La gara che ci è posta davanti

Aprile 1, 2024

William B. McGrath

[The Race That Is Set Before Us]

In Ebrei 12:1 leggiamo che dobbiamo “correre con perseveranza la gara che ci è posta davanti”. Questo si riferisce alla corsa della vita, messaci davanti dal nostro Creatore; è la “vocazione di Dio in Cristo Gesù” di ogni singolo individuo (Filippesi 3:14).

Scegliendo la gara che Dio vuole farmi correre, posso sentire la sua presenza che mi ispira, mi consiglia e mi aiuta a essere un vincitore nella mia corsa verso traguardi duraturi ed eterni. È la gara più soddisfacente in cui potrei impegnarmi. Una gara che Lui ha confezionato su misura per me.

Questa gara include le situazioni apparentemente piccole della vita quotidiana e le abitudini di pensiero e azione che coltivano la devozione. Nel versetto successivo, Ebrei 12:2, leggiamo che, quando corriamo questa gara, dobbiamo “tenere gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce”. Così, mi piace tenere gli occhi su Gesù per vedere come Lui corse la sua gara e seguire il suo esempio nel miglior modo possibile. Chiedo il suo aiuto per prendere la mia croce ogni giorno (Matteo 16:24), tra le piccole irritazioni della vita, perché davanti a me è posto un premio eterno (Giovanni 14:3).

I miei problemi possono essere difficili da capire, ma so che il mio Sommo Sacerdote in cielo capisce e intercede per me (Ebrei 4:15). Vede il risultato finale delle difficoltà che mi permette di incontrare, mi “raffina”, è dalla mia parte. Le mie “leggere afflizioni” in questa vita producono in me “uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria” (2 Corinzi 4:17).

Vivendo in Gesù, mediante la sua Parola, imparo a collaborare con i suggerimenti del suo Spirito, rinunciando alla mia volontà e seguendo la direzione in cui mi porta la sua gara. Mi dà la sua forza per resistere alla tentazione e mi aiuta a sviluppare i frutti del suo Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo. (Galati 5:22-23). So che la scelta migliore che io abbia mai fatto è stata correre la sua gara nella mia vita. Capisco sempre meglio che si rivelerà la gara della vita più gratificante che abbia mai potuto immaginare.

Una corsa implica resistenza, addestramento e altri competitori. Credo che la resistenza maggiore che devo affrontare sia la mia vecchia natura terrena. Questa corsa è una maratona, non una gara di velocità. Richiede da parte mia persistenza e pazienza per dominare la mia vecchia natura, che mi tenterebbe di accettare la scusa comune per restare tiepido. So di aver bisogno dello Spirito di Dio che mi lavi, mi rinnovi e mi dia la forza di restare in gara.

Il mondo dice: “Sii qualcuno. Sali sulla scala del successo economico, del potere, del controllo, della posizione sociale! Devi avere tutto subito!” Invece, la natura di Cristo dentro di noi ci concede cose che il denaro non può comprare: vera pace, vita eterna e un ruolo da svolgere nel portare a casa, al suo amore, i suoi figli sofferenti sulla terra.

La Bibbia paragona questa nostra corsa anche alla lotta di un soldato (2 Timoteo 2:3) e all’allenamento di un atleta (1 Corinzi 9:24). Non è sempre facile e, personalmente, so che la parte principale delle mie difficoltà è stata nella mia mente, nell’imparare a mantenere il mio orgoglio sempre sotto controllo. Come in quel vecchio detto, “il tuo peggior nemico sei tu”. So che anche mentre corro la sua gara, esiste in me il desiderio di dimostrare che posso fare le cose, che sono esperto, che merito stima ecc. È chiaro, però, che nel suo ministero Cristo dimostrò grande rispetto per le cose normali e le persone normali: gli umili, i poveri, i demoralizzati, gli stranieri ecc. I dodici apostoli da Lui scelti erano uomini comuni, non l’élite della società.

Vorrei concludere con un paio di brani che esprimono ciò che significa per me correre in questa gara che Dio mi ha posto davanti.

“Cristo in voi, la speranza della gloria” (Colossesi 1:27). La cosa più grande che chiunque di noi può fare non è vivere per Cristo, ma vivere Cristo. Che cos’è una vita santa? È una vita da Cristo. Non è essere cristiani, ma Cristi. Non è cercare di fare o essere qualcosa di grande, ma semplicemente avere Lui e lasciare che sia Lui a vivere la sua vita in noi; noi vivere in Lui e Lui vivere in noi; lasciare che sia Lui a riflettere le sue grazie, la sua fede, la sua consacrazione, il suo amore, la sua pazienza, le sue parole in noi. […] Questa è la vita più sublime e allo stesso tempo più semplice che sia possibile condurre. Ha uno standard più alto della perfezione umana e tuttavia è possibile per un povero uomo peccatore e imperfetto raggiungerla grazie al Cristo perfetto che viene a vivere in noi. Dio ci aiuti a vivere – e così rendere reale a chi ci sta intorno – la semplicità, la bellezza, la gloria e la potenza della vita da Cristo. —Charles E. Cowman1

La maggior parte di noi segue un ciclo banale tutti i giorni. La sveglia mattutina ci ricorda di seguire la sola routine ordinaria e sembra che non esistano possibilità di compiere qualcosa di veramente eroico o degno di essere vissuto. Mi chiedo se impareremo mai la lezione che è solo questione di svolgere qualche piccolo dovere della vita con fedeltà, puntualità, accuratezza, rispetto, non per la lode degli uomini, ma per il “va bene” di Gesù Cristo; non per la retribuzione da ricevere, ma perché Dio ci ha dato un piccolo posto di lavoro nel suo grande mondo. Non perché dobbiamo, ma perché scegliamo di farlo, non come schiavi delle circostanze, ma perché teniamo a mente il Signore, facendolo “come per il Signore e non per gli uomini”, facendolo come persone liberate da Cristo (Colossesi 3:23). Allora, giù, molto di sotto alle onde della vita comune, vengono deposte le fondamenta del carattere. […] Dovremmo, quindi, stare molto attenti a non lamentarci dei compiti ordinari della vita quotidiana. […] Ha maggior valore fare una cosa senza importanza, a favore di Dio, della verità e degli altri, che fare qualcosa di grande e importante con uno spirito lamentoso. Ha maggior valore soffrire pazientemente ogni giorno mille punture, che morire una sola volta come martire sul rogo. Una vita oscura offre maggiori opportunità di formare un carattere più nobile che qualsiasi tipo di grandezza, quella che gli uomini chiamano grandezza. —Virginia Brandt Berg2

Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 27 dicembre 2023.


1 Lettie Burd Cowman, Springs in the Valley, 3 agosto.

2 Virginia Brandt Berg, “The Commonplace.”

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