Compilazione
Lo cantiamo ogni anno nei nostri canti natalizi, specialmente in “Cantan gli angeli nei cieli”, quando diciamo a gran voce: “Guardate la Divinità avvolta nella carne; salutate la Divinità incarnata”. Il Credo degli Apostoli non usa il termine, ma ne insegna la dottrina quando leggiamo “concepito dallo Spirito Santo, nato da Maria Vergine”.
Incarnazione. Se capite la parola incarnazione, capirete che cos’è il Natale. Il Natale è apertamente dottrinale. L’invisibile è diventato visibile, l’incorporeo è diventato corporeo. In altre parole, Dio è diventato uomo. […]
Ecco perché la dottrina del Natale è unica. Da un lato, ci sono religioni che dicono che Dio è così immanente in tutte le cose che l’incarnazione è una cosa normale. Se sei buddista o induista, Dio è immanente in ogni cosa. Dall’altro lato, religioni come l’islam e l’ebraismo dicono che Dio trascende tutte le cose in modo tale che l’incarnazione è impossibile.
Ma il cristianesimo è unico. Non dice che l’incarnazione è normale, ma nemmeno che è impossibile. Dice che Dio è così immanente che è possibile, ma è così trascendente che l’incarnazione di Dio nella persona di Gesù Cristo è un evento che cambia la storia, trasforma la vita e sconvolge i paradigmi.
Il Natale non è solo apertamente dottrinale, ma anche coraggiosamente storico. La mangiatoia, la risurrezione, la storia di Gesù: non è solo una storia. È vera.
Il senso del Natale è che Gesù Cristo è vissuto davvero e che è morto davvero. È accaduto nella storia. Lui ha fatto queste cose. Ha detto queste cose. […] Il Vangelo è che Gesù Cristo è venuto sulla terra, ha vissuto la vita che noi avremmo dovuto vivere ed è morto della morte che noi avremmo dovuto morire, di modo che quando crediamo in Lui viviamo una vita di gioia riconoscente per Lui. […]
Primo Giovanni 1:3 dice: “La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio”. “Comunione” significa che, se Gesù Cristo è venuto, se il Natale è vero, allora abbiamo la base per una relazione personale con Dio. […]
Se Gesù Cristo è davvero Dio venuto nella carne, conosceremo Dio molto meglio. Lo vediamo piangere. Lo vediamo sconvolto. Lo vediamo abbattuto. Lo vediamo glorificato. Se Gesù è chi dice di essere, in un certo senso abbiamo un’autobiografia di Dio lunga cinquecento pagine. E la nostra comprensione sarà molto più personale e specifica di quella che qualsiasi filosofia o religione potrebbe darci.
Guarda cosa ha fatto Dio per farsi conoscere personalmente. Se il Figlio ha fatto tutta questa strada per diventare una persona reale per te, non pensi che lo Spirito Santo farà tutto ciò che è in suo potere per rendere Gesù una persona reale nel tuo cuore?
Il Natale è un invito a conoscere personalmente Cristo. Il Natale è un invito di Dio che dice: “Guarda cosa ho fatto per avvicinarmi a te. Ora avvicinati a me. Non voglio essere un concetto, voglio essere un amico”. —Tim Keller1
Il Natale ci mostra che Dio si serve di persone fallibili e imperfette - e continua a farlo
Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». —Luca 1:38
C’è una verità che ogni anno a Natale trovo sorprendente: Dio usa persone imperfette per realizzare la sua perfetta volontà. Il Signore ha scelto Maria. Le ha rivelato la sua volontà. Ha scelto anche Giuseppe perché facesse parte della storia e lo ha rassicurato: Questa è la mia volontà. […]
Dio sceglie questa storia come mezzo per inaugurare il suo piano di redenzione. Per noi non ha senso, ma d’altra parte non ha senso nemmeno il piano che usa per stabilire la sua Chiesa e il suo Regno. Ancora una volta si serve di noi.
Tutto questo mi dice che, mentre proseguo nei giorni e nelle settimane che precedono il Natale, c’è un forte legame tra l’inizio e la fine della storia. Il Libro di Matteo inizia con la nascita di Gesù e termina con il Grande Mandato. Tra questi due punti, c’è un coinvolgimento umano e noi abbiamo un ruolo attivo nel processo. È una cosa che mi sbalordisce. Il Natale assume tutto un altro significato quando considero questo: Dio si è servito dell’umanità per entrare in questo mondo e collabora con noi ancora oggi. Lode a Dio!
Per concludere, […] sono portato a considerare le parole dell’inno natalizio “Ho udito le campane il giorno di Natale”, di Henry Longfellow. […]
Poi le campane suonarono più forti e profonde:
“Dio non è morto, né dorme;
il male verrà meno, il bene prevarrà,
con pace sulla terra agli uomini che Egli ama”.
Il Natale è importante perché ci indirizza al Vangelo e alla promessa che Dio ha mantenuto. Inoltre, mostra che siamo coinvolti e facciamo parte del suo grande piano sulla Terra. Oltre a questo, per Cristo la strada non andava solo dalla mangiatoia alla croce. Comprendeva anche la tomba, un tempo occupata ma ora vuota. Questi versi di Longfellow indirizzano i nostri pensieri a questa verità: Dio non è morto. La verità avrà la meglio. Il male verrà meno, il bene prevarrà. Amen, alleluia. Mentre riflettiamo sul Natale e sul motivo per cui è ancora importante, seguiamolo fino alla sua conclusione: Cristo regnerà e noi saremo con Lui in cielo.
Con lo scorrere del mese di dicembre, spero che abbiate molte opportunità di pensare a questi e altri punti, mentre riflettete sul Natale. […] Forse una preghiera che potete fare è semplicemente di permettere alla verità di Dio di risvegliarvi di nuovo quest’anno a Natale. Di vedere in Lui il Salvatore risorto e conquistatore, non solo il bambino che giace in una mangiatoia. Fa tutto parte della storia del Vangelo. È tutto vero. Mi auguro che possiamo innamorarci di nuovo di Lui in questo periodo natalizio. —Derek Charles Johnson2
Il regalo di Natale più bello
La Bibbia ci dice che “Dio è uno spirito” e che “Dio è amore” (Giovanni 4:24 e 1 Giovanni 4:8). È il grande Creatore che ha creato te e me, questo bellissimo mondo e l’intero universo. Poi, per dimostrarci il suo amore e aiutarci a capirlo meglio, ha mandato sulla terra suo figlio, Gesù Cristo, in forma umana.
Anche se era predestinato a essere il Re dei re, Gesù non nacque in un palazzo, ma sul pavimento sporco di una stalla, dove fu messo a dormire in una mangiatoia (Luca 2:7). Il suo arrivo non fu accolto dal riconoscimento ufficiale dei ricchi e dei potenti dei suoi tempi; invece, gli fecero visita solo alcuni poveri pastori che avevano ricevuto la notizia da un gruppo di angeli. “Oggi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Luca 2:8-14).
Quando Gesù cominciò la sua opera all’età di trent’anni, non si limitò a predicare il suo messaggio, ma lo visse in mezzo alla gente comune, come uno di loro. Venne incontro ai loro bisogni spirituali, ma dedicò anche molto tempo a prendersi cura dei loro bisogni fisici, guarendoli quando erano ammalati e nutrendoli quando avevano fame. Amò senza parzialità, anche a costo della propria reputazione. Fu amico di beoni, prostitute e peccatori, degli emarginati e degli oppressi, e dimostrò che nessuno era fuori dalla portata dell’amore e del perdono di Dio.
Per mezzo di Gesù, Dio condivise il suo amore con tutto il mondo, però ama anche ognuno di noi individualmente. Dio ti ama così tanto che ha dato la cosa più preziosa che aveva, il suo unico Figlio, affinché tu potessi avere vita eterna (Giovanni 3:16).
Dio sente il nostro dolore. Capisce le nostre pene e simpatizza con noi per le nostre perdite. Desidera vivamente attirarci a Sé, consolarci, guarirci, confortarci, rassicurarci. Voleva così tanto aiutarci che mandò suo Figlio a vivere in mezzo a noi come uomo, a provare le nostre difficoltà, a essere le sue mani, a rivelare il suo cuore e a metterci in contatto diretto con il suo amore e la sua potenza. Dio non mandò Gesù a eliminare tutti i nostri problemi, ma ad attrezzarci affinché potessimo superarli e diventare persone migliori.
E per questo abbiamo motivo di sperare, questo Natale.
Gesù vuole avere un rapporto personale con te e diventare parte integrante della tua vita, qui adesso e per l’eternità, ma non può farlo se tu non vuoi. Rimane pazientemente davanti alla porta del tuo cuore – e magari è lì da anni – in attesa che tu lo senta bussare e gli apri la porta (Vedi Apocalisse 3:20).
Puoi farlo in questo stesso momento, facendo con sincerità questa preghiera:
Gesù, ti prego di perdonare tutti i miei peccati. Credo che sei morto per me. Ti apro la porta del mio cuore e t’invito a entrare nella mia vita. Riempimi del tuo amore e del tuo Spirito Santo, aiutami a conoscerti e guidami sulla via della verità. Amen.
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 23 dicembre 2024.