Curare l’irrequietezza

Marzo 18, 2015

[Dealing with Restlessness]

Steve Hearts

L’irrequietezza è una sensazione che tutti proviamo in diversi momenti della vita. Un motivo solito per l’irrequietezza nel percorso di un cristiano nasce dal desiderio di trovare la suprema volontà di Dio nella vita e scoprire il modo migliore per raggiungere la nostra piena potenzialità. Ultimamente ho provato spesso questa sensazione.

Ci sono cose che sono certo che Dio m’abbia chiamato a fare, e che sono piuttosto ansioso di cominciare — come dare inizio a un ministero della guarigione e dedicarmi a scrivere. Ma è questione di sapere quando è il momento giusto per farlo, secondo Dio, e se le condizioni sono giuste per evitare di muovermi prima di Lui.

Poi ci sono i miei desideri personali. Vorrei una compagna con cui condividere la vita. Poi, una parte di me vuole stare più vicino a membri della famiglia da cui il mio ministero mi ha tenuto lontano già da alcuni anni. Voglio avere legami più forti con loro e rifarmi del tempo perduto. Mi sono chiesto se questi desideri fanno parte del piano divino per la mia vita e se sarò in grado di soddisfarli contemporaneamente alla vocazione che mi ha dato.

Anche se il ministero di testimonianza in cui sono coinvolto in questo periodo sta portando molto più frutto, sento dentro di me la crescente sensazione che sia ora di fare qualcos’altro, un po’ come quando a scuola ero promosso e passavo da una classe all’altra. Questo fa sorgere una domanda: è la voce di Dio che mi parla, o sono soltanto le mie emozioni? È veramente ora di cambiare e passare ad altro, oppure devo restare qui ancora un po’?

C’è stato un periodo in cui queste domande mi hanno fatto girare la testa vorticosamente, causando confusione e frustrazione. Recentemente, però, mi sono reso conto che, anche se un’irrequietezza di questo tipo a volte è la voce di Dio che ci parla, Lui non vuole che viviamo confusi e frustrati. Ci promette che se andremo a Lui, troveremo riposo per le nostre anime. La mia irrequietezza stava aumentando al punto di privarmi della mia felicità, della mia gioia e della mia pace interiore.[1] Dio vuole che abbiamo pace e disciplina interiore.[2] Ora sto cercando di ridurre questa irrequietezza con l’aiuto del Signore, perché non finisca per opprimermi.

Ecco alcuni passi che il Signore mi ha mostrato di fare in questa direzione:

La confusione e la frustrazione causate dalla mia irrequietezza erano in gran parte dovute al fatto che mi tenevo tutto dentro. Tenevo tutto rinchiuso dentro di me senza parlarne a nessuno. Per mia natura non sono molto bravo a comunicare. Cerco sempre una scusa per non essere completamente aperto, quasi con la speranza che alla fine la gente riesca a leggermi la mente. Questa “speranza” non si è mai materializzata. So perfettamente bene che è il mio orgoglio a impedirmi di essere aperto e onesto con gli altri. Anche se ho la benedizione di una connessione personale con il Signore, essere onesto con gli altri a proposito della mia irrequietezza mi ha aiutato molto. Dio molto spesso mi parla mediante i loro consigli e i loro punti di vista.

Vale la pena di presentarmi al Signore con una mente aperta e senza una volontà mia, se voglio davvero sapere qual è la sua suprema volontà. Abbandonare la mia volontà non è facile. Per questo, nei momenti in cui sto veramente cercando la volontà del Signore, continuo a ripetere le parole di Gesù nel Getsemani: “Tuttavia, non sia fatta la mia volontà, ma la tua”.[3] Ogni volta che lo ripeto, gli chiedo di aiutarmi a dirlo con vera sincerità, così che non sia soltanto una “vana ripetizione”.

Posso chiedere risposte al Signore per la mia irrequietezza, ma non ricevere tutte quelle che spero. Posso ricevere solo parte di quello che chiedo. A un certo punto mi è sembrato di sbattere contro un muro, senza sapere dove andare. Perché il Signore non poteva semplicemente darmi tutto quanto insieme, invece di soltanto una parte della rivelazione? Ho trovato la risposta nella mia lettura devozionale di quel giorno, basata in Abacuc 2,3: “Poiché la visione è per un tempo già fissato… Se tarda, aspettala, perché certamente verrà e non tarderà”. L’indicazione non poteva essere più chiara di così. Le risposte che stavo ancora cercando sarebbero arrivate al momento stabilito da Dio. Dovevo solo aspettare. Da allora ho ricevuto delle risposte proprio quando Dio sapeva che ne avevo bisogno. Non sarebbero potute arrivare né prima né dopo.

Per esempio, in quel periodo stavo scrivendo molti articoli e mandandoli a vari siti web. Era una cosa soddisfacente, ma ero certo che presto avrebbero portato a un altro stadio della mia attività di scrittore. Soltanto che non riuscivo a vederlo con chiarezza. Avevo sempre desiderato scrivere un libro, ma non avevo idea del soggetto. Comunque, appena di recente, dopo aver scritto diversi altri articoli, mi è venuta l’idea entusiasmante – quasi una rivelazione per me – di prendere gli articoli e modificarli dando loro la forma di capitoli, combinandoli per farne un unico volume. Questo progetto è ancora in corso. La rivelazione mi ha dato la fede di continuare ad aspettare le indicazioni del Signore, con la convinzione che le mie restanti domande avrebbero trovato una risposta al momento giusto.

E ultimo, ma non meno importante, devo imparare ad accettare il riposo che il Signore vuole darmi. È una cosa che sto ancora cercando di padroneggiare. Una cosa che si è dimostrata efficace per me è stato dire al Signore: “Accetto il riposo che vuoi darmi”. Continuo a ripeterlo finché diventa parte di me. Inizialmente il mio cuore e la mia mente protestano. Sento qualcosa scricchiolare dentro di me mentre cerco di rovesciare il mio solito modo di pensare e accettare quello di Dio. Ma la pace che provo alla fine ne vale veramente la pena.

Se cerchi riposo per la tua anima, è certo che puoi trovarlo. Dio vuole darcelo. Dobbiamo solo accettarlo di buon grado e riceverlo.

Pubblicato sull’Ancora in Inglese nel gennaio 2015.


[1] Matteo 11,29.

[2] 2 Timoteo 1,7.

[3] Luca 22,42.

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