Presuntuoso o sicuro di sé?

Agosto 14, 2024

Nina Kole

[Cocky or Confident?]

Esiste una linea sottile tra l'essere presuntuosi e l'essere sicuri di sé. Una persona presuntuosa ti fa venir voglia di evitarla, per non essere sottoposto alle sue storie di grandezza e di grandi realizzazioni. Scredita gli altri e in genere deve “battere” chiunque altro stia parlando, tirando fuori storie uguali o migliori delle sue.

Essere sicuri di sé è una cosa molto diversa. Penso che le persone di cui più apprezzo la compagnia siano quelle contente di ciò che sono; conoscono i propri punti deboli e punti forti e apprezzano i talenti e il contributo degli altri. Trovo che la sicurezza nasca anche dall’aver vissuto momenti difficili e aver visto il Signore arrivare in loro soccorso. Ci si rende conto che in realtà i propri lati buoni vengono dal Signore.

L’altro giorno stavo leggendo a proposito di Giuseppe; quelle sulla sua vita sono tra le mie storie bibliche preferite. Non solo perché quella che sembrava una tragedia ebbe per lui un lieto fine, ma anche perché è una storia su come Dio può usare qualcuno per realizzare i propri scopi alla grande, anche se quel qualcuno compie degli errori.

Giuseppe si distingueva in modo speciale, fin da piccolo, ed era ovvio che ai suoi fratelli ciò non piaceva, specialmente quando cominciò a girare il dito nella piaga (Genesi 37:3-10). I suoi fratelli lo vendettero come schiavo (Genesi 37:18-28) e lui passò da primo della classe (il favorito di papà) a ultimo gradino della scala (uno schiavo nella casa di Putifarre). Prima di essere messo a capo della casa di Putifarre, qualsiasi sicurezza avesse di sé e del suo posto come figlio favorito di suo padre molto probabilmente svanì. Perché dovette ubbidire agli ordini e svolgere i compiti più umili. Non solo; anche dopo aver raggiunto una buona posizione come schiavo, la sua reputazione fu infangata dalla moglie di Putifarre, così finì in prigione e a quel punto divenne davvero parte della feccia della società (Genesi 39).

Immagina di essere trattato da tuo padre come il figlio preferito e vedere in sogno che un giorno sarai grande e che ci sono in serbo cose meravigliose per te: probabilmente ti sentirai molto soddisfatto. Poi un giorno tutto ti viene tolto; non solo le cose materiali, ma anche cose che sono molto più importanti di quello che siamo in grado di apprezzare: rispetto, amore, amici, famiglia e un posto dove sentirsi a casa. Diventi uno straniero e devi dimostrare le tue qualità in tutto ciò che fai. A Giuseppe non successe una volta sola, ma due!

Giuseppe non poteva avere fiducia in se stesso né vantarsi della sua bella veste, di suo padre e tanto meno della sua posizione nella casa di Putifarre (e nemmeno nella posizione di guardiano che ebbe dopo essere stato in prigione per qualche tempo). Tutto ciò in cui poteva confidare era la sua fede che Dio non l’aveva abbandonato, che aveva un piano e che l’avrebbe aiutato a superare i momenti difficili. Lo scrittore della Genesi dà direttamente il merito al Signore per il successo di Giuseppe.

“E il Signore fu con Giuseppe, gli mostrò il suo favore e gli fece trovar grazia agli occhi del governatore della prigione. Così il governatore della prigione affidò alla sorveglianza di Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; e nulla si faceva senza di lui. Il governatore della prigione non rivedeva niente di quello che era affidato a lui, perché il Signore era con lui, e il Signore faceva prosperare tutto quello che egli intraprendeva” (Genesi 39:21-23).

Dopo aver interpretato i sogni del coppiere e del panettiere che erano stati gettati in prigione, Giuseppe disse loro con precisione che il panettiere sarebbe morto entro tre giorni e che nello stesso periodo il coppiere sarebbe tornato a lavorare per il faraone (Genesi 40). Giuseppe chiese al coppiere di ricordarsi di lui quando la cosa sarebbe successa. “Il gran coppiere, però”, dice Genesi 40:23, “non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò”. Non solo, se ne dimenticò per due anni!

Nemmeno questo scosse la fede che Giuseppe aveva in Dio. Penso che a questo punto fosse così consapevole delle attenzioni e delle indicazioni di Dio, che il Signore vide che era pronto ad assumere il ruolo lodevole di braccio destro del faraone.

Più tardi, Giuseppe interpreta il sogno del faraone con grande saggezza e sicurezza. Il faraone gli disse: “Ho fatto un sogno e non c’è chi lo possa interpretare. Ho udito dire di te che, quando ti raccontano un sogno, tu lo puoi interpretare”.

Giuseppe risponde al faraone: “Non sono io, ma sarà Dio che darà al faraone una risposta favorevole” (Genesi 41:15-16). Gli risponde con la calma – la certezza – che si ha quando si impara a dipendere veramente da Dio.

Decisamente, Giuseppe visse gli alti e bassi della vita al servizio del Signore, cosa che, secondo me, ci aiuta a restare in contatto con la realtà. La migliore esperienza di alti-e-bassi che ho avuto è stata quando vivevo in Uganda e siamo andati a lavorare con gli ex bambini-soldato a Gulu. Gli stessi bambini che si vedono nel film Machine Gun Preacher.1 Abbiamo portato tonnellate di alimenti donati e abbiamo fatto vedere il film Jesus2 con una traduzione simultanea nella lingua degli Acholi. Abbiamo dovuto usare un generatore per il proiettore, perché non c’era elettricità.

Abbiamo dormito in una delle capanne più “belle”, che era rotonda, con muri e pavimento letteralmente di fango e con un tetto di lastre d’alluminio. Il gabinetto era un piccolo capanno all’esterno, completo di ragni (18, un giorno li ho contati) di tutte le forme e le dimensioni. Alla sera ci portavano una tanica di acqua bollente e una di acqua fredda e dovevamo mischiarle dentro un secchio e farci la doccia nel cortile dietro alla capanna, sotto le stelle. Abbiamo mangiato un sacco di cibi interessanti, compreso una specie d’impasto di termiti che a loro piace spalmare sul pane. Non è tra i miei preferiti.

Dopo qualche giorno, la mia amica ed io siamo dovute tornare in fretta a Kampala, la capitale dell’Uganda. Alcuni nostri buoni amici – che erano i direttori del principale servizio di telecomunicazioni – stavano partendo dall’Uganda e ci hanno invitato alla loro grande festa di addio all’hotel Sheraton con tutti i VIP dell’Uganda. Ci siamo dovute lavare in fretta dalla polvere del viaggio, indossare vestiti da sera e mischiarci tra persone ridicolamente ricche. Siamo passate dalla crema di termiti a una cena di varie portate e a uno spettacolo con i due cantanti più famosi del paese. Strabiliante ma impagabile; immaginarci completamente coperte di polvere solo poche ore prima voleva dire che non potevamo davvero permettere che il trattamento da VIP ci andasse alla testa.

Molti uomini e donne di Dio hanno passato momenti molto difficili prima di poter essere pronti ad adempiere la chiamata di Dio nella loro vita. Come Re Davide, che visse in caverne, in fuga per salvarsi la vita, oppure Daniele, rapito prima di diventare il consigliere personale di diversi re.3

In Filippesi, Paolo disse: “So vivere nella povertà e anche nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza e nell’indigenza” (Filippesi 4:11-12). Nel versetto subito dopo spiega il segreto per farlo: “Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica” (Filippesi 4:13). Sapeva che non era per merito della sua forza fisica né della sua forza di volontà.

C’è una citazione che mi piace molto. Dice: “Dio usa solo uomini e donne spezzati; nessun altro può servire”. Quante volte vorresti aprire il tuo cuore o condividere i tuoi problemi con persone che fanno di tutto per mostrarti quanto pensano di essere meravigliosi? Anche se elargiscono suggerimenti e consigli utili a migliorare la tua situazione, possono essere un po’ difficili da digerire e ti chiedi se capiscono davvero i tuoi problemi.

Una maniera facile per assicurarti di dimostrare la sicurezza che viene dal Signore e non la tua presunzione è di controllare quante delle tue frasi cominciano con le parole “io” o “mio”. Se succede spesso, è un’indicazione che potresti essere un po’ egocentrico. Prenderti il tempo di chiedere a te stesso, a qualche amico fidato e a Dio se dovresti essere un po’ meno presuntuoso e poi fare i cambiamenti necessari sono dei buoni passi per diventare la persona che Dio vuole tu sia.

La presunzione spesso nasce dall’insicurezza e dal bisogno di dare prova di te stesso agli altri. La parte migliore è che, una volta che ti liberi di quell’insicurezza e riponi la tua sicurezza nel Signore, imparerai a essere felice per i risultati degli altri e a essere un buon ascoltatore. Così facendo scoprirai che le persone cominceranno a godersi di più la tua compagnia e questo in cambio ti darà la fiducia di uscire e realizzare il piano e il proposito di Dio per la tua vita, come fece Giuseppe.

Compilato da un podcast di Just1Thing, un sito cristiano per la formazione dei giovani.
Adattato e pubblicato sull’Ancora in inglese il 12 giugno 2024.


1 Machine Gun Preacher (2011) Versione italiana su YouTube

2 Jesus (1999) Versione italiana su YouTube

3 Vedi il libro di Daniele.

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