Il mio Natale in luglio

Luglio 20, 2024

Katrin Prentice

[My Christmas in July]

Poco più che ventenne, mi avventurai in un viaggio decisivo per la mia vita. Facevo parte di un gruppo vocale cristiano; avevamo la visione di portare gioia e amore ai bambini che vivevano in orfanotrofi e desideravano una scintilla di luce nella vita. Natale è un periodo particolarmente affascinante. Mi sono ritrovata a dirigere un animato spettacolo natalizio per un gruppo di bambini, tutti intorno ai cinque anni. Non sapevo che questo avrebbe segnato l’inizio di una storia commovente che si sarebbe conclusa quindici anni dopo.

Con l’aria piena di anticipazione ed entusiasmo, le nostre canzoni sono echeggiate lungo i corridoi dell’orfanotrofio, catturando l’attenzione dei bambini e infiammando i loro cuori. Insieme alle melodie, abbiamo insegnato loro canzoni che raccontavano la storia intramontabile della nascita di Gesù, insieme a un messaggio di amore e speranza. Per concludere lo spettacolo, abbiamo consegnato a ogni bambino un semplice regalo di Natale che includeva un bel poster, come segno per ricordare loro che Gesù li ama, una cosa che potevano tenere con sé ben oltre la fine delle feste.

Tra le risa e i momenti in compagnia, c’è qualcosa che è risaltato come un raggio luminoso.

Passano quindici anni; è un’estate calda nel luglio del 2005. Mancavano pochi giorni al mio matrimonio con Brian, l’amore della mia vita. Eravamo a casa della famiglia del nostro testimone, nel bel mezzo dei preparativi per le nozze, con tutta l’eccitazione di un capitolo nuovo nella vita.

Lontano dal brusio dei preparativi nuziali, la casa in cui stavamo aveva bisogno di alcune riparazioni ai confini della proprietà e i nostri amici avevano assunto alcuni operai per fare i lavori. Quando questi arrivarono, i nostri amici non erano a casa, così mio marito ed io abbiamo fatto da padroni di casa. Ho preparato caffè e biscotti da servire agli operai mentre lavoravano a sistemare i muri e le mattonelle. Quello che è successo poi è stato straordinario.

Mentre passavo le tazzine e i dolci, ho incrociato con lo sguardo gli occhi curiosi del giovane apprendista. Sembrava preso da un senso di meraviglia, quasi sospeso nel tempo. Mi sono sentita un po’ a disagio ma incuriosita e gli ho chiesto a cosa stesse pensando. La sua risposta mi ha lasciato sorpresa.

«Va tutto bene, signora», ha cominciato, con una voce piena di gioia e stupore. «Sono contento e allo stesso tempo sorpreso nel vederla. Mi ricordo di lei. Non posso crederci!» Il mio disagio è aumentato. Mi sforzavo di riconoscere una faccia che ero sicura di non aver mai visto prima.

«Mi permetta di tornare indietro nel tempo», ha aggiunto con un sorriso. «Posso chiederle se si chiama Katrin?» Ho fatto cenno di sì. I suoi occhi hanno avuto un lampo di riconoscimento, poi ha continuato: «Lei suona la chitarra, vero? E canta anche – molto bene, devo dire». Sono arrossita un po’ e ho sorriso per confermarlo. Non potevo fare a meno di chiedermi come potesse conoscere questi particolari su di me.

«Lo sapevo!» ha esclamato. «Vede, probabilmente lei non si ricorda di me, perché è successo molto tempo fa, avevo cinque anni ed eravamo in tanti…»

Quello che mi ha raccontato mi ha commosso profondamente. Mi ha detto di essere stato fra gli orfani a quel memorabile spettacolo di Natale che avevo fatto tanti anni prima. Con grande chiarezza ha raccontato come gli avessi preso le mani, guardandolo negli occhi, e lo avessi rassicurato dell’amore di Gesù. «Ho ancora il poster che mi ha dato», ha aggiunto tra le lacrime, «e non dimentico mai di averla incontrata».

Il poster che gli avevo dato era stato più di un segno di buone intenzioni natalizie. Era diventato un catalizzatore che aveva piantato nel suo cuore un seme di fede che lo aveva guidato negli anni.

Probabilmente erano stati più di cinquanta i bambini che ci correvano intorno ripetendo le mosse delle canzoni durante quel Natale indimenticabile. Quante probabilità possono esserci di incontrare uno di loro quindici anni dopo, alla vigilia delle mie nozze? Ma eccoci lì: i sentieri di due vite, collegate da un gesto di bontà e da un seme di fede piantato molto tempo prima, si incrociavano ancora.

Il mio Natale in luglio, come l’avrei chiamato, aveva un significato profondo per me. Mi ha parlato dell’impatto gentile ma di lunga portata di ogni parola detta, ogni sguardo scambiato e ogni gesto di bontà fatto.

È facile sottovalutare l’impatto che abbiamo, specialmente sui bambini, ma questa inspiegabile riunione mi ha ricordato che ogni interazione è un’opportunità per plasmare piccole vite in maniera significativa. Ha sottolineato l’importanza delle nostre interazioni con i bambini, ricordandomi che non sono solo piccole seccature, ma individui unici con un destino che vale la pena di plasmare.

Questo incontro inaspettato ha sottolineato anche l’importanza di piantare semi di fede, anche quando non possiamo predirne i risultati. Mi chiedo come sarebbe stata diversa la sua vita se avessi perso l’opportunità di parlare a quel piccolo orfano dell’amore che Gesù provava per lui. Grazie al cielo non è stato così. Ed eccolo lì: il piccolo orfano era diventato un giovane eccezionale, una prova dell’incredibile potere dell’amore di Dio.

La nostra storia aveva chiuso il cerchio, da quel commovente spettacolo di Natale a un incontro estivo inaspettato. Nel tessuto della vita, ogni incontro, per piccolo che sia, intesse un filo unico per formare una splendida storia. Le parole di quel ragazzo hanno rispecchiato la verità del detto che “il poco è tanto, se c’è di mezzo Dio”.

E se quell’incontro casuale in luglio non fosse stato tanto casuale? Se fosse stato un promemoria intenzionale dell’impatto illimitato dell’amore e della grazia di Dio? Il miglior regalo di nozze possibile!

Quando ci siamo scambiati le nostre promesse, mio marito ed io abbiamo promesso anche di mettere in pratica la lezione imparata, di apprezzare ogni momento, di non sottovalutare mai il potere di una parola gentile e di essere sempre fedeli a portare il messaggio di Gesù a tutti quelli che incontriamo.

Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 13 dicembre 2023.

Copyright © 2024 The Family International