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Gennaio 15, 2025

Compilazione

[Good News for Everyone Everywhere]

La prima volta che qualcuno si alzò in pubblico per parlare di Gesù, disse chiaramente: "Questo messaggio è per tutti".

Fu un grande giorno, che a volte viene indicato come la data di nascita della Chiesa. Il grande vento dello Spirito di Dio aveva investito i seguaci di Gesù e li aveva riempiti di una gioia nuova e di un senso della presenza e della potenza di Dio. Il loro leader, Pietro, che solo poche settimane prima aveva pianto come un bambino perché aveva mentito, imprecato e negato di conoscere Gesù, si ritrovò in piedi a spiegare a una folla immensa che era successo qualcosa che aveva cambiato il mondo per sempre. Ciò che Dio aveva fatto per lui — Pietro — ora Dio iniziava a farlo per il mondo intero: una vita nuova, il perdono, una speranza e una potenza nuove stavano sbocciando come fiori di primavera dopo un lungo inverno. Era iniziata una nuova era in cui il Dio vivente avrebbe fatto cose nuove nel mondo, cominciando proprio da quelli che lo stavano ascoltando.

“La promessa è per voi”, disse, “per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani” (Atti 2:39). Non era solo per la persona lì accanto. Era per tutti. In un tempo straordinariamente breve ciò si realizzò a tal punto che il nuovo movimento si diffuse in gran parte del mondo conosciuto. Uno dei modi in cui la promessa “per tutti” si realizzò fu attraverso gli scritti dei primi leader cristiani. Queste brevi opere — per lo più lettere e storie su Gesù — furono ampiamente diffuse e lette con entusiasmo. Non furono mai destinate a un’élite religiosa o intellettuale. Fin dall’inizio erano destinate a tutti. […]

Il libro degli Atti è pieno dell’energia e dell’entusiasmo dei primi cristiani quando vedevano Dio fare cose nuove dappertutto e imparavano a portare la buona notizia di Gesù in tutto il mondo. È anche pieno delle perplessità e dei problemi che le chiese affrontavano allora e affrontano ancora oggi: crisi per la leadership, per il denaro, per le divisioni etniche, per la teologia e l’etica, per non parlare dei gravi scontri con le autorità politiche e religiose. È confortante sapere che la “normale vita di chiesa”, anche al tempo dei primi apostoli, non era priva di problemi e non andava a gonfie vele, così come è incoraggiante sapere che, anche in mezzo a tutte le loro difficoltà, la chiesa primitiva è stata in grado di portare avanti il Vangelo in modi così dinamici.

In realtà, “andare a gonfie vele” ci ricorda che questo è il libro in cui si svolgono più viaggi, tra cui diversi in mare, che in qualsiasi altra parte della Bibbia. […] Non c’è una sola pagina noiosa negli Atti. Ma, cosa altrettanto importante, l’intero libro ci ricorda che qualsiasi “viaggio” stiamo facendo nella nostra vita, nella nostra spiritualità, nel nostro modo di seguire Gesù e nel nostro lavoro per il suo regno, il suo Spirito guiderà anche noi e ci renderà produttivi al suo servizio. —N. T. Wright1

L’invito

Gesù era l’amore di Dio, la Parola di Dio che camminava sulla terra. Era chiamato a pagare il prezzo estremo della morte per i peccati degli abitanti del mondo; così facendo ci ha reso possibile riconciliarci con Dio, diventare suoi figli e avere diritto all’eredità di nostro Padre, che è la vita eterna.

Noi, come membri della famiglia di Dio e suoi figli adottivi (Galati 4:4-7), abbiamo un ruolo nella grande storia divina, nel suo amore per l’umanità e per la creazione, perché siamo incaricati di raccontare questa storia a chi non l’ha sentita o non la capisce e ha difficoltà a crederci. Con lo Spirito di Dio in noi siamo templi dello Spirito Santo. Siamo ambasciatori di Cristo, abbiamo un rapporto personale con Dio e l’incarico affidatoci da Gesù stesso è di trasmettere il messaggio, raccontare la storia, far sapere agli altri che possono anch’essi far parte della famiglia di Dio. Possono far parte del regno di Dio, della sua nuova creazione. I loro peccati possono essere perdonati tutti, gratuitamente, dato che il prezzo del loro ingresso nella famiglia di Dio è già stato pagato. Devono solo chiederlo.

È utile ricordare il risultato finale di questo, di tutto quello che Dio ci offre, perché così rimane fresco nel nostro cuore e nella nostra mente quando lo offriamo agli altri. Chi entra a far parte della famiglia di Dio vivrà per sempre in un luogo d’incredibile bellezza, un luogo dove non c’è bisogno di sole né stelle, poiché Dio sarà la sua luce. Là non ci saranno più morte, né cordoglio, né pianto, né dolore. È un luogo libero da ogni male, dove Dio abiterà con il suo popolo in eterno. (Vedi Apocalisse, capitolo 21.) Il nostro è un messaggio di gioia, di felicità, della possibilità di una vita eterna nel luogo più meraviglioso che possa esistere e di una vita rinnovata fin d’ora. È davvero il messaggio più importante che ci sia.

Come beneficiari di queste benedizioni eterne, come suoi ambasciatori e suoi messaggeri, dovremmo fare del nostro meglio per vivere in maniera da rispecchiare Dio e il suo amore, da far vedere alla gente la luce divina e far sentire il suo calore attraverso di noi, suoi figli. Dobbiamo portare l’invito divino, chiamando tutti al banchetto, al regno di Dio (Luca 14:23) Dobbiamo predicare il vangelo, la buona notizia che chiunque può diventare figlio di Dio, che il suo dono è disponibile a tutti.

Dobbiamo essere messaggeri del suo amore, in parole e azioni, per un mondo disperatamente bisognoso di Dio, del suo amore, del suo perdono e della sua misericordia (Romani 10:14). Siamo suoi messaggeri; il nostro compito è diffondere l’invito, condividere la buona notizia, raccontare la storia mediante le nostre parole, le nostre azioni e il nostro amore. Invitiamo tutti quelli che possiamo! —Peter Amsterdam

Tutti sono invitati

Non tutti crederanno al Vangelo, ma tutti dovrebbero essere invitati. Sappiamo dalle Scritture e per esperienza che non tutti confideranno in Gesù e saranno salvati. Anzi, molti non lo faranno. […] Rifiuteranno Gesù, quindi perché dovremmo invitarli a fidarsi di Lui?

Noi offriamo il Vangelo in modo universale perché, per quel che ne sappiamo, ogni persona che incontriamo potrebbe credere. Dio sa chi vuole attirare a Sé (Giovanni 6:44). Gesù sa chi ascolterà la sua voce (Giovanni 10:27). Noi non lo sappiamo, quindi ci limitiamo a predicare. […]

“Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Romani 10:13). Questo versetto ci dice due cose riguardo a “chiunque”. In primo luogo, non si tratta semplicemente di tutti, ma di chiunque abbia invocato. Non tutti saranno salvati, ma tutti quelli che invocano il nome del Signore saranno certamente salvati. In secondo luogo, parte del “chiunque chiami” può essere assolutamente chiunque.

Non importa quanto sia confusa la tua vita, o quali errori tu abbia commesso, o quanto prevedi che sarà triste il tuo domani. Se tu — criminale incallito o adolescente incauto — invochi il nome del Signore, sarai salvato. Non importa che lingua parli, di che colore sia la tua pelle o quanti soldi ci siano sul tuo conto in banca, se ti allontani dai tuoi peccati e confidi in Gesù, sarai salvato.

Quindi, visto che Gesù può salvare chiunque, noi offriamo questo messaggio a tutti. […] Ogni anima ha sete, ogni anima è spezzata, così per ogni anima vale ciò che Dio dice: “Venite, chiunque ha sete venga alle acque; e chi non ha denaro, venga, compri e mangi! Venite, comprate vino e latte senza denaro e senza prezzo” (Isaia 55:1).

La grazia, in questo senso, è il grande livellatore. È l’unico modo in cui chiunque può riconciliarsi con Dio. Il bambino che cresce nella chiesa, educato da una mamma casalinga ligia al Vangelo, e il tossicodipendente sulla strada, se vogliono appartenere a Dio, lo faranno allo stesso modo: per grazia, per grazia, per grazia. […]

Poiché non sappiamo chi crederà o non crederà, poiché Gesù può salvare chiunque, poiché tutti possono permetterselo gratis, oggi questo Vangelo è indirizzato a tutti. —Jonathan Parnell2

Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 3 dicembre 2024.


1 N. T. Wright, Acts for Everyone (SPCK, 2008).

2 https://www.desiringgod.org/articles/good-news-everyones-invited

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