Trattenersi dall’ira (Salmo 37:8)

Ottobre 28, 2024

Il tesoro

[Refraining from Anger (Psalm 37:8)]

Un poeta e autore di inni poco noto una volta scrisse:

Ho parlato con collera a un amico
e nel profondo del cuore l’ho ferito
La ferita a stento si è richiusa:
non avessi mai fatto quell’accusa!

Quanti cuori son spezzati
quanti amici, oh, alienati
da frasi di sgarbo e disprezzo
dette prima di contarne il prezzo.

Ma una parola, un gesto garbato
sarà sempre ben rimunerato
perché echeggia in ogni cuore
portando sempre gioia e amore.
—C. A. Lufburrow

È vero il detto: “La collera di oggi è il rimorso di domani”. Come ci pentiamo delle parole dette in momenti d’ira e di impazienza, parole che vorremmo non aver mai detto! Come disse Matthew Henry (1662-1714): “Quando la collera entrò nel cuore di Caino, l’omicidio non fu lontano”. Quando cediamo all’ira, l’autocontrollo svanisce, la ragione diminuisce e la voce del buon senso si affievolisce.

Fu in un improvviso impeto d’ira che Mosè uccise un egiziano e dovette fuggire per salvarsi la vita! (Esodo 21:11-15). Poi gli ci vollero quarant’anni di lavoro umile e paziente a curare pecore nel deserto, con tutto il tempo di fermarsi ad ascoltare la voce di Dio invece dei propri impulsi, prima che fosse pronto per il lento, laborioso e paziente compito di liberare gli Ebrei dall’Egitto.

La Bibbia ha molte cose da dire sull’ira e sul non permettere che guidi le nostre azioni. Il libro dei Proverbi dice: “Non affrettarti nel tuo spirito ad adirarti, perché l’ira alberga nel seno degli stolti” (Ecclesiaste 7:9). In Colossesi siamo esortati a “far morire” e “deporre ira e collera” e di “rivestirci, come eletti di Dio, di sentimenti di misericordia, benevolenza, umiltà, mansuetudine e pazienza” (Colossesi 3:5-12).

Anche se Gesù insegnò che arrabbiarsi con un fratello o una sorella avrebbe portato al giudizio (Matteo 5:22), il Nuovo Testamento ci insegna che Gesù fu colto da giusta indignazione in diverse occasioni. Nel terzo capitolo di Marco leggiamo che Gesù entrò in una sinagoga dove incontrò un uomo con una mano paralizzata. Alcuni dei suoi nemici religiosi lo osservavano attentamente per vedere se avrebbe infranto le loro leggi guarendo l’uomo di sabato.

Gesù ordinò all’uomo di farsi avanti di fronte a tutti, poi si rivolse ai religiosi e chiese loro: “Che cosa è permesso fare in un giorno di sabato? Fare del bene o del male? Salvare una vita o uccidere?”

Quella domanda li zittì. “Gesù li guardò con indignazione, rattristato per la durezza del loro cuore, e disse all’uomo: ‘Stendi la mano!’ E la mano ritornò perfettamente sana!” (Marco 3:1-5). Gesù fu adirato e addolorato dall’ipocrisia e dalla durezza di cuore dei suoi accusatori.

Un’altra volta in cui la Bibbia indica che Gesù manifestò la sua disapprovazione fu quando la gente gli portò i bambini perché li toccasse e li benedicesse. I suoi discepoli però rimproverarono e cercarono di cacciare chi gli portava i piccoli. “Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: ‘Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio’”. (Marco 10:13-14).

L’esempio classico dell’indignazione di Gesù è quando trovò i mercanti e i cambiamonete che derubavano e sfruttavano i poveri nel nome di Dio. Fece una frusta, entrò infuriato nel tempio e scacciò i cambiamonete, rovesciò i loro tavoli, sparse a terra i loro soldi e li rimproverò aspramente, dicendo: “Avete fatto di questa casa di preghiera una spelonca di ladri!” (Giovanni 2:14-16; Matteo 21:12-13).

La Parola di Dio ci esorta: “Voi che amate il Signore, odiate il male!” (Salmi 97:10) e “Il timore del Signore è odiare il male” (Proverbi 8:13). Se davvero amiamo il Signore e lo temiamo, non resteremo seduti pigramente in silenzio né reagiremo passivamente a male, malefatte e ingiustizie. La Bibbia ci dice che “l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l’ingiustizia” (Romani 1:18).

Comunque, c’è una vasta differenza tra l’ira divina e la giusta indignazione di Gesù e la nostra ira umana. La Bibbia dice che “l’ira dell’uomo non compie ciò che è giusto davanti a Dio” (Giacomo 1:20). Purtroppo, non sempre ci arrabbiamo per motivi nobili come quelli a cui abbiamo appena accennato. Spesso la nostra ira deriva semplicemente da considerazioni egoistiche, o quando noi o i nostri cari siamo stati offesi o maltrattati da altri, o quando perdiamo la pazienza e siamo presi da frustrazione, turbamento e rabbia.

Quando ci rendiamo conto che stiamo per arrabbiarci o irritarci, è importante sforzarci di tenere quei sentimenti sotto controllo, invece di lasciare che si trasformino in azioni o parole ingovernabili. La Bibbia dice: “Ognuno sia pronto ad ascoltare, ma lento a parlare e lento all’ira” (Giacomo 1:19).

Essere “pronto ad ascoltare” significa ascoltare pazientemente, riflettere e pregare sulla risposta da dare, sforzarsi di controllare la collera e di esprimere i propri sentimenti in maniera corretta, così da onorare Dio. La Bibbia dice che pazienza e autocontrollo sono frutti dello Spirito Santo (Galati 5:22-23) importanti da coltivare nella vita quotidiana e nelle interazioni con gli altri, come illustra appropriatamente la seguente storia raccontata da Billy Graham:

Molti anni fa, un prelato in una zona povera di Londra era preoccupato per i portuali della sua parrocchia. Avevano un lavoro duro, ingrato e sottopagato, così decise che, se voleva raggiungerli con il Vangelo di Cristo, doveva diventare uno di loro. Giorno dopo giorno si vestì come loro e si mise in fila in attesa di impiego, senza mai dire chi era. Finalmente, una giornata d’inverno fu assunto per scaricare una nave, trasportando la merce con una carriola dall’imbarcazione alla banchina su un’asse stretta. Durante un tragitto sentì l’asse muoversi violentemente, perse l’equilibrio e cadde nel fiume gelido. Tutti si misero a ridere e lui si rese conto che uno degli uomini aveva scosso deliberatamente l’asse per farlo cadere.

Il suo primo impulso fu di reagire con rabbia (sentimento che gli aveva dato spesso dei problemi), ma quasi istantaneamente sentì la potenza dello Spirito Santo soffocare la collera e dargli pace. Si unì alle loro risate e, con sua grande sorpresa, il colpevole depose il suo carico e lo aiutò a uscire dalla fanghiglia. Il suo tormentatore, diventato soccorritore, sorpreso dalla sua reazione calma, avviò una conversazione con lui. In seguito, l’uomo gli confessò vergognosamente di essere stato un medico rispettato, ma l’alcol gli aveva fatto abbandonare la sua professione e la sua famiglia. Il religioso lo condusse a Cristo e col tempo l’uomo si riunì alla sua famiglia e riacquistò la sua posizione. Il punto però è questo: non sarebbe mai successo se l’Spirito di Dio non avesse sconfitto la collera del prelato e l’avesse sostituita con la dolcezza e l’amore di Cristo. Lo Spirito Santo aveva fatto la differenza. —Billy Graham (The Journey)

La Bibbia associa l’ira anche a una mancanza di saggezza: “Lo stolto dà sfogo a tutta la sua ira, ma il saggio la trattiene e la calma” (Proverbi 29:11). “Chi è lento all’ira ha molto buon senso, ma chi è pronto ad andare in collera mostra la sua follia” (Proverbi 14:29). È saggio non dare voce all’ira quando si ha uno spirito turbato, ma aspettare di ritrovare la calma. L’ira porta a fare errori, ferisce le persone care e distrugge le amicizie, mentre la saggezza esercita autocontrollo. “Il senno di un uomo lo rende lento all’ira ed è sua gloria passar sopra le offese” (Proverbi 19:11).

Molte persone hanno scoperto che reindirizzare l’energia repressa generata dall’ira le aiuta a vincerla, con cose come esercizio fisico, lavoro di giardinaggio, organizzazione della cucina ecc. Questo le aiuta a distogliere l’attenzione dalla causa della propria collera e dà loro il tempo di calmarsi, riflettere, pregare per una soluzione al problema e trovare un modo costruttivo per superarlo.

Alcuni cercano di ignorare il fatto di essere irritati, ma l’ira repressa e inespressa può far male. La medicina ha dimostrato che può causare problemi d’ogni tipo, da ulcere ad ansia e stati depressivi. Può anche portare al rancore, che può influire sulla nostra salute spirituale e sul nostro rapporto con il Signore; per questo l’apostolo Paolo ci ha insegnato a liberarci da ogni “amarezza, rabbia, ira, parole dure e maldicenza”. Dobbiamo invece essere gentili e perdonare gli altri “come Dio ha perdonato noi in Cristo” (Efesini 4:31-32).

Quindi, se riconosci che ti stai arrabbiando con qualcuno, “se sei in collera, attento a non peccare, coltivando la tua rabbia; anzi, non lasciare che il sole tramonti prima che ti sia passata” (Efesini 4:26). Confessa i tuoi sentimenti prima che vadano fuori controllo e chiedi al Signore di darti saggezza e aiutarti a sostituire questi sentimenti con la pazienza, la gentilezza, la bontà, la mansuetudine e l’autocontrollo (Galati 5:22-23).

Memorizza le Scritture che parlano di pazienza, fede, fiducia in Dio e di come noi cristiani dovremmo comportarci con gli altri. Proverbi 16,32 dice che “chi è lento all’ira vale più di un forte guerriero, e chi domina il suo spirito vale più di chi espugna una città”. Chiedi aiuto a Dio. Ha promesso di essere il nostro rifugio e la nostra forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà; non ci delude mai (Salmo 46:1).

Naturalmente capita di essere legittimamente arrabbiati con qualcuno, quando di proposito fa del male o ferisce noi o altri. In casi del genere, disse Gesù: “Se tuo fratello pecca contro di te, rimproveralo; e se si pente, perdonagli” (Luca 17:3). Anche nel caso che il rimprovero causi la rottura di un rapporto, dobbiamo lo stesso perdonare, come è chiaro nella risposta di Gesù a Pietro, quando questi gli chiese: “Signore, quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me? Fino a sette volte?” Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette” (Matteo 18:21-22).

Ricorda che, come seguaci di Cristo, “se perdoniamo agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a noi” (Matteo 6:14-15) e “tutte le cose che vogliamo che gli uomini ci facciano, facciamole anche noi a loro, perché questa è la legge ed i profeti” (Matteo 7:12). “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22:39-40) perché questa è la regola aurea. “Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge” (Romani 13:8).

Dio ci aiuti ad amare, a essere gentili, a perdonare come Cristo ha amato e perdonato noi!

Da un articolo su Il tesoro, pubblicato dalla Famiglia Internazionale nel 1987. Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 25 luglio 2024.

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(Refraining from Anger (Psalm 37:8) — Italian)

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