Peter Amsterdam
È Natale, un periodo dell’anno così bello! Mi piace ogni volta che arriva, perché con il suo avvicinarsi le persone tendono a essere più grate le une per le altre. Sono più consapevoli dell’importanza di parenti e amici e spesso sono più generosi e disposti ad aiutare i poveri e i bisognosi. In generale c’è più amore nell’aria, durante la stagione natalizia. Mi piace davvero!
Una cosa in particolare che mi piace di questo periodo dell’anno è che con l’avvicinarsi del Natale le persone sembrano più ricettive quando si parla loro di Gesù. È una cosa molto bella, perché ci offre maggiori opportunità di condividerlo con gli altri.
Negli ultimi giorni ho meditato sul significato del Natale e della sua bellezza. Il Natale celebra la nascita più importante nella storia dell’umanità, quando il Figlio di Dio entrò fisicamente nel mondo, come Dio e come uomo, nella persona di Gesù. Mai, prima e dopo di allora, è nata una persona così unica e importante.
In quel giorno tanto importante un angelo apparve ad annunciare la sua nascita ad alcuni pastori che curavano le pecore di notte. Quando lo fece, la gloria del Signore risplendette sui pastori, che si spaventarono. L’angelo disse loro: “Non temete, perché vi annunzio una grande gioia che tutto il popolo avrà; poiché oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore”.1 Dopo l’annuncio della nascita del Salvatore, improvvisamente una moltitudine di angeli si unirono al primo. Lodando Dio e dicendo: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.2
Mentre pensavo all’annuncio dell’angelo, m’è venuto in mente un altro avvenimento che aveva a che fare con la nascita di Gesù. Dato che Egli era il primo figlio di Maria, secondo la legge di Mosè doveva essere presentato al tempio per la purificazione. Quando Giuseppe e Maria lo portarono al tempio per la cerimonia, incontrarono un vecchio di nome Simeone, al quale lo Spirito Santo aveva rivelato che “non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».”3
Queste due proclamazioni – quella dell’angelo che aveva proclamato: “Vi annunzio una grande gioia che tutto il popolo avrà” e quella di Simeone, che aveva detto: “i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti” – esprimono il significato e lo scopo della nascita del Figlio di Dio. Entrambe le dichiarazioni ci dicono che Gesù venne sulla terra per salvare tutti quelli che avrebbero creduto in lui, ebrei o gentili.4 La salvezza, affermarono, è disponibile a tutti grazie a Gesù.
La nascita di Gesù e la sua venuta sulla terra come essere umano erano necessarie per la salvezza dell’umanità. La sua nascita, vita, morte, resurrezione e ascensione al cielo erano tutte necessarie per la salvezza – mia, tua e di tutti.
Il messaggio di Natale era il messaggio di Giovanni 3,16, anzi, vi aggiungerei anche il versetto 17: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui”.
Dice: chiunque crede. Dice: perché il mondo si salvi per mezzo di Lui. La salvezza è disponibile per tutti. È il regalo che Dio ci fa in Gesù – il dono divino per l’umanità.
Anche se è Dio che ha fatto il dono, il nostro mandato come cristiani è di aiutare a diffonderlo. In termini natalizi, saremmo una specie di Babbo Natale: la persona che porta i regali. Mi ricorda una cosa detta dall’apostolo Paolo: “Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?5
Come potranno conoscere il regalo di Natale che ha il potere di cambiare la vita ed è disponibile per loro? Come faranno a sentirne parlare? Chi glielo dirà? Chi può essere un Babbo Natale e portare il regalo più prezioso che sia mai stato consegnato: la vita eterna? La risposta è: tutti noi cristiani. Siamo noi quei predicatori, quei testimoni, quei messaggeri, e a Natale siamo quei babbi natale che aiutano a portare il regalo.
Gesù lasciò la gloria celeste per scendere sulla terra e mettere la salvezza a disposizione di tutti. Ne pagò il prezzo perché noi potessimo ricevere il suo dono gratuito – e l’abbiamo ricevuto. Abbiamo le ricchezze della vita eterna, mentre ci sono persone che non l’hanno. La nostra gioia è che abbiamo il privilegio di offrire quelle stesse ricchezze ad altri, di distribuire i regali più belli che siano mai stati fatti. Ovviamente, farlo ci costa qualcosa. Ci vuole tempo e dobbiamo fare lo sforzo di attaccare discorso con una persona sconosciuta, o di parlare di cose più profonde con i vostri amici o colleghi, o di chiedere offerte o raccogliere alimenti, giocattoli o altri oggetti per distribuirli alle persone bisognose.
Il motivo per cui facciamo questi sforzi è di avere la possibilità di offrire quel regalo, perché il Regalo stesso ci chiede di farlo. Lo amiamo, lo serviamo e lo seguiamo. È venuto per la salvezza del mondo e il nostro ruolo di suoi discepoli è di farlo conoscere ad altri. Non solo abbiamo la gioia della nostra salvezza, ma abbiamo anche la gioia aggiuntiva di partecipare alla salvezza degli altri. Mi piace il fatto di poter essere tutti dei babbi natale in questo periodo dell’anno.
Ogni sforzo, grande o piccolo che sia, per portare agli altri Gesù, il regalo divino più grande che esista, è importante, perché rende possibile a qualcun altro conoscere Lui. È bello condividere questo dono con gli altri. “Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!6
1 Luca 2,10–1.
2 Luca 2,13–14 CEI.
3 Luca 2,26–32
4 “Le nazioni”, “le genti”, o “i gentili” erano tutti quelli che non erano ebrei. Ai tempi di Gesù la salvezza era disponibile solo agli ebrei grazie alla loro fede nell’unico vero Dio, il Dio di Israele, e alla loro obbedienza alla legge di Mosè. I gentili, genericamente parlando, non potevano ricevere la salvezza se non convertendosi al giudaismo. Tutti quelli che non erano ebrei erano chiamati gentili. La morte di Gesù rese disponibile a tutti la salvezza.
5 Romani 10,13–14.
6 Romani 10,15.
Titolo originale: Are You Santa Claus?
Pubblicato originariamente sull'Ancora in Inglese il 4 dicembre 2013.
Letto in Inglese da Peter Amsterdam
Versione italiana affissa il 5 dicembre 2013.