Maria Fontaine
Andare piano e trovare il tempo di ascoltare il Signore
Ho notato che quando cerco di fare le cose un po’ più piano, non sento poi così tanto bisogno di lunghi periodi di riposo, perché me la prendo con più calma strada facendo. In questo modo è molto più facile che spingere, spingere, spingere, per poi alla fine scoppiare, crollare e dover prendere un lungo periodo di riposo o di vacanza. Penso che sia molto meglio quando andiamo costantemente un po’ più piano. Se lo facciamo, dobbiamo per forza pregare di più e quindi ricevere di più dal Signore; di conseguenza non avremo così tanti problemi o difficoltà.
Spesso quando mi fermo a pensare, a pregare e a riflettere sulle cose, il Signore mi riporta in mente cose molto importanti, oppure mi ricorda cose che m’ero dimenticata o che mi sarei dimenticata, o mi dà delle buone idee. E quando lo fa, mi rendo conto che se non mi fossi fermata e non mi fossi presa quel momento, mi sarei persa tutte quelle cose.
Ogni volta che mi fa ricordare le cose in quel modo, vedo l’importanza di fermarmi a pregare e pensare, e di mettermi in un certo senso in sintonia con il Signore, meditando e allontanando dalla mia mente ogni altra cosa, chiedendogli di riportarmi alla mente qualsiasi cosa Lui voglia. Spesso mi rammenta cose molto importanti che non mi sarei ricordata se non mi fossi fermata.
Abbiamo bisogno di quei momenti per parlare al Signore e liberare la mente da tutto il resto e chiedergli: “Vuoi farci ricordare qualche cosa? C’è qualche idea o qualcos’altro a cui dovremmo prestare attenzione?” Non possiamo aspettarci di ricevere molte risposte dal Signore, se non prendiamo effettivamente del tempo per fermarci ad ascoltarlo.
Con la moltitudine di decisioni che ognuno di noi deve prendere, dobbiamo davvero chiedere la guida del Signore. Non possiamo assolutamente prendere decisioni guidate dallo Spirito, se non dedichiamo tempo al Signore. E di solito più le decisioni sono importanti, più tempo dobbiamo passare con Lui.
Ci vuole tempo per pensare ai problemi e pregarci su, pensare a una situazione con calma e tranquillità mentre siamo da soli, lasciando che il Signore ce ne parli e guidi i nostri pensieri. Il Signore avrebbe potuto fare le cose in modo che potessimo semplicemente presentarci davanti a Lui con una lista di domande in attesa di risposta e spiattellargliele una per una e ricevere le risposte una per una in un lampo di rivelazione. Ma non le ha fatte così, perché vuole che ci pensiamo man mano che ce le mostra.
Egli dice: “Venite, quindi, e discutiamo assieme”.[1] Gli piace guidare i nostri pensieri mentre meditiamo e preghiamo, e anche mentre le discutiamo e ci consigliamo con gli altri.
Con preghiera e attenzione
Una piccola lezione che ho imparato l’altra notte — o reimparato — è che non importa quanto si sta in preghiera, se non si sta anche attenti. Possiamo pregare finché vogliamo e aspettarci che Dio faccia la sua parte, ma se noi non facciamo la nostra, Lui non può fare la sua.
Recentemente c’è stata una situazione in cui non sono stata attenta come avrei dovuto, anche se avevo pregato. Quando ho visto che le cose non si sono svolte come avevo sperato, ho detto a Gesù: “Ma Signore, avevo pregato! Come hai potuto lasciare che accadesse?” E immediatamente ho ricevuto la risposta: “Stare in preghiera senza stare attenti non funziona”. Non possiamo aspettarci che il Signore faccia tutto per noi. Dobbiamo fare la nostra parte e collaborare facendo tutto quello che possiamo fare noi.
Naturalmente, questa è una lezione che sapevo già, ma è stato un bene ripassarla. E d’altro canto possiamo anche stare molto attenti e cercare di fare del nostro meglio, ma senza preghiera potrebbe accadere la stessa cosa. Potremmo fallire completamente nei nostri tentativi, perché il Signore vuole insegnarci che senza di Lui non possiamo fare nulla! Dobbiamo pregare, ma allo stesso tempo stare attenti!
Lasciate prima lavorare il Signore
Quando mi si presentano uno o più problemi — come succede spesso a tanti di noi — sono troppo incline ad avere come prima reazione: “Bene, Signore, cosa posso fare io per questa situazione? Qual è la risposta? Cosa posso fare io per alleviare la situazione o aiutare a risolverla?” Ma la mia prima reazione dovrebbe essere di chiedere prima al Signore di lavorare nella situazione e fare quello che solo Lui può fare.
Spesso, naturalmente, il Signore vuole che noi facciamo qualcosa subito, ma allo stesso tempo dovremmo essere molto coscienti del fatto che abbiamo bisogno del suo aiuto, e dovremmo dire: “Signore, per favore, occupati di questa situazione”; e poi pregare: “Per favore, aiutami a fare la mia parte”.
Troppo spesso prego subito e chiedo al Signore cosa posso fare io, quale soluzione devo trovare io. Invece ci sono molte cose che il Signore, con il suo Spirito, può fare prima, o almeno simultaneamente, a quello che mostra a me di fare.
Quando non si può fare altro che pregare, spesso è più facile affidare tutto alla preghiera; ma quando si ha l’autorità o il potere di fare qualcosa per una situazione, spesso sembra più facile e più rapido cercare di risolverla da soli.
Buttandoci immediatamente in una situazione difficile e facendo quel che possiamo per risolvere le cose e “aggiustare tutto” mettendo insieme tutti i pezzi, potremmo usurpare il potere del Signore e interferire con quello che Lui vuole fare.Questo è l’atteggiamento che avevo inconsciamente e il Signore mi ha mostrato che anche se ho l’autorità per fare qualcosa in una certa situazione, non è sempre quello che Lui preferisce. La prima cosa che dovremmo fare è chiedergli di intervenire soprannaturalmente nella situazione e cambiarla secondo la sua volontà. E poi può usarci come desidera.
Il Signore mi ha ricordato: “Non faresti meglio a pregare che Io intervenga nella situazione, che Io la cambi, che cambi i cuori e gli atteggiamenti, che faccia qualcosa di soprannaturale al riguardo, prima di intrometterti e fare tutto nel braccio della carne?”
Troppo spesso anticipiamo il Signore, senza dargli il tempo di operare. Usurpiamo il suo posto e interferiamo con quello che vuole fare, con gli interventi e i miracoli per cui vorrebbe ricevere tutta la gloria e il merito. Troppo spesso ci intrufoliamo e cerchiamo di fare le cose nel braccio della carne senza chiedergli disperatamente di risolvere le cose per mezzo del suo Spirito Santo, e senza renderci conto che le nostre soluzioni non serviranno a molto, se il Signore, tramite il suo Spirito, non opera nel cuore delle persone.
Spesso sembra più facile se ci diamo da fare noi e cerchiamo di decidere noi cosa bisogna fare in una situazione, invece di pregare disperatamente e chiedere al Signore di intervenire. Ci dà la sensazione di essere utili e ci sembra di fare veramente il necessario, solo perché saltiamo fuori con risposte e soluzioni.
La nostra preghiera principale dovrebbe essere che il Signore lavori nel cuore e nella vita delle persone. Dopo che abbiamo veramente “rimesso le nostre vie al Signore” e “gettato i nostri pesi su di Lui”,[2] allora possiamo confidare che ci guiderà nel ruolo che vuole affidarci.
C’è un tempo per aspettare e un tempo per fare un’azione immediata e dobbiamo chiedere al Signore di darci la saggezza di discernere ciò che è necessario. Spesso scopriamo che quando affidiamo una situazione al Signore e preghiamo che cambi le cose, dandogli il tempo di operare, Lui lo fa e poi ci fa anche vedere chiaramente quello che possiamo fare noi.
Titolo originale: Pointers on Prayer. Tradotto da A. Maffioli e S. Marata.
Pubblicato originariamente nel marzo 1990.
Adattato e ripubblicato il 15 settembre 2014.
Letto in Inglese da Debra Lee.