La grande fede di un centurione

Novembre 15, 2025

Il tesoro

[A Centurion’s Great Faith]

Nella città di Cafarnao, in Israele, viveva un ufficiale dell’esercito romano, un centurione responsabile della guarnigione locale di cento soldati. Insieme ai suoi uomini, era stato incaricato di tenere d’occhio le attività di Gesù fin dal momento in cui aveva cominciato a operare in quella città, per assicurarsi che questo Galileo non facesse o dicesse cose che potessero incitare una ribellione contro Roma. Dopo aver ascoltato Gesù parlare alla gente del regno di Dio e del suo amore eterno per tutti, il centurione aveva iniziato a rispettarlo e si era reso conto che il regno di cui parlava non era una minaccia per Roma.

Un giorno il suo servo preferito si ammalò e stava per morire. Il centurione pensò immediatamente ai miracoli che Gesù aveva fatto per i malati e gli storpi, e si chiese se avrebbe potuto guarirlo. C’era un problema, però. Come poteva lui, un centurione romano, chiedere aiuto a un ebreo, quando la maggior parte degli ebrei disprezzava gli eserciti di Cesare? Questo Gesù, noto per il suo amore e il suo interesse per gli altri, sarebbe stato disposto a superare i limiti del suo popolo per aiutare qualcuno con cui gli ebrei erano in conflitto?

Poi pensò: “Senza dubbio posso chiedere ad alcuni degli anziani dei Giudei (uomini rispettati con cui ho avuto a che fare diverse volte) di parlare a Gesù per conto mio”. Gli anziani, sentendosi in debito verso di lui per il favore che aveva mostrato al loro popolo, si recarono da Gesù a presentargli la richiesta di guarire il suo servo. “Quest’uomo”, essi dissero, “merita il tuo aiuto. È amico del nostro popolo ed è lui che ci ha costruito la sinagoga” (Luca 7:3-5).

Era insolito che dei leader ebrei intercedessero per un ufficiale romano, perché i militari facevano parte del sistema oppressivo che governava Israele in quel periodo. Poco tempo prima, però, nel Sermone sul monte Gesù aveva insegnato: “Amate i vostri nemici, fate del bene. […] Siate misericordiosi come è misericordioso anche il Padre vostro” (Luca 6:35-36).

Gesù acconsentì ad andare con loro a casa del centurione. Era a poca distanza dalla casa, quando l’ufficiale gli mandò incontro alcuni amici con un messaggio per dirgli: “Signore, non disturbarti a venire in casa mia, perché non sono degno che tu venga sotto il mio tetto. Ma di’ anche una sola parola e il mio servo certamente guarirà. Perché anch’io sono un uomo sottoposto a un’autorità e sotto di me ho dei soldati ai miei ordini. Se dico a uno: Va’, egli va; se dico a un altro: Vieni, lui viene; e se dico al mio servo, Fa’ questo, lui lo fa” (Luca 7:6-8).

Quando Gesù sentì queste parole, si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: “Neppure in Israele ho trovato una fede così grande!” (Luca 7:9). Un’affermazione incredibile da fare di fronte al suo stesso popolo: questo romano aveva una fede più grande di chiunque Lui avesse incontrato in tutto Israele! Questo centurione romano, che occupava una posizione importante in un impero potente, non si sentiva degno di incontrare personalmente Gesù o di riceverlo in casa sua. Probabilmente sapeva anche che entrare in casa sua avrebbe reso Gesù cerimonialmente impuro (Atti 10:28). Tuttavia credeva che Gesù avrebbe potuto guarire il suo servo anche da lontano.

Apparentemente il centurione capì ciò che nessuno in Israele aveva capito (Matteo 8:10), cioè che Gesù era il tanto atteso Messia. Mentre Gesù elogia il centurione per la sua fede esemplare, prosegue censurando il popolo di Israele per la sua mancanza di fede: “Io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. Ma i figli del regno saranno gettati fuori nelle tenebre” (Matteo 8:11-12). Era un messaggio profetico che preannunciava che molte persone di altre nazioni e paesi avrebbero accettato Gesù come loro Signore e Salvatore, mentre molti del suo stesso popolo lo avrebbero respinto.

La Bibbia dice che, dopo aver elogiato l’ufficiale per la sua grande fede, Gesù disse: “Va’, ti sia fatto come hai creduto” e il servo fu guarito in quello stesso momento (Matteo 8:13). La fede di quel centurione senza nome che si abbassò di fronte al Signore passò per sempre alla storia nella Bibbia; fu una predizione delle moltissime persone di tutti i paesi e tutte le nazioni che sarebbero entrati nel regno di Dio grazie alla loro fede in Cristo.

Immaginate la conferma della fede del centurione in Gesù quando il suo amato servo fu guarito e gli disse: “Puoi graziare Dio di essere guarito, perché è stato Gesù di Nazareth a compiere questo miracolo!”.

I miracoli compiuti da Gesù servivano da conferma o segno che Lui era davvero il Messia promesso ed era venuto a inaugurare il regno di Dio (Marco 1:14-15). Dopo la risurrezione di Gesù, Pietro, testimoniando di Lui ai suoi concittadini israeliti, proclamò che Gesù era un “uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui tra di voi” (Atti 2:22). La sua opera più grande è stata la sua morte sulla croce come sacrificio per la redenzione e la salvezza eterna di tutti quelli che crederanno e lo riceveranno.

La storia del centurione romano ci insegna che Cristo è venuto per tutti e che il piano di salvezza di Dio è per tutto il mondo, indipendentemente da provenienza religiosa, nazionalità, etnia o cultura (Atti 13:48). “È venuto in casa sua, e i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio” (Giovanni 1:11-13).

C’è un messaggio meraviglioso per noi oggi nei veri racconti storici di Gesù nella Bibbia. Dio è ancora impegnato a trasformare il cuore e la vita delle persone e ad attirarle a Sé. Il suo Spirito continua ad operare con potenza in tutto il mondo per attirare tutti gli uomini a Lui e portarli nel suo regno. La Bibbia dice: “Io sono il Signore, non cambio” (Malachia 3:6), e Lui continua a mostrare la sua grazia e il suo amore al mondo attraverso suo Figlio, Gesù Cristo, “lo stesso ieri, oggi e in eterno” (Ebrei 13:8).

Da una serie di storie bibliche romanzate pubblicate dalla Famiglia Internazionale nel 1987. Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 29 ottobre 2025.

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