Vivere con uno scopo

Luglio 31, 2013

Rick Warren

Il pastore Rick Warren, autore del libro La vita con uno scopo, riflette sulla sua crisi dopo il grande successo del suo libro. Spiega come crede che Dio abbia l’intenzione di usare i talenti e l’influenza di ognuno di noi per fare del bene.

Questo discorso sul sito TED [in inglese] dura 21 minuti. Sono disponibili trascrizioni in varie lingue. La trascrizione in italiano è presentata qui sotto.

Rick Warren è l’autore di La vita con uno scopo, che ha venduto oltre trenta milioni di copie in tutto il mondo. La sua è diventata una voce molto influente nell’applicazione dei valori della sua fede a problemi come quelli della povertà globale, dell HUV/AIDS e dell’ingiustizia.


Rick Warren: Vivere con uno scopo

Filmato Feb 2006 • Postato Lug 2006 • TED2006

Spesso mi viene chiesto: cosa ti sorprende del libro? E io rispondo: il fatto di averlo scritto. Non lo avrei mai immaginato, nemmeno dando libero sfogo alla mia fantasia, in realtà non mi considero nemmeno un autore. Spesso mi chiedono anche: perché credi che così tante persone l’abbiano letto? Se ne vendono ancora milioni di copie ogni mese. Credo si debba al fatto che il vuoto spirituale sia una malattia universale. Credo che arrivi un giorno in cui poggiamo la testa sul cuscino e fra noi pensiamo: “La vita dev’essere più di questo.” Svegliarsi al mattino, andare a lavoro, tornare a casa e guardare la tv, andare a letto, svegliarsi la mattina, andare a lavorare, tornare a casa, guardare la tv, andare a letto, andare alle feste durante il fine settimana. Molta gente dice: “Vivo.” No, questo non è vivere, ma solo esistere. Solo esistere. Credo ci sia davvero un desiderio interiore. Credo davvero in ciò che ha detto Cristo. Credo che voi non siate un errore. I vostri genitori potrebbero non avervi pianificato, ma Dio sì. Credo si possa diventare genitori per sbaglio, non c’è dubbio. Ma non credo si nasca per sbaglio.

E credo che voi siate importanti. Credo che voi siate importanti per Dio, per la storia, credo siate importanti per l’universo. Penso che la differenza fra ciò che io definisco una vita di sopravvivenza, una vita di successo e una vita dotata di senso sia nel chiedersi: perché diamine sono qui? Incontro molte persone davvero intelligenti che si chiedono: “Ma perché non riesco a risolvere i miei problemi?” Incontro anche molte persone di grande successo che mi chiedono: “Perché non mi sento più appagato? Perché mi sento falso? Perché sento come se dovessi fingere di essere più di ciò che sono?” Credo dipenda dal problema legato al senso, al significato, allo scopo. Credo dipenda dal chiedersi: perché sono qui? Per quale ragione? Dove sto andando? Non è un problema religioso questo è un problema umano.

Volevo dire a Michael, prima che parlasse, che apprezzo davvero ciò che fa, perché rende il mio lavoro molto più facile. Come pastore, incontro molte persone stravaganti. Ho imparato che ci sono persone bizzarre in ogni ambito della vita. La religione non ha il monopolio al riguardo, ma ci sono molti folli religiosi. Esistono pazzi laici, pazzi furbi, pazzi stupidi. Ci sono persone - una signora è venuta da me l’altro giorno, ed aveva un pezzo di carta bianco - Michael questa ti piacerà - e ha detto: “Cosa ci vedi?” Ho guardato e ho risposto: “Oh, non vedo nulla.” E lei: “Beh, io vedo Gesù”, ha iniziato a piangere e se n’è andata. E io: “Ok. Bene. Umh. Buon per te.”

Quando il libro è diventato il più venduto al mondo degli ultimi tre anni, ho avuto la mia piccola crisi. Mi chiedevo: qual è lo scopo di tutto ciò? Perché ha portato enormi quantità di denaro. Quando scrivi il libro più venduto al mondo, vuol dire fiumi e fiumi di soldi. Ed ha significato essere sotto i riflettori. Non volevo nessuna delle due cose. Quando fondai Saddleback Church avevo 25 anni. Le detti vita insieme ad un’altra famiglia nel 1980. Decisi che non sarei mai andato in TV, perché non volevo essere una star, non volevo essere, e cito: “un evangelista, televangelista”, non fa per me. E di colpo, mi ritrovo con un fiume di denaro e sotto i riflettori. Non credo... è il mio punto di vista e lo condivido con voi, ognuno ne ha uno.

Ognuno scommette la propria vita su qualcosa. Voi state scommettendo la vostra vita su qualcosa e fareste semplicemente meglio a sapere su cosa. Dunque, tutti scommettono la propria vita su qualcosa. e la mia scommessa era quella di credere che Gesù fosse chi diceva di essere. Ma ognuno, ed io credo in una società pluralista, ognuno sta puntando su qualcosa. Quando ho fondato la chiesa, sapete, non avevo intenzione di fare ciò che faccio oggi. Poi ho scritto questo libro e di colpo è semplicemente decollato, e io ho iniziato a chiedermi: “Qual è lo scopo di tutto ciò?” Perché, come dicevo, io non credo che i soldi o il successo arrivino per l’orgoglio personale, mai. Non ci credo. E quando scrivi un libro la cui prima frase è: “Non si tratta di te”, e, di colpo, diventa il libro più venduto della storia, dovete capire, beh, che io pensi che non dipenda da me. E’ una domanda davvero ovvia: allora, qual è la ragione?

Allora iniziai a pensare a quella che io chiamo l’amministrazione delle ricchezze e l’amministrazione del potere. Fondamentalmente penso che essere un leader significhi amministrare. Se sei un leader in un qualsiasi settore - negli affari, nella politica, nello sport, nell’arte, all’università, in qualunque settore - non possiedi nulla, lo stai solo amministrando. Per esempio, ecco perché credo nella tutela dell’ambiente. Questo pianeta non è mio. Non era mio prima che nascessi. Non sarà mio dopo la mia morte. Sono qui solo per circa 80 anni, tutto qui.

L’altro giorno ero ospite ad un talk show e uno dei presenti mi ha chiesto in tono provocatorio: “Cosa fa un pastore per tutelare l’ambiente?” Allora io gli ho chiesto: “Beh, non credi che agli esserei umani spetti il compito di rendere il mondo leggermente migliore per le generazioni future? Non credi che dovremmo essere degli amministratori di tutto questo, di prendere l’ambiente con serietà?” E lui ha detto: “No.” E io: “No?” E ho continuato: “Chiariamo questo punto. Non credi che come esseri umani - e non parlo di religione qui - non credi che come esseri umani siamo responsabili di prenderci cura di questo pianeta e renderlo appena un po’ migliore per la prossima generazione?” “No” ha detto. “Non più di qualsiasi altra specie”. Dicendo la parole ‘specie’ ha svelato la sua visione del mondo. Ha detto ancora: “Non sono più responsabile di quanto non lo sia una papera.” Beh, so che spesso ci comportiamo come delle papere, ma tu non sei una papera. Non sei una papera. E tu sei responsabile - questo è il mio punto di vista. Quindi, devi capire cos’è il tuo mondo, qual è la tua visione del mondo.

Il problema è che la maggior parte delle persone non ci si sofferma mai. Non si mettono mai a codificarlo, qualificarlo, quantificarlo, per dire: “Questo è ciò in cui io credo. Questa è la ragione per la quale credo in ciò che credo.” Personalmente non ho abbastanza fede per essere ateo. Ma voi forse sì, forse sì. La vostra visione del mondo determina tutto il resto nella vostra vita, perché determina le vostre scelte, i vostri rapporti, determina quanto credete in voi stessi. Decide davvero tutto nella vostra vita. Ciò in cui credete, ovviamente, e lo sapete, determina il vostro comportamento, e il nostro comportamento determina ciò che diventiamo nella vita.

Quindi quando iniziarono a piovere tutti questi soldi, insieme a tutta questa fama, mi sono chiesto: cosa ne farò? Io e mia moglie abbiamo deciso che con i soldi avremmo fatto 5 cose. Abbiamo detto: “Per prima cosa, non li useremo per noi.” Non sono andato a comprare una casa più grande. Non ho una pensione. Ho ancora la stessa Ford di quattro anni fa. Abbiamo deciso che non li avremmo usati per noi. In secondo luogo abbiamo deciso di smettere di ricevere uno stipendio per la chiesa di cui sono pastore. La terza decisione fu quella di sommare tutti i soldi che la chiesa mi aveva dato in 25 anni e restituirli. E li restituii perché non volevo che qualcuno pensasse che ciò che faccio lo faccio per soldi - non è così. Infatti, personalmente, non ho mai incontrato un prete o un pastore o un ministro della chiesa che lo facesse per denaro. So che si tratta di un luogo comune. Io non ne ho mai incontrato uno. Credetemi, ci sono modi molto più semplici di far soldi.

I pastori sono reperibili 24 ore su 24. Come i dottori. Ieri sono partito tardi. Speravo di poter essere qui, ma mio suocero è probabilmente nelle sue ultime 48 ore di vita a causa di un tumore. Ero lì e guardavo quest’uomo che ha vissuto la sua vita ed ha oggi 85 anni e sta morendo in pace. Sapete, la vostra visione del mondo viene testata non su come reagite quando tutto va bene. La visione del mondo di una persona viene messa alla prova al suo funerale. Avendo assistito letteralmente a centinaia, se non migliaia, di funerali, [dico che] fa la differenza. Ciò in cui si crede fa la differenza.

Insomma, decidemmo di restituire tutto e in seguito abbiamo dato vita a tre fondazioni, concentrandoci su tre fra i maggiori problemi del mondo: analfabetismo, povertà, pandemie - in particolare l’aids - ed in queste tre fondazioni abbiamo investito i soldi. L’ultima cosa che abbiamo realizzato è stata quella che io chiamo ‘la decima al contrario’. Vale a dire: quando io e mia moglie ci siamo sposati 30 anni fa, abbiamo iniziato a pagare la decima. C’è un principio nella Bibbia secondo il quale bisogna dare il 10 per cento di ciò che si guadagna in beneficenza, per aiutare gli altri. Iniziammo a farlo ed ogni anno abbiamo aumentato la decima dell’un per cento. Così dopo il primo anno di matrimonio offrimmo l’11 per cento, il secondo il 12 per cento, il terzo il 13, e così via. Perché lo abbiamo fatto? Perché ogni volta che dono, allento la presa del materialismo sulla mia vita. Materialismo significa prendere - prendi, prendi, prendi, prendi più che puoi, mettilo via, siediti sulla cassaforte e usa il resto. E’ avere di più. Associamo la bella vita all’essere belli. Ecco la cosa più importante: essere belli, sentirsi bene e avere i soldi. Ma questa non è la bella vita. Incontro ogni giorno persone che hanno tutto questo, e non sono necessariamente felici. Se i soldi rendessero davvero felici, allora le persone più ricche della terra sarebbero anche le più felici. Personalmente, so che non è così. Non è così.

Quindi essere felici non viene dall’essere belli, dal sentirsi bene o dall’avere i soldi, ma dall’essere buoni e dal fare il bene. Dall’offrire la propria vita. Il senso della vita non viene dallo status, perché ci sarà sempre qualcuno che avrà più di te. Non viene dal sesso. Non viene dallo stipendio. Ma dal servire. E’ offrendo la nostra vita che troviamo il senso, il significato. E’ così che siamo stati concepiti, (da Dio, secondo me). Così iniziammo a donare, e oggi, a distanza di 30 anni, io e mia moglie paghiamo una decima al contrario - nel senso che doniamo il 90 per cento e viviamo del dieci. Questa in realtà è stata la parte facile. La parte difficile è stata capire cosa avrei fatto dell’attenzione che avevo addosso. Perché iniziai a ricevere ogni tipo di invito. Vengo da una serie conferenze che per quasi un mese mi hanno condotto in tre diversi continenti, ma non mi addentrerò nel tema, anche se è stato magnifico. Così mi chiedevo: cosa farò della fama portata dal libro?

Essendo un pastore, mi misi a leggere la Bibbia. C’è un capitolo chiamato Salmo 72, e contiene la preghiera di Salomone che chiede di divenire più influente. Quando leggete questa preghiera suona incredibilmente egoista, egocentrica. Sembra che egli chieda: “Signore, voglio essere più famoso.” Questo è ciò che chiede. Dice: “Voglio che tu mi renda più famoso. Voglio che tu diffonda il mio nome in ogni terra, voglio che tu mi dia potere, voglio che tu mi renda conosciuto. Voglio che tu mi renda più influente.” Sembra dunque la richiesta più egoista che si possa fare attraverso una preghiera. Almeno fino a quando non si legge l’intero salmo, l’intero capitolo. Dove egli dice: “Così che il re” - [Salomone] era re d’Israele al tempo e al culmine del suo potere - “così che il re possa prendersi cura della vedova e dell’orfano, sostenere gli afflitti, difendere gli indifesi, prendersi cura dei malati, assistere i poveri, parlare in difesa degli stranieri, dei prigionieri.” In pratica sta parlando degli emarginati.

E per come l’ho letto io l’ho interpretato e pensato, ciò che si dice qui è che lo scopo del potere è poter parlare a nome di coloro che ne sono privi. Lo scopo del potere non è innalzare il proprio ego, o la stima dei vostri beni. E, per inciso,la stima dei vostri beni è cosa diversa dalla stima per voi stessi. La vostra ricchezza non dipende dalle vostre ‘ricchezze’ ma è basata su una serie di cose. Dunque lo scopo del potere è quello di parlare in difesa di coloro che non ne hanno. E dovetti riconoscere che non sapevo quando fosse stata l’ultima volta che ho pensato alle vedove e agli orfani. Non sono nel mio raggio d’azione. Sono il pastore di una chiesa situata in una delle zone più ricche d’America, un insieme di strutture residenziali con la sbarra all’ingresso. La mia chiesa è piena di dirigenti aziendali e scienziati. Potrei non vedere mai, e dico mai, un senzatetto per 5 anni di fila. Non sono sulla mia strada. Infatti stanno 13 miglia a nord, nella zona di Santa Ana. Così mi dissi, “Va bene, Userò tutto il potere e l’influenza che ho per aiutare coloro che non hanno né l’una né l’altro.”

Sapete, nella Bibbia c’è una storia su Mosè. Che ci crediate o meno, per me non fa differenza. Se avete visto il film ‘I dieci comandamenti’, c’è la scenda di Mosè che si rivolge a Dio accanto al roveto ardente. E Dio dice: “Mosè, cos’hai in mano?” Credo sia una delle domande più importanti che vi possano fare. Cos’hai in mano? Mosè risponde: “Un bastone. Un bastone da pastore.” E Dio dice: “Gettalo a terra.” Se avete visto il film ricorderete che, gettato a terra, [il bastone] diventa un serpente. E allora Dio dice: “Raccoglilo.” [Mosè] Lo raccoglie e diventa di nuovo un bastone. Letta questa storia mi chiesi: cosa significa? Cosa significa? Beh, io so un paio di cose. Primo: Dio non fa mai miracoli per mettersi in mostra. Come per dire: “Forte, eh?” E, per inciso, il mio Dio non ha bisogno di manifestarsi su una fetta di pane. Sapete, se Dio decide di manifestarsi, non lo farà su una fetta di pane.

(Risate)

Capito? Ecco perché adoro ciò che fa Michael, perché è lui a occuparsi di ciò, così non lo devo fare io. Ma Dio - il mio Dio - non ha bisogno di mostrarsi sulla foto di un irrigatore. Ha modi più efficaci di questi per fare ciò che vuole fare. Ma non fa miracoli solo per mettersi in mostra.

Secondo, se Dio vi fa una domanda conosce già la risposta. Ovviamente, se è Dio, ciò significa che quando vi fa una domanda lo fa per il vostro bene, non per il Suo. Quindi chiese: “Cos’hai in mano.” Cos’aveva in mano Mosè? Un bastone da pastore. Seguitemi.

Questo bastone rappresentava tre cose nella vita di Mosè. Primo, la sua identità. Era un pastore. Era il simbolo del suo lavoro. Era un pastore e quello era il simbolo della sua identità, della sua posizione, del suo lavoro. Secondo, era il simbolo non solo della sua identità, ma del suo reddito, perché tutti i suoi beni erano legati alla pastorizia. A quei tempi nessuno aveva il conto in banca, o l’American Express card, o fondi di investimento. I beni di ciascuno dipendevano dal gregge. Era quindi simbolo della sua identità e del suo reddito. Terzo: era il simbolo del suo potere. A cosa serve un bastone da pastore? A spostare le pecore da un punto all’altro, con le buone o con le cattive. Si possono trascinare o spingere, una delle due. Quindi Lui dice: “Spogliati della tua identità. Cos’hai in mano? La tua identità, il tuo reddito, il tuo potere. Cos’hai in mano?” Lui dice: “Se ti spogli della tua identità, io le darò vita. Ne farò cose che non puoi nemmeno credere possibili.” E se avete visto il film ‘I dieci comandamenti’, sapete che tutti i miracoli che avvengono in Egitto vengono realizzati attraverso quel bastone.

L’anno scorso sono stato invitato a parlare in occasione dell’incontro NBA All-stars. Ho poi parlato con i giocatori, perché la maggior parte dei giocatori NBA, NFL e di altre squadre ha seguito i ‘40 giorni con uno scopo’ descritti nel libro. Ho chiesto loro: “Cosa avete in mano? Cosa avete in mano?” Aggiungendo: “Una palla da basket, e quella palla rappresenta la vostra identità, chi siete. Siete giocatori dell’NBA. Rappresenta il vostro reddito. Guadagnate molti soldi grazie a quella palla. Rappresenta la vostra influenza. Anche se giocherete nell’NBA solo per qualche anno, sarete dei giocatori NBA per tutta la vita. Cosa che vi dà un potere enorme. Cosa farete, dunque, di ciò che vi è stato dato?”

Credo questo sia anche il motivo principale per cui io sono qui oggi, per chiedere a tutti voi, brillanti oratori del TED, ‘Cosa avete in mano?” Cos’è che vi è stato donato? Talento, formazione, istruzione, libertà, contatti, opportunità, ricchezza, idee, creatività. Cosa state facendo con ciò che vi è stato dato? Questa per me è la domanda cruciale nella vita. Ecco cosa significa, per me, essere guidati da uno scopo. Nel libro parlo del modo in cui siete stati congegnati, plasmati, per fare certe cose. Questa piccola croce porta doni spirituali, cuore, abilità, personalità ed esperienze. Queste cose vi plasmano. Se volete sapere cosa dovete fare nella vostra vita, dovete osservare come siete fatti. Per cosa sono stato pensato? Perché Dio avrebbe dovuto rendervi capaci di fare una cosa e poi impedirvi di farla? Se siete nati per fare l’antropologo, farete l’antropologo. Se siete nati per fare l’esploratore marino, farete l’esploratore marino. Se siete nati per fare affari, farete affari. Se siete nati per dipingere, dipingerete.

Sapete che Dio sorride quando siete voi stessi? Quando i miei ragazzi erano piccoli - ora sono cresciuti, sono nonno - mi andavo a sedere sul bordo dei loro letti, e li guardavo dormire. Guardavo i loro corpicini alzarsi ed abbassarsi, alzarsi ed abbassarsi. Li guardavo [e pensavo] questo non è un errore. Alzarsi ed abbassarsi. Ero felice solo guardandoli. Alcuni hanno l’idea sbagliata per cui Dio è felice quando facciamo ‘cose spirituali’, come andare in chiesa o aiutare i bisognosi, o, che so, confessarci o cose di questo tipo. La verità è che Dio è felice quando vi guarda essere voi stessi. Perché? Vi ha creati lui. E quando fate ciò per cui siete stati creati lui dice. “Questo è il mio ragazzo. Questa è la mia ragazza. State usando il talento e l’abilità che io vi ho dato.” Dunque il consiglio che vi do è di guardare a cosa avete in mano - la vostra identità, il vostro potere, il vostro reddito - e dire “Non è per me. Serve a rendere il mondo un posto migliore.”

Grazie.

http://www.ted.com/talks/rick_warren_on_a_life_of_purpose.html
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Titolo originale: A Life of Purpose
Pubblicato originariamente sull'Ancora in Inglese il 28 Giugno 2013.

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