Peter Amsterdam
Abbiamo certamente visto un “tempo d’angoscia” per molti in tutto il mondo, in tempi recenti, a livelli che in un certo senso non hanno precedenti per come la tecnologia moderna ci permette di vedere gli avvenimenti svolgersi in tempo reale intorno al globo. Abbiamo visto lotte legate al razzismo, alla discriminazione e al pregiudizio; dubbi sulle autorità e sulla violenza; corruzione ai piani alti e interrogativi sui confini tra libertà personali e responsabilità civiche. Viviamo certamente in tempi turbolenti.
Naturalmente è importante ricordare che ogni generazione ha avuto la sua parte di problemi, difficoltà e dolori della crescita. Se esaminiamo la storia, vediamo che è uno schema costante. Non è qualcosa che possa sorprendere i cristiani, perché sappiamo che stiamo vivendo in un mondo corrotto e che il peccato è una realtà che ogni generazione deve affrontare e che si manifesta in mali come la povertà, l’oppressione, la guerra e l’inumanità. In quel senso, come sta scritto in Ecclesiaste: “Quello che è stato è quel che sarà; quello che è stato fatto è quel che si farà; non c’è nulla di nuovo sotto il sole” (Ecclesiaste 1:9). Non siamo sorpresi dalle condizioni del mondo, perché ne conosciamo la causa: la rottura del rapporto tra l’umanità e Dio e le conseguenze di quella separazione.
Come cristiani, però, la nostra speranza più grande non è in questo mondo o nei suoi sistemi politici, perché sappiamo che sono transitori e passeranno. Ci contiamo tra quelli descritti in Ebrei, che “non hanno quaggiù una città stabile, ma cercano quella futura” e “ne desiderano una migliore, cioè quella celeste” (Ebrei 11:16). Aspettiamo con ansia la seconda venuta di Gesù, quando tutti i dolori, le sofferenze, i mali e le ingiustizie saranno rimediati e “il paese sarà ripieno della conoscenza dell’Eterno, come le acque ricoprono il mare” (Isaia 11:9). Sono passati quasi duemila anni da quando Giovanni scrisse, alla fine del libro dell’Apocalisse: “Sì, vieni, Signore Gesù!” — e da allora i credenti hanno ripreso con tutto il cuore questo sentimento e continuano a farlo ancora oggi.
Molti cristiani hanno cercato di comprendere la rilevanza degli avvenimenti d’attualità e della cultura contemporanea per quanto concerne il calendario della seconda venuta di Gesù. Le condizioni mondiali attuali — comprese la tecnologia moderna, la globalizzazione, la diffusa predicazione del vangelo, il muoversi verso un’economia che non richiede contanti, le valute digitali — sono forse dei segni che siamo entrati, o stiamo entrando, negli ultimi sette anni che precederanno la seconda venuta di Gesù Cristo? Come dobbiamo interpretare gli avvenimenti d’attualità per quanto concerne il tempo della fine e che conclusioni possiamo trarne?
Le risposte a queste domande vanno tratte innanzitutto dalle Scritture e da ciò che la Bibbia nella sua globalità insegna sul periodo immediatamente precedente alla seconda venuta di Gesù. Ovviamente gli esatti particolari di come questi avvenimenti si svolgeranno non sono specificati come vorremmo noi, ma la Bibbia ci fornisce senz’altro uno schema chiaro di cosa possiamo aspettarci di vedere – sono degli eventi noti collettivamente come “i segni dei tempi”. Vediamone alcuni.
I segni dei tempi
“Voi udrete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi, infatti bisogna che questo avvenga, ma non sarà ancora la fine. Perché insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori” (Matteo 24:6-8). La versione nel Vangelo di Luca include nell’elenco dei segni anche le pestilenze (Luca 21:11).
Esaminando il corso della storia, possiamo vedere che gli “inizi dei dolori” sono esistiti fin dai tempi di Gesù, definiti nella Bibbia come il periodo degli “ultimi giorni” per descrivere il periodo tra la prima e la seconda venuta di Cristo (1 Giovanni 2:18). Ci sono state guerre e rumori di guerre, anche se in alcuni periodi della storia ce ne sono state molte più di oggi, come durante le guerre mondiali nella prima metà del XX secolo. Ci sono stati e continuano a esserci carestie, pestilenze e terremoti. Gesù disse che questi segni sarebbero stati solo l’inizio dei dolori.
Per discernere i segni dei tempi, dobbiamo guardarne l’insieme, tutti questi segni, e non solo uno isolatamente. Troviamo questi segni nel Nuovo Testamento e nelle profezie bibliche, principalmente nei libri di Daniele e dell’Apocalisse, oltre che in Matteo 24 e in 1 e 2 Tessalonicesi.
La Bibbia, comunque, descrive alcuni segni ben precisi che potremo vedere e dai quali sapremo che la fine è “proprio alle porte” (Matteo 24:33).
Tra le altre cose, la Bibbia ci dice che vedremo che:
- L’iniquità sarà moltiplicata e l’amore di molti si raffredderà (Matteo 24:12).
- Il vangelo sarà predicato in tutto il mondo (Matteo 24:14).
- Ci sarà una grande apostasia da Dio (2 Tessalonicesi 2:3).
- Un dittatore mondiale, conosciuto nella Bibbia come Anticristo, arriverà al potere e firmerà un accordo, un “patto”, che darà temporaneamente al mondo una certa misura di pace e sicurezza e introdurrà gli ultimi sette anni prima della seconda venuta di Gesù (2 Tessalonicesi 2:3-4).
- Le persone saranno obbligate a ricevere il marchio della bestia“, qualche specie di sistema monetario e di identificazione elettronico, senza il quale non potranno comprare né vendere (Apocalisse 13:16-18).
- Ci sarà un periodo di grande tribolazione e di persecuzione dei cristiani, che durerà per gli ultimi tre anni e mezzo prima della seconda venuta di Gesù (Matteo 24:21-22).
Quando sentiamo le varie interpretazioni degli avvenimenti e delle condizioni attuali, o che certi avvenimenti politici e sistemi monetari senza contanti indicano che oggi siamo negli ultimi sette anni, possiamo cedere alla preoccupazione. Quando riflettiamo su simili interpretazioni, il primo passo dovrebbe essere esaminarle con quello che ci dicono le Scritture sul periodo che precede la seconda venuta di Gesù. Dobbiamo guardare i particolari riguardanti un segno specifico descritti nella Bibbia. Per esempio, cosa dicono le Scritture riguardo al marchio della bestia? È possibile che sia già stato introdotto segretamente?
Secondo le informazioni dateci dalle Scritture, il marchio della bestia viene introdotto dopo la rottura del patto ed è collegato all’accettare l’Anticristo e il suo regno e adorare la sua persona (Apocalisse 11:13-18). Abbiamo visto i segni che dovrebbero precedere il marchio della bestia, come la rivelazione dell’“uomo del peccato” [l’Anticristo]che “s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio” e si pone “a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio”? (2 Tessalonicesi 2:3-4).
In Apocalisse 14,9-11 leggiamo: “Chiunque adora la bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino dell'ira di Dio”. Da quello che possiamo dedurre dalle Scritture, ricevere il marchio della bestia è chiaramente collegato all’adorazione della bestia e della sua immagine.
Il marchio della bestia potrebbe essere introdotto quando l’Anticristo non è ancora sorto, quando il suo regno non è visibile e la gente non è messa di fronte alla scelta se adorarlo o no? Questo è il tipo di domande che dobbiamo farci quando consideriamo le varie teorie e interpretazioni. Dobbiamo studiare e soppesare le Scritture per assicurarci di “trattare con accuratezza e insegnare rettamente la parola della verità” (2 Timoteo 2:15)
Come prepararsi
È indubbio che ogni giorno che passa porta il mondo più vicino al ritorno di Gesù; noi cristiani aspettiamo con entusiasmo e impazienza questo avvenimento trionfale e vogliamo essere pronti. La sua seconda venuta sarà nel corso della nostra vita? Non potremo saperlo finché non vedremo l’adempimento dei segni precisi che Gesù e altri ci hanno dato nella Bibbia.
Che tipo di preparazione dovrebbe interessarci come seguaci di Gesù? In Matteo 24, dopo aver descritto ciò che i suoi seguaci dovranno affrontare in quegli ultimi giorni, Gesù dice ai discepoli: “Perciò anche voi siate pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà”. Poi, quasi come risposta alla loro domanda implicita su come vivere in quello stato di preparazione costante, continua dicendo:
“Qual è dunque quel servo fedele e avveduto, che il suo padrone ha preposto ai suoi domestici, per dar loro il cibo a suo tempo? Beato quel servo che il suo padrone, quando egli tornerà, troverà facendo così. In verità vi dico che gli affiderà l’amministrazione di tutti i suoi beni” (Matteo 24:45-47).
Con questo riferimento al servo fedele e avveduto che aveva ricevuto la responsabilità della casa del suo padrone e aveva svolto il suo compito con diligenza, Gesù riporta il soggetto della conversazione sulla fedeltà. Il servo non sa quando tornerà il padrone, ma non gli importa; è tutto attento a essere fedele nel suo lavoro. Al ritorno del padrone, quel servo sarà benedetto.
Mi auguro che tutti potremo essere fedeli a modellare la nostra vita sulla Parola di Dio, a seguirlo da vicino e a essere fedeli nel dare la buona notizia della salvezza mediante la fede in Gesù Cristo a tutte le persone che possiamo. Che viviamo o no fino a vedere gli ultimi sette anni della storia mondiale, ciò che conterà veramente sarà come condurremo la nostra vita nel tempo che Dio ci dà qui sulla terra.
Siamo chiamati tutti ad amare Dio, amare gli altri, diffondere il vangelo, fare del nostro meglio per vivere secondo gli insegnamenti di Gesù e passarli agli altri. Se siamo fedeli nel fare queste cose, possiamo essere fiduciosi che saremo pronti per qualsiasi cosa avverrà.
Pubblicato originariamente nel maggio 2021.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 23 ottobre 2023.