Il Cielo, la nostra speranza eterna

Agosto 2, 2024

Il tesoro

[Heaven: Our Eternal Hope]

A volte il dolore, lo sconforto e le delusioni di questa vita possono pesare parecchio sul nostro cuore. Quando tutto va storto, o quando passiamo momenti difficili o subiamo delle perdite, oppure vediamo le sofferenze umane nel mondo che ci circonda, la tensione che queste cose ci provocano possono portarci a chiedere se ciò che facciamo fa davvero una differenza. È possibile portare un cambiamento in un mondo in cui esistono guerre, povertà, ingiustizie e male, avidità e corruzione?

Quando consideriamo i problemi del mondo, le prospettive a volte non sembrano molto brillanti, ma è proprio in momenti simili che possiamo trovare conforto nella Parola di Dio e nelle sue promesse di un mondo migliore. “La sera ci accompagna il pianto”, dice la Bibbia, “ma la mattina viene la gioia” (Salmo 30:5). La gloriosa mattina in Cielo dopo le ombre e la notte di questa vita.

Tutte le delusioni, i sogni infranti e le esperienze negative saranno subito dimenticate e cancellate quando sorgerà quell’alba! La Bibbia promette che “le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Romani 8:18). Leggiamo in Apocalisse 21:4 che Dio “asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi”. Che promessa stupenda! Dio asciugherà il pianto e porterà via tutte le pene e lo scoraggiamento. Non ci saranno più lacrime, dolore, morte o sofferenze.

Quando Gesù preparò i suoi discepoli per la sua morte e la sua partenza imminenti, disse: “Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore: io vado a prepararvi un posto” (Giovanni 14:2,3). Dalla descrizione che ne fanno i capitoli 21 e 22 dell’Apocalisse, il Cielo, il Paradiso, la casa dei cristiani di tutte le epoche, è maestoso, stupendo, di una bellezza mozzafiato. Le sue strade sono descritte come fatte d’oro e all’interno delle sue sfavillanti porte di perla non c’è bisogno di lampade o di sole, perché Dio stesso è la sua luce (Apocalisse 22:5).

Riesci a immaginare un mondo senza più morte, dolore e paura, senza più lutto o malattia? Una società in cui tutti lavorano insieme in armonia, cooperazione e amore? Un posto così meraviglioso supera quasi la nostra capacità d’immaginazione. Come dice la Bibbia: “Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d'uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano” (1 Corinzi 2:9).

Secondo la Bibbia, una delle differenze più grandi tra la vita terrena e il Cielo è che il Cielo è un mondo perfetto, pieno della presenza di Dio, dove potremo godere di tutta le bellezze e le meraviglie che abbiamo qui sulla terra, ma senza la sofferenza, il dolore, il vuoto, la solitudine e la paura che così spesso ci afferrano; senza l’egoismo, l’avidità, l’odio e la distruzione che vediamo in questo mondo.

Il regno di Dio sarà pieno di amore, pace, conforto, comprensione, gioia e compassione; soprattutto, saremo avviluppati dall’amore della persona che ci ama più di chiunque altro: Dio stesso. La Bibbia ci dice che Dio è un Dio d’amore, anzi, che Dio è amore (1 Giovanni 4:8). Per questo la sua casa, il regno dei cieli, è una casa d’amore, dove non ci saranno più sofferenza, ripudio, lutto, dolore o solitudine (Apocalisse 21:4).

Contemplare la speranza che abbiamo nel Cielo e visualizzare ciò che possiamo aspettarci ci aiuta a ricordare che le battaglie e le tribolazioni della vita presente non sono paragonabili alla gloria che ci è stata promessa in Cristo Gesù nel prossimo futuro.

È uno dei motivi per cui Mosè poté sopportare tutto quello che gli successe, perché “aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa e rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile” (Ebrei 11:26-27). Guardò oltre tutti i guai che aveva avuto in Egitto, come se vedesse il Signore e la sua futura ricompensa. Poté sopportare le difficoltà affrontate nel presente mantenendo gli occhi puntati sul futuro glorioso promesso da Dio.

Tutti i grandi uomini e le grandi donne dell’Antico Testamento il cui nome è citato nell’albo d’onore in Ebrei 11 si considerarono stranieri e pellegrini in questo mondo perché cercavano una città con fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio, e un paese che appartiene loro. Furono in grado di sopportare tribolazioni d’ogni tipo sulla terra, perfino persecuzione e morte, perché aspettavano quella Città (Ebrei 11:13-16).

Molti sembrano credere che raggiungeranno il regno di Dio solo alla loro morte, ma Gesù indicò che questa era un’idea errata quando disse: “Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi” (Luca 17:20-21). Non dobbiamo aspettare fino a che morremo per entrare nel regno di Dio. In realtà, se hai accolto Gesù come tuo Salvatore e in te abita il suo Spirito Santo, il suo regno è dentro di te.

Noi che conosciamo e amiamo il Signore e abbiamo dentro di noi il suo Spirito facciamo già esperienza del regno dei cieli e lavoriamo per portare il suo regno agli altri. Questo però è solo un anticipo della nostra eredità in Cielo. La Parola di Dio ci dice: “Voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria” (Efesini 1:13-14).

Gesù disse che per entrare nel suo regno spirituale bisogna nascere di nuovo: “Se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3). Non possiamo salvarci mediante le nostre opere, la nostra bontà, i nostri tentativi di osservare le sue leggi e di amarlo; nemmeno con i nostri sforzi per trovare e seguire la sua verità. La salvezza è un dono di Dio, operato dalla trasformazione miracolosa della nostra vita quando accettiamo la sua verità, nell’amore di suo Figlio Gesù per opera dello Spirito Santo. Dobbiamo soltanto credere in Lui e riceverlo come nostro Signore e Salvatore. “A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome” (Giovanni 1:12).

Gesù aprì a tutti la porta della vita eterna nel suo regno mediante la sua morte sulla croce. Non puoi guadagnartela, né puoi essere troppo cattivo per riceverla, perché la salvezza è un dono di Dio. Gesù ti ama così come sei. Ti conosce. Conosce i tuoi pensieri e tutto quello che hai fatto, perfino i tuoi segreti più profondi. Sa tutto, ma ti ama lo stesso, perché il suo amore è infinito.

Gesù disse: “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3:20). Puoi invitare Gesù a entrare nella tua vita facendo una preghiera sincera e chiedendogli di entrare nel tuo cuore, perdonare i tuoi peccati e concederti il dono della vita eterna che ha promesso (Giovanni 10:28).

Il suo amore va molto al di là di ciò che possiamo comprendere o vedere con i nostri occhi qui sulla terra. Il suo amore può riempire ogni vuoto e guarire ogni dolore o ferita. Il suo amore può portare gioia dove c’era sofferenza, risa dove c’era dolore e soddisfazione dove c’era mancanza di uno scopo o un significato.

Anche se la salvezza è un regalo, una volta che hai ricevuto Gesù nel tuo cuore, Lui ti incarica di amare gli altri e di dare loro la buona notizia del regno celeste di Dio. Parla agli altri della verità di Gesù e dell’amore che ti ha dato, così che possano anche loro provare nella loro vita la gioia che viene da Lui — sia in questa vita che nella prossima.

Da un articolo in Il tesoro, pubblicato dalla Famiglia Internazionale nel 1987.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 30 maggio 2024.

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