il suo amore; il mio compito è solo di essere il suo canale, che mi senta bene per averlo fatto, oppure no.

Oggi cercherò delle opportunità nuove di dare amore – in qualche modo che sia fuori dagli schemi della mia limitata riserva d’amore. Il tipo di amore che sentono gli altri non ha niente a che fare con le mie volubili sensazioni umane, ma dal fatto che io sia in sintonia con quello che il Signore e la sua Parola mi chiedono di fare, e che sia disposta a farlo con entusiasmo e magari con un po’ di stile.

È tutto ciò che mi chiede quando dice di “amarsi gli uni gli altri”. L’emozione e l’estasi che sono il premio di un gesto d’amore potrò avvertirle nel regno dell’amore su in cielo, dove sarò in grado di godermi livelli di gioia maggiori.

Poco dopo aver scritto queste parole, ho avuto la mia prima possibilità: l’opportunità di dare senza ricavarne una gratificazione personale. Avremmo acconsentito a ospitare una persona nella nostra piccola casa per qualche altro mese? Era già passato un anno da quando ci aveva fatto la prima richiesta solo per un paio di mesi. Un ambiente ristretto e un solo bagno da condividere con tutti possono, tra le altre cose, causare qualche difficoltà.

Poi mi sono ricordata! Si è accesa una luce nella mia mente e gli angeli mi hanno suggerito: “Questa è la tua opportunità di dare senza ricavarne alcuna gratificazione! Sarà il Signore a ripagarti”. Così ho detto allegramente di sì e immediatamente ho provato un senso di soddisfazione – come se avessi appena spuntato dalla mia lista una delle cose da fare più importanti della giornata.

Pubblicato sull’Ancora in Inglese l’11 febbraio 2015.

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