Che cosa ne hai fatto della tua vita?

Luglio 20, 2013

di David Brandt Berg

Scarica l'audio originale in Inglese (8.5MB)

Appena prima di andare a dormire la notte scorsa, avevamo parlato delle cose successe durante il giorno, di quello che avevamo portato a termine e forse anche di alcuni errori; avevo detto a Maria: “Spero di star facendo del mio meglio. Spero di star facendo quello che il Signore desidera e quello che va meglio per il suo lavoro; spero che le nostre pubblicazioni siano una benedizione. Voglio essere sicuro che siano ispirate dal Signore e rispettino la sua volontà”.

È bene prendere in esame le cose alla fine della giornata e riflettere per un momento sul giorno e sulle cose concluse, a volte anche sugli errori, per valutarlo e vedere se abbiamo veramente fatto qualche progresso nel lavoro del Signore, nella sua volontà e in quello che vuole che facciamo.

È stato un giorno che il Signore ha fatto? È stato un giorno nel quale avete fatto la sua volontà e Lui ha potuto fare a modo suo? È stato un giorno per il quale siete grati perché siete sicuri che il Signore ne è contento e quindi anche voi siete contenti di come sono andate le cose e di quello che avete fatto durante la giornata?

Quando andiamo a letto la sera, è bello riflettere su queste cose e valutarle, per vedere se stiamo ubbidendo al Signore, se lo stiamo compiacendo, così che quel giorno Lui potrà dire di voi: “Bene, servitore buono e fedele. Entra nella gioia del tuo Signore” —e il vostro sonno è tranquillo e soddisfatto perché avete fatto del vostro meglio e potete riposare in pace.

È molto simile all’atteggiamento che noi persone più anziane abbiamo spesso quando ci avviciniamo alla fine del giorno della vita e alla notte del nostro sonno nella morte, al riposo temporaneo dalle nostre fatiche, fino all’alba di quel nuovo giorno glorioso, quando arriverà Gesù! Ripensiamo alla nostra vita, ricordiamo le nostre azioni e le nostre parole e ci chiediamo se abbiamo fatto del nostro meglio per Gesù.

C’era una vecchia canzone che cantavo spesso: “Mi chiedo se ho fatto del mio meglio per Gesù, quando Lui ha fatto così tanto per me”, una bella canzone che parla di fare una valutazione della vita e delle nostre realizzazioni, quando a volte ci chiediamo se abbiamo veramente fatto del nostro meglio per Lui e abbiamo realizzato quello che voleva da noi.

È stata veramente una vita vissuta per Lui, con la sua potenza, la sua forza e la sua guida nella sua volontà, portando i frutti dello Spirito e della sua Parola: anime nate nel regno di Dio per sempre? Bambini istruiti nella sua Parola? Ragazzi più grandi cresciuti nella disciplina e nell’ammonizione del Signore, imparando a servirlo e a vivere per Lui?

La domanda è: “Che cosa hai fatto della tua vita?” — e spesso è la domanda che faccio a me stesso quando mi sdraio per riposare la notte. È la domanda che ci facciamo verso la fine della nostra vita, quando ci prepariamo a riposare dalle fatiche di questa esistenza: “Che cosa ho fatto della mia vita?”

Molte persone che hanno avuto esperienze di vita dopo la morte hanno detto che quando si sono trovate davanti all’angelo della morte e al giudizio, nella luce splendente alla fine del tunnel buio della morte, la domanda che quasi tutti dicono esser stata chiesta loro quando si sono trovati di fronte all’angelo del giudizio è stata: “Che cosa hai fatto della tua vita?”

Questa è una buona domanda da farsi alla fine di ogni giornata: “Che cosa ho fatto della mia vita oggi? Che cosa ho fatto per Gesù?” Un’altra vecchia canzone dice:

“Che ne farai di Gesù?
Non puoi essere neutrale.
Un giorno il tuo cuore ti chiederà:
che cosa ne farà Lui di me?”

Che ne ho fatto di Gesù e che ne farà Lui di me? Che cosa ho fatto della mia vita e cosa ne farà Lui del modo in cui ho vissuto? Quale sarà la mia ricompensa per il mio fedele servizio? L’ho compiaciuto? L’ho soddisfatto? Ho fatto del mio meglio per Gesù? Se no, quale sarà la mia vergogna per i miei fallimenti, gli errori e le disubbidienze, per essere uscito dalla sua volontà e non averlo seguito abbastanza da vicino, per non aver portato a termine quello che voleva che realizzassi?

Gesù dice: “In questo è mio Padre glorificato, che portiate molto frutto”.1 Il Signore voleva che ogni cristiano portasse un frutto simile a lui, un altro cristiano, altri cristiani. Proprio come qualsiasi tipo di frutto si pianti, se piantate una mela, avrete una pianta piena di mele. Se una pera, avrete una pianta piena di pere; o un mango, una pianta piena di manghi; o una palma da cocco, una pianta piena di noci di cocco. Ogni cristiano dovrebbe seppellire la sua vita nel terreno del servizio a Dio, prendere la sua croce e seguire Gesù e portare frutto: altri cristiani come lui, se non migliori!

Gesù stesso ha detto: “Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto”.2 E se andremo fuori a morire ogni giorno per il Signore al suo servizio, porteremo molto frutto, altri cristiani che predicheranno il Vangelo ad altre anime smarrite e le condurranno al Signore!

È il minimo che Lui si possa aspettare dalla nostra vita e dalla nostra salvezza. È morto per salvare noi, perché non dovremmo noi morire per salvare altri? Anzi, l’apostolo dice: “In questo s’è manifestato per noi l’amore di Dio, che come Gesù è morto per noi, noi pure dobbiamo dare la vita per i fratelli”.3

Lo chiede a ciascuno di noi adesso: “Che cosa hai fatto della tua vita?” E lo chiederà a ciascuno di noi un giorno, quando dovremo affrontare quella domanda al momento del giudizio: “Che cosa hai fatto della tua vita?”

È la domanda che sarà rivolta a ciascuno di noi e che dovremmo farci ogni giorno; quella che Dio ci farà quando arriveremo alla fine del giorno della vita e ci troveremo davanti a Lui:

“Solo una vita, presto passerà,
solo ciò ch’è fatto per Cristo resterà”.

“Non si è sciocchi a dare una vita che non si può tenere, per guadagnare qualcosa che non si può perdere”.

“Allora Gesù disse ai suoi discepoli: Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.4 “E chiunque ha lasciato casa, fratelli, sorelle, padre, madre, moglie, figli o campi per amore del mio nome, ne riceverà il centuplo ed erediterà la vita eterna”.5 “In verità, in verità vi dico: Se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto”.

Dio vi benedica e vi protegga e faccia di voi una benedizione per molti. Non ve ne pentirete mai! Perché Dio è amore e vi ama e si prenderà buona cura di voi fino alla fine. E allora lo sentirete dire: “Va bene, servo buono e fedele; entra nella gioia del tuo Signore”6 — per sempre, con tutte le anime che avrete aiutato a portare con amore nel suo regno, eternamente!

Mi chiedo se ho fatto del mio meglio per Gesù,
che morì su quel legno crudele:
Se penso al suo grande sacrificio sul Calvario,
so che il Signore si aspetta del mio meglio da me.

Le ore che ho sprecato sono tante,
le ore passate per Cristo così poche;
con tutta la mia mancanza d’amore per Gesù,
mi chiedo se anche il suo cuore si stia spezzando.

Mi chiedo se mi son curato abbastanza degli altri,
o se li ho lasciati morire in solitudine.
Avrei potuto aiutare un viandante a trovare il Signore,
avrei potuto seminare un seme d’amore.

Non rimarrò più giù nella valle,
scalerò le cime dei monti lassù;
il mondo sta morendo perché non ha nessuno
che gli parli dell’incomparabile amore di Gesù.

Quante anime perdute ho rialzato?
Quante anime incatenate ho liberato?
Mi chiedo se ho fatto del mio meglio per Gesù,
quando Lui ha fatto così tanto per me.7


1 Giovanni 15,8.

2 Giovanni 12,24.

3 1 Giovanni 3,16.

4 Matteo 16,24.

5 Matteo 19,29.

6 Matteo 25,23 NR.

7 Alfiere Edwin Young e Harry E. Storrs (1923).


Titolo originale: What Have You Done with Your Life?
Pubblicato originariamente nell'Ottobre 1982.
Aggiornato e ripubblicato in Inglese l'1 Luglio 2013.
Letto in Inglese da Bryan Clark.

Copyright © 2024 The Family International