È venuto da noi

Dicembre 24, 2014

Compilazione

Non esistono documentazioni storiche della data della nascita di Gesù. Si sono fatte alcune ipotesi – alcuni dicono in primavera, altri in autunno – ma nessuno sa con certezza in che giorno nacque. Non c’è una prova storica che sia nato il 25 dicembre. Siamo anche piuttosto sicuri che non ci fossero alberi di Natale, tacchini o cori natalizi. E allora perché celebriamo la sua nascita il 25 dicembre? E cosa c’entrano l’albero, i cori e tutto il resto delle nostre tradizioni moderne?

In realtà si cominciò a celebrare la nascita di Gesù in quella data solo attorno al 350 d.C. Poi ci vollero centinaia di anni prima che il Natale fosse ampiamente accettato dai Cristiani come una celebrazione della nascita di Gesù, soprattutto perché le nostre tradizioni cristiane moderne hanno le loro radici nell’antica storia pagana. Il 25 dicembre era in origine il festeggiamento della nascita del figlio di Iside, una dea egiziana. Feste, banchetti e scambio di doni facevano parte di queste festività. I Romani festeggiavano ogni anno il solstizio invernale mangiando, bevendo e divertendosi. Da Roma viene anche la tradizione dei cori erranti – guitti che indossavano un costume e passavano di casa in casa a cantare, intrattenendo il vicinato. L’albero di Natale viene da una tradizione comune in tutta Europa, perché i sempreverdi erano un simbolo di buona fortuna. I druidi li usavano come simbolo religioso e perfino li adoravano.

Man mano che le popolazioni dell’impero romano si convertivano, molte delle loro tradizioni vennero incorporate nelle festività cristiane.

Perché vi sto raccontando questo? Alcuni hanno presi questi punti e li hanno utilizzati per mettere il Natale in cattiva luce. I non credenti spesso hanno usato questi fatti per denigrare il Cristianesimo, dicendo che è solo una religione “pappagallo”. Dall’altro lato, alcuni Cristiani hanno rifiutato completamente il Natale a causa dell’origine pagana di varie tradizioni natalizie. Sono entrambe reazioni piuttosto tristi, secondo me.

Gesù capisce la grande varietà di culture e sfondi culturali e invece di esigere che la gente rinunci a tutto quello che conosce e gradisce, entra a far parte del nostro mondo. Gesù ti viene incontro lì dove sei. Non crea una curva d’apprendimento enorme per arrivare a conoscerlo. Non pretende che cambi prima di accettarti. Non aspetta fino a che hai raggiunto un certo livello di perfezione prima di riceverti. Gesù dice che accetterà chiunque andrà da Lui. Chiunque tu sia, non ti rigetterà. Se andrai da Lui, ti accoglierà a braccia aperte.

Mentre leggevo la storia di Gesù, è stato interessante notare come si adattava per soddisfare i bisogni di ogni persona con cui veniva in contatto. Quando era con Nicodemo — un intellettuale, un membro importante del clero del tempio – Gesù gli parlò in modo da stuzzicare il suo interesse e sfidare il suo intelletto.[1] Quando era con i bambini, li prese fra le braccia e parlò con loro.[2] Quando era con pubblicani e peccatori, andò a casa loro, mangiò, bevve e rise con loro.[3] Un paio di volte, dopo aver insegnato alla folla, si rese conto che la loro maggior preoccupazione era la fame, così li sfamò.[4]

In mezzo a una folla o individualmente, Gesù fece il necessario per raggiungere ogni persona e dimostrarle il suo amore.

Gesù visse e morì in questo modo; questo fu l’unico motivo per cui venne sulla terra. Divenne come noi. Prese forma umana e si abbassò al nostro livello. Ebbe a che fare con la vita quotidiana, la fame e la fatica. A volte deve essersi sentito scoraggiato. Ma ebbe le nostre stesse esperienze umane per provare quello che sentiamo e capire le cose che sono importanti per noi.

Può prendere le cose che tu conosci e ami – quelle che sono importanti per te, come le tue tradizioni natalizie – e dare loro un significato ancora più grande.

Così, mentre ti godi le tue feste, mentre apri i regali, canti e mangi cibi buoni, lascia che queste cose ti ricordino il profondo amore di Gesù per te. Prendi ognuna delle tradizioni che ti piacciono e fatti indirizzare da loro verso il grande dono che Gesù ha fatto a ognuno di noi venendo sulla terra, vivendo e morendo per noi. —Marie Story[5]

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Ma, mentre rifletteva su queste cose, ecco che un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria come tua moglie, perché ciò che è stato concepito in lei è opera dello Spirito Santo. Ed ella partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché Egli salverà il suo popolo dai loro peccati». —Matteo 1,20.21

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Questo è il momento dell’anno in cui gran parte del mondo si ferma in riconoscimento della nascita di Gesù Cristo. È anche un momento in cui si parla con disinvoltura di pace e buona volontà tra gli uomini. Anche se son un accompagnamento piacevole alla nascita di Cristo, non sono questi i motivi per cui i Cristiani celebrano il Natale.

A Giuseppe l’angelo disse: “[Maria] partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesù, perché Egli salverà il suo popolo dai loro peccati”.[6] Ai pastori, gli angeli dissero: “Oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore”.[7] Attraverso Adamo, siamo nati tutti spiritualmente morti e incapaci di comportarci come avremmo dovuto. In Romani 7,23 Paolo scrive: “Ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra”. Questa “legge del peccato” ha una propensione per ciò che è sbagliato; i peccati che commettiamo sono sintomatici della nostra natura corrotta.

Viviamo in un mondo dominato dalla corruzione, dall’avidità e dal pregiudizio, quindi è facile dare la colpa della situazione allo stato del mondo. Il problema, però, è che il mondo è fatto di persone come te e me. Se non arriviamo a capire che Gesù venne al mondo per salvarci dal nostro peccato, il Natale sarà poco più di un’occasione sentimentale per fare festa. Per capire la sua nascita, dobbiamo lasciarci alle spalle Betlemme e fare una decina di chilometri in direzione di Gerusalemme. Fu lì, sulla croce di Gesù, che fu pagato il prezzo dei nostri peccati; ed è l’unico modo in cui la vita divina poteva essere restituita all’esperienza umana.

Il bisogno più grande del cuore di ogni essere umano è di essere salvato. Natale è l’inizio della storia della nostra salvezza; un bambino nato a Betlemme, mandato in questo mondo da un Dio amorevole perché diventasse l’agnello puro e immacolato che doveva morire al nostro posto. I Cristiani celebrano la nascita del nostro Salvatore perché, come disse l’angelo a Giuseppe, “Egli salverà il suo popolo dai loro peccati” e loro sanno di essere i peccatori che Lui venne a salvare. —Charles Price

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Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio. —Giovanni 13,13-15

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Il Padre ha dimostrato il suo amore infinito per ogni persona al mondo preparando la mia venuta sulla terra. Questa missione comportava molta sofferenza, ma anche la gioia della redenzione per tutti quelli che sarebbero diventati miei amici.

Ero molto emozionato all’idea di scendere sulla terra per stare in mezzo all’umanità, con persone come te, che sapevo sarebbero diventate miei amiche. Perché non vi ho considerato miei servi, ma miei amici – amici con cui avrei passato l’eternità.

Sono molto contento che possiamo essere vicini, anche se non siamo vissuti sulla terra nello stesso periodo. Possiamo essere veri amici. Tutto perché mio Padre mi ha mandato sulla terra come un bambino, quella notte di Natale di tanti anni fa. L’ha fatto sapendo che grande gioia avrebbe portato.

Sono contento che tu sia mio amico e di poter essere tuo amico per sempre. —Gesù, in profezia


[1] Giovanni 3,1–21.

[2] Marco 10,13–16.

[3] Matteo 9,10.

[4] Matteo 14,13–21; Marco 6,30–44; Luca 9,10–17; Giovanni 6,1–15.

[5] Brani tratti da http://just1thing.com/podcast/2011/12/16/he-came-to-us.html.

[6] Matteo 1,21 NIV.

[7] Luca 2,11 NIV.


Titolo originale: He Came to Us. Tradotto da A. Maffioli e S. Marata.
Pubblicato sull’Ancora in Inglese nel dicembre 2014. Adattato e ripubblicato il 23 dicembre 2014. Letto in Inglese da Carl Andrews. Musica tratta dall’album
Christmas Moments. Usata previa autorizzazione.

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