Abbiamo bisogno gli uni degli altri

Compilazione

Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. —2 Corinzi 1:3–4

*

La peggior forma di solitudine per me è essere circondata da persone eppure sentirmi completamente sola. […] Il mondo gira, le persone interagiscono, la musica suona, e io sono lì in mezzo a tutto e sorrido all’esterno ma piango dentro. […]

Non ho mai compreso questo sentimento tanto come quando ho attraversato periodi difficili della vita e non sapevo a chi rivolgermi per chiedere aiuto. Poiché non sapevo cosa dire o con chi potevo parlare in tutta sicurezza, ho semplicemente vissuto le mie giornate fingendo di interagire con gli altri, […] ma sentendomi molto isolata.

Sono stupita dal numero di [persone] che provano la stessa cosa. Mi hanno passato dei bigliettini di persona o mi hanno scritto sui social media ammettendo di sentirsi sole, spesso a causa di ferite di cui non sono riuscite a parlare o che non sono riuscite a elaborare.

[Possiamo essere] così consumate dal dolore e così convinte che le cose non miglioreranno mai, da perdere di vista uno dei doni più grandi di Dio: Lui ci ha creato per vivere in una comunità di credenti dove possiamo appoggiarci alla fede di qualcun altro quando la nostra vacilla. Sono persone che possono aiutarci a vedere la speranza nonostante le nostre ferite. Amici che pregano per noi più di quanto ci parlino. Compagni di viaggio che possono condividere le loro testimonianze di cuori spezzati e poi guariti, così che non veniamo sopraffatti dal dolore di circostanze simili alle loro in cui ci troviamo noi.

Abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Dio ci ha creati perché ci aiutassimo a vicenda. […] In tutta la Bibbia, vediamo chiaramente espresso il bisogno che abbiamo gli uni degli altri.

«Due valgono più di uno solo, perché hanno una buona ricompensa per la loro fatica. Se infatti cadono, l’uno rialza l’altro; ma guai a chi è solo e cade, perché non ha nessun altro che lo rialzi» (Ecclesiaste 4:9-10).

«Perciò incoraggiatevi a vicenda ed edificatevi l’un l’altro, come già fate» (1 Tessalonicesi 5:11). […]

Con chi hai bisogno di condividere le tue lacrime? Chi ha bisogno di sapere che non è solo?

So quanto sia difficile aprirsi e parlare delle nostre delusioni più profonde. Capisco quanto possa essere terrificante la vulnerabilità. Ma so anche che c’è qualcun altro al mondo che affogherebbe nelle proprie lacrime se non vedesse le tue. E quando fai capire a un altro essere umano che non è solo, rendi il mondo un posto migliore. […]

Dio Padre, ti sono molto grata perché non sprechi nessuna delle mie lacrime. Voglio prendere le lezioni che sto imparando nella mia fragilità e usarle per aiutare qualcun altro a sentirsi meno solo, meno fragile, meno disperato. Nel nome di Gesù, amen. —Lysa TerKeurst¹

*

L’espressione «ferro affila ferro» si trova in Proverbi 27:17: «Il ferro affila il ferro, così l’uomo affila il volto del suo compagno». […]

Il proverbio indica anche il nostro bisogno di comunione gli uni con gli altri. L’uomo non è fatto per essere solo, infatti non ha forse il Signore Dio detto questo, persino prima della Caduta (Genesi 2:18)? Quanto più, allora, dopo la Caduta dell’Uomo, dobbiamo riunirci insieme ai nostri fratelli e alle nostre sorelle in Cristo per momenti di comunione e preghiera? […]

Il Signore stesso ha promesso che dove due o più sono riuniti nel suo nome, Lui è tra di loro (Matteo 18:20). […] «Ferro affila ferro» è un’opportunità di compiere la Legge di Cristo. […] È la stessa «legge regale» menzionata in Giacomo 2:8, in cui veniamo esortati ad amarci a vicenda. […] Di conseguenza, incoraggiamoci a trascorrere più tempo insieme, esortando, incoraggiando, pregando, ammonendo, condividendo la Parola di Dio, pregando secondo la Parola di Dio per i bisogni della nostra chiesa locale, affinché diventiamo più affilati nel ministero che il Signore ha assegnato a ciascuno di noi. —GotQuestions.org²

*

«Da parte nostra, cerchiamo d'incoraggiarci a vicenda nell'amore fraterno e nel fare il bene.Non trascuriamo le nostre riunioni, come fanno certuni regolarmente; incoraggiamole invece, esortandoci a vicenda, tanto più ora che il giorno del ritorno del Signore si avvicina» (Ebrei 10:24-25).

Con tutta la tecnologia di cui disponiamo oggi, siamo più connessi che mai nella storia dell’umanità. Allo stesso tempo, siamo più disconnessi che mai. Recentemente ho letto che i Millennial preferiscono mandare messaggi agli altri piuttosto che parlare con loro di persona. Quindi a volte non comunichiamo affatto tra di noi.

Qualcuno ha detto: «Stare insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, pensare insieme è unità, lavorare insieme è successo».

Dio ha dato a ogni cristiano i doni dello Spirito Santo. Non si tratta necessariamente di talenti personali, cioè delle capacità naturali con cui siamo nati. Sono doni che ci sono stati dati in modo soprannaturale da Dio, doni spirituali.

Li troviamo elencati in Romani 12:6-8: «Se Dio ti ha dato la capacità di profetizzare, parla con tutta la fede che Dio ti ha dato. Se il tuo dono è servire gli altri, servili bene. Se sei un insegnante, insegna bene. Se il tuo dono è incoraggiare gli altri, sii incoraggiante. Se è dare, dai generosamente. Se Dio ti ha dato capacità di leadership, prendi sul serio la responsabilità. E se hai il dono di confortare gli altri, fallo con gioia».

Noi credenti dobbiamo mettere da parte i nostri telefoni e parlare insieme, pregare insieme e lavorare insieme perché facciamo tutti parte del corpo di Cristo. Facciamo tutti parte della chiesa. Facciamo tutti parte della famiglia di Dio. Dobbiamo trovare il nostro posto nel corpo di Cristo e svolgere i compiti che Dio ci ha chiesto di svolgere. —Greg Laurie³

*

Nella nostra vita dedicata al Signore e al servizio di Dio abbiamo imparato che ciò che Lui desidera da noi è che doniamo noi stessi. Tuttavia, prenderci cura degli altri richiede tempo e impegno, preghiera e interesse costante. Il tempo è prezioso e quando mostriamo che siamo disposti a dedicare il nostro tempo ad aiutare un’altra persona, ciò può avere un impatto profondo, sia che dedichiamo il nostro tempo alla preghiera oppure pensiamo a che tipo di interessamento possiamo offrire o a cosa possiamo fare per aiutare un’altra persona in modo pratico, a seconda delle sue necessità e di ciò che apprezza di più. Qualunque cosa il Signore vi indichi di fare, non passerà inosservata. Anche piccoli atti di gentilezza possono avere un grande impatto sulla vita di qualcuno. — Maria Fontaine

*

   Un operaio era impiegato in una fabbrica di pesce congelato. Un giorno, mentre svolgeva il suo lavoro, chiuse accidentalmente la porta del frigorifero mentre era all’interno. Cominciò a gridare aiuto, ma la giornata lavorativa era finita e in fabbrica non c’era più nessuno. Rendendosi conto di questo, capì che sarebbe morto congelato.

A un certo punto, però, il guardiano della fabbrica aprì la porta del frigorifero e lo salvò da una morte certa e terribile.

Il direttore della fabbrica chiese al guardiano:

«Come facevi a sapere che l’operaio era ancora dentro e non se n’era andato?»

Il guardiano rispose:

«Nessuno altro operaio mi saluta mai, solo lui. Mi sorride sempre e mi chiede come sto. Quel giorno, all’ora di chiusura, non l’ho né visto né sentito. Sapevo, e ne ero sicuro, che era ancora in fabbrica, quindi l’ho cercato finché non l’ho trovato».

Le parole gentili di quell’operaio finirono per salvargli la vita. La gentilezza lascia un segno sulle menti e sui cuori, scioglie anche il ghiaccio, apre porte di ferro e può salvare delle vite. —Anonimo

Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 9 dicembre 2025.