Lasciate spazio per le sorprese di Dio nel vostro percorso professionale

Ottobre 29, 2013

Stephen Martin
[Articolo di Stephen Martin postato il 17 aprile 2013 su www.thehighcalling.org]


Una volta ho fatto un elenco delle cose migliori che mi sono successe durante la mia carriera e ho vito che non sono stato personalmente responsabile di quasi nessuna di loro.

Sì, ho lavorato sodo per approfittare delle opportunità; ma il fatto che le opportunità fossero arrivate aveva pochissimo a che fare con me. C’è stato, per esempio, il giornalista che nel mio primo anno d’università ha sostituito il mio consulente di facoltà malato e che ha lanciato la mia carriera di scrittore. La responsabile delle relazioni pubbliche che stava lasciando il suo impiego e ha menzionato lì per lì che avrei dovuto fare domanda per subentrare. Un’email non sollecitata da parte di un editore, che ha portato a un contratto per un libro. Tutte queste cose mi hanno aiutato a crescere in maniera enorme, non solo professionalmente, ma anche spiritualmente.

Al contrario, quando ho cercato di forzare le cose, spesso mi sono scoppiate in faccia. Questo è uno schema che non si limita alle carriere secolari. Mio zio, Padre Francis Fugini, sacerdote nell’ordine dei Cappuccini da quasi sessant’anni, lo sa di persona. Se la sua carriera, che l’ha portato dalla Pennsylvania a Papua Nuova Guinea gli ha insegnato una cosa, è questa:

Tu non sai di che cosa hai bisogno.

Ma Dio sì.

“Non volevo fare l’insegnante, quando sono stato ordinato. Volevo essere un pastore d’anime”, ha detto mio zio, che crebbe nella parte occidentale della Pennsylvania e fu mandato in Kansa come educatore dal suo ordine. “Ma i miei sedici anni d’insegnamento e di amministrazione hanno portato benedizioni che non posso nemmeno cominciare a enumerare”.

Anni più tardi, non ha voluto tornare a Pittsburgh per un incarico distante appena un’ora da dove era cresciuto. “Dopo aver vissuto sedici anni in Kansas, mi ero adattato alla cultura locale, ai campi piatti e interminabili di grano e altro, e alla fede di persone che lavorano duro. Al seminario avevamo ettari aperti attorno a noi, con un campo da calcio, campi da tennis e prati. L’immagine che mi facevo di Pittsburgh era di stare seduto in un ufficio con la responsabilità del personale di tutta la nostra provincia, da Baltimore a Denver, con un cortiletto chiuso da ogni lato, in mezzo alle strade della città, agli edifici commerciali e al traffico cittadino”.

Si trasferì ugualmente. I suoi voti sacerdotali di povertà, castità e ubbidienza non gli lasciavano scelta.

“Dopo essermi sistemato”, dice, “mi ricordo distintamente di aver provato un senso di pace. Era la grazia all’opera per aver detto di sì a qualcosa che inizialmente non volevo fare. Dio mi voleva lì e Dio benedì tutti i miei sforzi. Questa è una lezione preziosa che è rimasta con me per tutta la vita e si ripresenta ogni volta che affronto una sfida nuova”.

Il ministero pubblico di Gesù non fu il risultato di un piano strategico di tre anni. Si trattava solo di approfittare delle opportunità man mano che si presentavano mentre si spostava di villaggio in villaggio, chiamando un apostolo qui, guarendo un bambino malato là, insegnando alle folle in qualsiasi posto si radunassero.

Gesù fece adattare la sua missione alle circostanze. Troppo spesso ci aspettiamo che avvenga al contrario.

Non per dire che dovremmo aspettarci che Dio si occupi del nostro percorso professionale per noi. Dobbiamo pensare alla nostra istruzione, cercare di identificare le nostre capacità e le nostre passioni, fare del nostro meglio nel lavoro che abbiamo — tutte le cose che ci hanno detto mentre crescevamo.

E alla fine, dobbiamo lasciare spazio alle sorprese.

 


Un post di Stephen Martin, scrittore di discorsi e giornalista, nel suo blog The Messy Quest. Il suo primo libro, The Messy Quest for Meaning, che esplora il modo per scoprire la propria chiamata, è stato pubblicato l’anno scorso dalla casa editrice Sorin Books.
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Titolo originale: Leave Room for God's Surprises in Your Career Path
Pubblicato sull'Ancora in Inglese il 30 agosto 2013. Versione italiana affissa il 29 ottobre 2013.

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