Il silenzio di Dio

Marzo 4, 2015

[God’s Silence]

Compilazione

L’anima mia trova riposo in Dio solo; da Lui viene la mia salvezza. —Salmi 62,1

Entrare nel silenzio di Dio

Ed ecco una donna cananea, venuta da quei dintorni, si mise a gridare, dicendo: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide! Mia figlia è terribilmente tormentata da un demone!».

Ma Egli non le rispondeva nulla. E i suoi discepoli, accostatisi, lo pregavano dicendo: «Licenziala, perché ci grida dietro». Ma Egli, rispondendo, disse: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele».

Ella però venne e l’adorò, dicendo: «Signore, aiutami!».

Egli le rispose, dicendo: «Non è cosa buona prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».

Ma ella disse: «È vero, Signore, poiché anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».

Allora Gesù le rispose, dicendo: «O donna, grande è la tua fede! Ti sia fatto come tu vuoi». E in quel momento sua figlia fu guarita. —Matteo 15,22-28

*

La Cananea in Matteo 15,21-28 mi ha sempre colpito. Come poté affrontare il silenzio di Gesù, quando il suo bisogno era così grande? Come poteva restare lì ferma mentre di fronte a lei c’era il Dio vivente? Poteva toccarlo. Sapeva che Lui aveva il potere e l’autorità di guarire sua figlia, perché lo chiama Signore e lo chiama “Figlio di Davide”. Tuttavia Gesù rimane in silenzio.

La cosa straordinaria è il modo in cui quest’eroina sconosciuta della fede s’intromette nel silenzio. Ignora le parole dei discepoli. Abbandona la saggezza dell’umanità e si inserisce nell’abisso del silenzio. […] Con coraggio, senza paura, guarda oltre il silenzio. Helmut Thielecke dice: “Il silenzio di Dio e di Gesù non è indifferenza. È il silenzio dei pensieri elevati”.

Il silenzio più grande nella storia dell’umanità ci fu sul Golgota, quando Dio Padre rimase silenzioso mentre suo Figlio gridava: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” Queste parole echeggiarono e riverberarono nelle valli del Kidron e dell’Hinnom che circondavano Gerusalemme, dissolvendosi lentamente in un silenzio ancora più profondo. Ma dietro a quel silenzio c’era Dio che pianificava la fine di Satana, superava l’incapacità del tempio di perdonare i peccati e preparava un piano per sconfiggere il peccato e fornire all’umanità un mezzo per conoscere personalmente Lui. Dio riportò in vita suo Figlio, un’impresa che ha già progettato di ripetere per tutti quelli che invocano il nome del Figlio.

In qualche modo, con gli occhi della fede, dietro al silenzio questa Cananea vede questo Dio come sua unica speranza. Rischia tutto e s’intromette nel silenzio divino. Viene ricompensata. Sua figlia viene guarita. —Craig Smith

Una pausa di riflessione

«Come la cerva anela ai rivi delle acque, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente. […] Le mie lacrime sono divenute il mio cibo giorno e notte, mentre mi dicono del continuo: “Dov’è il tuo Dio?”»[1]

Ecco una persona che ha fame di una parola di Dio. Allude a un momento difficile, un periodo in cui ha invocato Dio in mezzo a pena, dolore o confusione. Da tutte le angolature sembra che Dio rimanga in silenzio nonostante le sue invocazioni; tanto che chi gli sta intorno dice: “Dov’è questo tuo Dio che stai pregando così tanto?” Ma notate quello che lui continua a scrivere — parole che sembrano prese dalle profonde riflessioni di un diario:

“Perché ti abbatti, anima mia, perché gemi dentro di me? Spera in Dio. […]L’anima mia è abbattuta dentro di me; perciò mi ricordo di te”.[2]

Il salmista giunge a comprendere che non c’è silenzio — c’è solo una risposta proveniente da Dio, più profonda di qualsiasi parola. Dio è presente e parla, ma ciò che dice non riposa sulle acque superficiali della vita.

Quando avevo diciannove anni, un fine settimana fui invitato a una festa in una vicina università. Il mio amico Phil voleva parteciparvi e m’invitò ad andare con lui. Disse che saremmo stati in cinque nella macchina, ma c’era spazio per tutti. Volevo andare, ma non mi fu possibile.

Partirono senza di me il venerdì pomeriggio. Due giorni dopo, mentre ritornavano, un’auto superò lo spartitraffico dalla corsia opposta, prese il volo e atterrò su di loro. Tutti furono uccisi all’istante.

Ne ricevetti notizia la domenica sera tardi. Uscii dal pensionato, camminai fino al complesso sportivo lì vicino, scavalcai la rete di recinzione e mi sedetti nel campo di football vuoto, sotto un cielo illuminato dalla luna. Piansi per i miei amici; pensai alla brevità della vita e a com’ero stato vicino alla morte. Mi ricordo di aver invocato Dio di aiutarmi a capire, a trovare un senso nelle cose. Di parlarmi… di dire qualcosa… qualunque cosa!

Silenzio.

A dire il vero, fu una delle conversazioni più profonde che abbiamo mai avuto insieme. Mi parlava, si muoveva dentro di me, comunicava con me a livelli che non gli avevo mai reso disponibili prima. Fu l’inizio di molte conversazioni — alcune ancora più traumatiche.

Entro quattro mesi mi ero convertito. È di somma importanza considerare che quello che incontriamo non è il silenzio, ma una pausa significativa; un incoraggiamento a entrare in meditazione così da poter ricevere – e sentire – le risposte più profonde. —James Emory White

*

Dio soffre con noi, sente ogni nostra angoscia, conosce ogni dubbio. Essere infinito non significa solo essere infinitamente grande, ma anche infinitamente piccolo, così che Egli capisce e sperimenta con noi il nostro silenzio e il nostro dolore, non solo teoricamente, ma in maniera profonda e completa. A volte, in mezzo alla nostra sofferenza, in mezzo al silenzio, ci ritroviamo senza fiato e non ci rimane più nulla con cui pregare. Dio lo sa e puoi star certo che in quel momento Lui prega per te. —Derek Flood

Coltivare una fede vecchio stampo

Il mondo d’oggi è un posto frenetico, in cui tutto è stato accelerato e continua a esserlo ogni anno di più. Vivete in un mondo febbrile, in cui si mette un’enfasi sempre maggiore sull’ottenere le cose rapidamente, dando meno importanza alla qualità delle cose. La gente si sta abituando al fatto che le cose avvengono sempre più in fretta e richiedono sempre meno tempo.

Una macchina sputa fuori una bibita appena scende una moneta, un pasto in una tavola calda è servito in pochi minuti. Una volta la gente passava molto tempo a costruirsi una casa e a guadagnare i soldi per farlo, mentre nel mondo moderno le case vengono costruite velocemente.

La gente si aspetta di lavorare di meno e avere sempre più tempo libero. Si possono mandare messaggi istantanei; spedire email o grandi quantità di dati in tutto il mondo in pochi secondi, o viaggiare dall’altra parte del globo in questione di ore.

Questa accelerazione del ritmo della vita ha cambiato le attese delle persone per quel che riguarda ciò che è normale o accettabile. Può portare a grandi attese anche sul fronte spirituale — risposte istantanee alla preghiera e manifestazioni spirituali che arrivano immediatamente su richiesta.

Conosco la natura umana e so cos’è necessario per causare una vera maturità e profondità spirituale, in modo che la vostra fede sia coltivata e poi invecchi nel modo corretto, come un vino d’annata raro e pregiato. Nel mondo moderno vi aspettate che quando pregate, credendo di aver ricevuto, lo avrete istantaneamente. Tuttavia non era quello che intendevo originariamente quando ho fatto quella promessa ai miei discepoli.

Ci sono momenti in cui effettivamente do una risposta immediata alle preghiere, ma tante altre volte mi aspetto che permettiate al vino della vostra fede di maturare, svilupparsi e acquistare un aroma pieno.

Nel corso dei secoli, le persone di fede sono state messe alla prova non ottenendo risposte immediate alle loro preghiere. Aspettarono migliaia d’anni che arrivassi Io, il loro Messia; pregarono e implorarono Dio di mandarmi. Tuttavia Lui non poté farlo fino al momento giusto, quando tutto era pronto, quando le condizioni del mondo erano giuste, i cuori degli uomini pronti, i governi del mondo nelle condizioni necessarie perché la mia Parola si diffondesse e i miei seguaci sopravvivessero. Tantissime condizioni dovevano essere giuste ed esatte, anche se per anni molti invocarono ardentemente la mia venuta. Poi, quando arrivai, molte di quelle stesse persone mi rifiutarono senza esitazioni, perché la risposta alle loro preghiere non era arrivata nella forma che speravano: quella di re di un Israele terreno.

Avete bisogno di pazienza, affinché, dopo aver fatto la mia volontà, possiate ottenere ciò che vi è stato promesso.[3] La pazienza non è una virtù facile da coltivare; anzi, va decisamente contro il modo d’operare del mondo moderno, che è fatto tutto di velocità, istantaneità, risposte rapide e risultati immediati. Ma anche se vivete nel mondo, voi non siete del mondo e le dinamiche spirituali non sono cambiate: la pazienza richiede fede e la fede è la pietra angolare della vostra vita per Me.

Continuerete a ricevere risposte alle preghiere nel momento che Io riterrò migliore. Ma continuerete anche ad affrontare le prove, le lotte e le sfide della vita che nascono quando sembra che Io rimanga in silenzio, quando le mie risposte non sono immediate. Questa prova della vostra fede produrrà pazienza, e questo è un aspetto molto importante della fede.

La fede non si manifesta soltanto quando ricevete risposte immediate alle vostre preghiere; si manifesta anche nella sopportazione e nella pazienza di perseverare anche quando non ricevete una risposta o non vedete i risultati delle vostre preghiere. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché la vostra fede sia perfetta e integra, senza mancare di nulla.[4]

Ricordate, la fede richiede pazienza e la pazienza è il segno di una fede d’annata, approfondita, matura, ricca e corposa. —Gesù, in profezia

Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 13 gennaio 2015.


[1] Salmi 42,1–3.

[2] Salmi 42,5–6.

[3] Ebrei 10,36.

[4] Giacomo 1,4 CEI.

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