Predicate il Vangelo in ogni momento e se necessario usate le parole

Giugno 26, 2013

Adele Richards

Adele Richards, madre di due figli, condivide alcuni pensieri sul predicare senza parole invece di fare prediche.

Da Revival Magazine, pubblicazione online di “Catch The Fire”, una rete mondiale di chiese. [Qui il link alla pagina in inglese.]

 

Quanta potenza è racchiusa nelle parole, in realtà? Secondo le statistiche il 55% delle comunicazioni è non-verbale, il 38% è comunicato dal tono della voce e solo il 7% è comunicato dalle parole. Il che mi fa chiedere se non sarebbe meglio che la maggior parte dei predicatori studiasse mimo invece di teologia. “Avanti, venite! Venite alla scuola biblica e imparate a salire e scendere su scalini invisibili, restare intrappolati in un cubo invisibile e tirare una corda che non c’è. Ne sarete entusiasti!”

A nessuno piace essere oggetto di una persuasione aggressiva.

La citazione “predicate il Vangelo in ogni momento e se necessario usate le parole” è attribuita a San Francesco d’Assisi, vissuto verso la fine del dodicesimo secolo. Viene da pensare a quali citazioni famose nel nostro secolo supereranno la prova dei secoli. Forse: “Ritornerò!” o “Mangiati i miei calzini!”. Oppure…

Chiaramente nel commento di San Francesco c’è qualcosa che echeggia nel corso dei secoli. Forse è perché alla maggior parte della gente non piace essere oggetto di una predica. È ironico, quindi, che la maggior parte dei servizi religiosi sia incentrata sulla “predica”. Per la maggior parte, i sermoni che ascoltate sono meravigliosi, ne sono certa. Quel che dà fastidio è il fervorino moralistico e predicatorio che ti spiega come dovresti vivere e perché stai facendo tutto sbagliato. Anche se non sono sicura che nelle chiese lo notiamo ancora, perché siamo così abituati a “sentire una predica”. È roba di tutti i giorni.

Più tempo si passa con la gente fuori dalla chiesa, più si vede nei loro occhi la diffidenza quando sentono che è in arrivo una “predica”. Sapete, quello sguardo che hanno quando dite che siete cristiani? Potete vedere le loro difese salire, in attesa della predica. E possono fiutarla da lontano.

Siamo onesti. A nessuno piace essere oggetto di una persuasione aggressiva. Che si tratti di qualcuno al telefono che cerca di vendervi un’assicurazione sulla vita, o di un venditore di auto usate che annuncia il miglior affare del secolo, riuscite a capire quando è interessato soltanto a vendere. Lo capite benissimo quando non gli interessa niente di voi. Se ne sente la puzza.

Ma il tipo geniale al bar, che chiaramente sa di cosa parla ed è felice di comunicare la sua esperienza gratis per qualche minuto, quella sì che è una cosa che piace. Perché gli fa piacere, perché vuole aiutarvi e perché a qualche livello siamo consapevoli di aver bisogno dell’aiuto di un esperto. Se non è troppo invadente, staremo ad ascoltarlo.

Così mi va benissimo l’idea di San Francesco che possiamo predicare il Vangelo senza fare i predicatori. Ma cosa ne dice Gesù, di tutto questo? Lui cita Isaia 61,1: “Lo Spirito del Signore, l’Eterno, è su di me, perché l’Eterno mi ha unto per recare una buona novella agli umili”. In ebraico, il verbo usato è piel, che in altri posti è tradotto con “predicare” e significa:

  1. rallegrare con una buona notizia
  2. recare, portare una notizia
  3. annunciare che (la salvezza) è una buona notizia, predicare.

Per me è la seconda definizione che è interessante. Fa sembrare più tangibile il “predicare”, a cui di solito associo solo il parlare. Ma quando si porta qualcosa a qualcuno, non si tratta solo di parole; c’è qualcosa da vedere, da toccare. È molto interessante.

Il mio piano è essere stupidamente innamorata.

E se avete una notizia veramente buona da dare a qualcuno, lui può capirlo ancora prima che apriate la bocca. È fisicamente difficile tenersela dentro! Il vostro atteggiamento vi tradisce. Vi brillano gli occhi! Entrate nella stanza con piedi leggeri. Portate dentro la buona notizia con voi. È possibile sentirla ancora prima che apriate la bocca. È contagiosa. Chi non vorrebbe sapere perché siete così elettrizzati? A quanto pare fa bene anche ai vostri piedi: “Quanto sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie!” (Romani 10,15).

Ho una confessione da fare. Sono piuttosto sicura che spesso non porto questo tipo di eccitazione in una stanza. Di certo non questo tipo di eccitazione che sprizza buone notizie. Ma ho la visione di sprizzare eccitazione, un giorno. Ho il sogno di avere piedi più belli — e non grazie alla pedicure. Il mio piano è essere stupidamente innamorata. Le persone innamorate sono visibilmente raggianti. Sono piene delle gioie della primavera, amano tutti e tutto, perché la vita è bella, perché sono INNAMORATE. Sì, io sarò così, raggiante e con gli occhi brillanti. Sì, lo amo. Per il momento stiamo uscendo insieme; ma un giorno m’innamorerò sul serio del mio Sposo e allora, attenti tutti, sarò una donna innamorata.

Si aggrappavano a ogni sua parola.

Quando Gesù entrava in una stanza, portava eccitazione. Quel che voglio dire è che la PORTAVA, la CONSEGNAVA. BUM! C’era qualcosa di sorprendente lì, nei suoi occhi. Gli bastò chiedere ai discepoli di seguirlo e loro lasciarono all’istante la vita di prima. I bambini gli correvano incontro. Ma Gesù usava anche le parole. Insegnava e predicava e diceva alle persone, didatticamente, cosa fare e cosa non fare. Raccontava anche storie. Molte storie. Che la maggior parte della gente non capiva. Perfino i discepoli dovettero chiedergli cosa mai significasse la parabola del seminatore. Tuttavia migliaia di persone lo seguirono sulla montagna, senza pranzo al sacco. Si aggrappavano a ogni sua parola, anche quando il loro cervello non riusciva ad afferrarne il significato. Perché?

Una volta ho sentito James Jordan, della “Fatherheart Ministries”, spiegare che, quando ascoltiamo un predicatore ispirato, quel che facciamo in realtà è bere dal suo spirito. James è un predicatore formidabile, ispirato; i suoi insegnamenti sono teologicamente strabilianti, ma non è questa la parte migliore. L’ho sentito predicare tutto il giorno, per giorni di fila. Ho sentito molte volte le stesse parole, ma erano sempre fresche perché parlava dal suo spirito; lasciava andare il suo spirito e così portava nella stanza la dolcissima presenza del Padre. Dava il messaggio. Dava.

Per questo prendere appunti durante le prediche sembra un po’ inutile. Se quello che il predicatore dice non entra nel tuo spirito, se non incontri Dio mentre parla e non hai un cambiamento, allora un blocco per appunti pieno di riferimenti ti servirà a ben poco.

I vostri amici non conoscono Dio, conoscono voi.

La vera predicazione non consiste nell’immettere informazioni nella testa di qualcuno. Dopotutto, “la conoscenza gonfia, ma l’amore edifica” [1 Corinzi 8,1]. Vera predicazione vuol dire comunicare l’Amore Stesso. Lo incontriamo quando il predicatore sa parlare dal cuore o dallo spirito. Come dice Gesù in Matteo 12,34, “la bocca parla dall’abbondanza del cuore”. Questa connessione tra cuore e bocca è essenziale:

Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione per ottenere salvezza (Romani 10,10).

Affinché con una sola mente e una sola bocca glorifichiate Dio, che è Padre del nostro Signore Gesù Cristo (Romani 15,6).

Se le nostre parole non combaciano con quello che c’è nel nostro cuore, allora sono vuote e senza potenza. Soltanto quando sono collegate con il nostro cuore hanno il potere di cambiare qualcuno. Quando predichiamo verbalmente alle persone fuori della chiesa, se la motivazione del nostro cuore è la manipolazione, se ne accorgeranno. Lo vedranno nella freddezza del nostro sguardo e l’annuseranno a un chilometro di distanza. Puzza.

Le parole sono potenti, ma i cuori ancora di più. I vostri amici non conoscono Dio, conoscono voi. Vi leggono. Leggono la vostra vita. Guardano per vedere se li amate davvero o se per voi sono soltanto un progetto di evangelizzazione. Se vogliamo essere predicatori incredibili, il nostro cuore deve continuare a farsi riempire dall’Amore Stesso. Lui ha un profumo meraviglioso. Quindi amiamolo, amiamo gli altri e innamoriamoci ancora più pazzamente di Lui, perché è lì che c’è la predica migliore. Oh… e potete usare anche delle parole. Se è necessario.


Titolo originale: Preach the Gospel at All Times, and When Necessary Use Words
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Pubblicato sull'Ancora in Inglese il 12 Giugno 2013.

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