A sua immagine

Ottobre 15, 2014

Compilazione

Quanto a me, per la giustizia vedrò la tua faccia; mi sazierò della tua presenza quando mi risveglierò. —Salmi 17,15

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando Egli sarà manifestato, saremo simili a Lui, perché lo vedremo come Egli è. —1 Giovanni 3,2

Possessori d’immagine

Fin dall’inizio il piano di Dio era di farvi simili a suo Figlio Gesù. Questo è il vostro destino. […] Dio annunciò questa intenzione al momento della Creazione: “Poi Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza’”.

In tutta la creazione, solo gli esseri umani sono fatti “a immagine di Dio”. È un grande privilegio e ci dona dignità. Non sappiamo tutto ciò che questa frase copre, ma conosciamo alcuni dei suoi aspetti: come Dio, siamo esseri spirituali — i nostri spiriti sono immortali e dureranno più dei nostri corpi terreni; siamo intellettuali — possiamo pensare, ragionare e risolvere problemi; come Dio, siamo relazionali — possiamo dare e ricevere vero amore; e abbiamo una consapevolezza morale — possiamo discernere il giusto dallo sbagliato e questo ci rende responsabili davanti a Dio.

La Bibbia dice che tutti, non solo i cristiani, possiedono parte dell’immagine di Dio, […] ma l’immagine è incompleta ed è stata danneggiata e distorta dal peccato. Così Dio ha mandato Gesù con la missione di ripristinare l’immagine completa che abbiamo perso.

Com’è fatta la completa “immagine e somiglianza” di Dio? Assomiglia a Gesù Cristo! La Bibbia dice che Gesù è “la perfetta somiglianza di Dio”, “immagine visibile dell’invisibile Dio” e “l’impronta della sua essenza”. —Rick Warren[1]

A sua immagine

Nel primo capitolo del primo libro della Bibbia leggiamo che “Dio creò l’uomo a sua immagine. Lo creò a immagine di Dio”.[2] In altre parole, Dio ci ha fatto sotto molti aspetti molto simili a Lui, a sua immagine e somiglianza. Siamo simili a Dio! Abbiamo libertà di scelta, possiamo fare il bene o il male e siamo simili a Lui nel nostro modo di pensare, nelle nostre emozioni e nella nostra personalità.

Gli uomini furono creati e messi qui per fare una scelta tra il bene e il male; per agire giustamente o ingiustamente. Imparano così i benefici del servire Dio, raccogliendo la gioia, la felicità e i piaceri che vengono dal rispetto delle regole amorose date da Dio per il loro bene, adorando e ringraziando Dio per tutto ciò che ricevono, come figli grati al loro Padre Celeste. Imparano a credere in Lui, ad avere fede in Lui, a confidare in Lui e nella sua Parola e a obbedire ad essa per il proprio bene e per la sua gloria.

Quando l’uomo sceglie di ribellarsi a Dio e di seguire la propria strada, soffre le conseguenze di aver violato la sua legge d’amore e ciò causa tristezza, dolore, sofferenze, disumanità verso il proprio simile, crudeltà, atrocità, guerre, problemi economici, angoscia mentale, pazzia e morte.

A Dio interessano le nostre decisioni. Gli interessa vedere se, quando ci viene data questa grande libertà di scelta, faremo le scelte giuste. Naturalmente è triste quando vede che facciamo quelle sbagliate. Per questo ci ha messo qui, è questo che dobbiamo imparare: a prendere le decisioni giuste. Così, per vedere cosa avremmo fatto, ha dovuto darci l’opportunità di fare a modo nostro e di prendere le nostre decisioni. —David Brandt Berg

Plasmati a sua immagine

Siamo continuamente plasmati a immagine di Colui che è. Grazie al cielo, anche se a volte è un processo doloroso, Dio è continuamente all’opera per distruggere le immagini che ci facciamo di noi stessi e di Lui. L’Incarnazione ne è l’esempio migliore. Non è il Messia che si aspettavano quelli che erano in attesa di Lui; non è nemmeno il Messia che ci aspetteremmo noi. Non ci aspettavamo nemmeno che ci chiedesse questo. Tuttavia, quest’uomo che pianse davanti alla tomba di Lazzaro e sudò sangue al Getsemani, ci sta di fronte e ci chiede di pensarci. Arrivando come un neonato, Gesù ci mostra il significato di essere umani, più di quanto siamo in grado di fare noi. Arrivando come Dio, zittisce le nostre domande su chi sia Dio, mostrandoci una faccia, una mano e una Croce. Non possiamo plasmarci in icone durevoli, proprio come non possiamo plasmare una massa d’argilla in un dio che parla. Ma possiamo essere plasmati nell’immagine del Dio che vive, quando siamo plasmati dalla mano del Dio che lo ha mandato. —Jill Carattini

Un Dio personale

Noi esseri umani abbiamo una personalità perché siamo fatti a immagine di Dio. La differenza tra gli esseri umani e tutte le altre creature sulla terra è che noi siamo fatti a immagine di Dio e loro no; noi abbiamo una nostra personalità e loro no. Come ha detto William Lane Craig: L’uomo è una persona perché Dio è personale; è questo che ci permette di avere una connessione con Lui.[3] Il fatto che Dio sia personale e abbia una sua individualità, non significa che Dio sia umano; significa invece che noi, in quanto esseri umani, abbiamo una personalità simile a quella divina.

Dio interagisce personalmente con l’umanità, come possiamo vedere nella Bibbia. Stabilisce un rapporto con le persone. Ha fatto con loro degli accordi o dei contratti, che chiama “patti”>. Parla con loro in tutta la Bibbia. Queste sono azioni personali.

Nel Vecchio Testamento si vede chiaramente che Dio s’interessò personalmente al suo popolo.[4] Il libro della Genesi mostra Dio che interagisce personalmente in molti casi con le sue creature, come nella creazione del mondo, nelle sue interazioni e conversazioni con Adamo ed Eva, nel suo patto con Noè, Abramo, Isacco e Giacobbe. Continuò ad agire personalmente nei suoi rapporti con Mosè e i figli d’Israele.

La Parola di Dio gli attribuisce emozioni, quali amore, odio, ira, pentimento, dolore, compassione, sdegno, avversione, pazienza, sopportazione, gioia e così via. Tali sentimenti sono legati alla personalità.[5]

Quando Mosè glielo chiese, Dio gli disse il suo nome: Yahweh, IO SONO. Avere un nome e rivelarlo a un altro è un gesto personale. Dio ha anche dei titoli che denotano una persona, come Padre, Giudice, Pastore, o Marito.[6]

Niente dimostra che Dio è una persona, quanto la manifestazione di Sé attraverso Gesù. Gesù era Dio che camminava sulla terra ed era una persona sotto ogni aspetto, in ogni sua azione, tanto che morì di persona affinché noi potessimo ricevere la salvezza.

Il nostro Dio non è un essere lontano e privo d’interesse. È un Dio personale, che ha un rapporto con la sua creazione. Si è fatto conoscere da noi mediante la sua Parola. Ci ha fatto vedere com’è. S’interessa a noi come individui. Ci ha dato la possibilità di vivere con Lui per l’eternità, mediante la salvezza. Credendo in Gesù, Dio Figlio, diventiamo anche noi suoi figli e questo ci permette di toccarlo personalmente, di comunicare con Lui, di sentire la sua voce, di aprirgli il nostro cuore. Egli comunica spiritualmente con noi, dimora in noi e ci ama. Noi comunichiamo spiritualmente con Lui, dimoriamo in Lui e lo amiamo. Abbiamo un rapporto personale con un Dio personale. È incredibilmente meraviglioso! —Peter Amsterdam


[1] La vita con uno scopo (Publielim, Milano; ISBN: 9788887511710).

[2] Genesi 1,27.

[3] William Lane Craig, The Doctrine of God, Part 4. Serie di conferenze “Defenders”.

[4] Vedi Salmi 78, 105, 106, 136.

[5] The Oberlin Evangelist. Ottobre 9, 1839. Le conferenze del Professor Finney. Conferenza XVIII, Affetti ed emozioni di Dio.

[6] Padre: Sarò come un padre per voi, e voi sarete per me come figli e figlie, dice il Signore Onnipotente (2 Corinzi 6,18). Giudice:Poiché l’Eterno è il nostro giudice, l’Eterno è il nostro legislatore, l’Eterno è il nostro re; egli ci salverà (Isaia 33,22). Pastore: L’Eterno è il mio pastore, nulla mi mancherà (Salmi 23,1). Marito: Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è l’Eterno degli eserciti; il tuo Redentore è il Santo d’Israele, chiamato Dio di tutta la terra. (Isaia 54,5).


Titolo originale: In His Image. Tradotto da A. Maffioli e S. Marata.
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 2ottobre 2014.
Letto da Gabriel Garcia Valdivieso.

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