John Lincoln Brandt
In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati. —Atti 4:12
Così Pietro conclude il suo splendido tributo a Cristo quando parla alla gente stupita per come lo zoppo era stato guarito da Gesù alle porte del tempio. Deve aver dato molto da pensare al sinedrio, quando i suoi membri scoprirono che non potevano eliminare questa nuova religione semplicemente ordinando agli apostoli di non predicare nel suo nome. Questa grande verità fu proclamata da un testimone oculare: Pietro conosceva Gesù ed era stato testimone delle manifestazioni della sua potenza.
Sapeva di cosa parlava; la sua era una conoscenza in prima persona; era un compagno di Gesù; era stato con Lui durante i suoi viaggi, come amico. Aveva ascoltato i suoi insegnamenti come suo discepolo; aveva avuto comunione con Lui in preghiera, lode e conversazione. Gli altri riconoscevano che era stato con Gesù. Non aveva seguito favole abilmente inventate. Aveva parlato come mosso dallo Spirito Santo. Ciò che disse deve essere ricevuto con piena fiducia e richiede la nostra piena attenzione.
È giusto chiederci: “Che tipo di salvezza?” Salvezza era una parola familiare per il popolo di Israele. Generalmente significava la liberazione di Israele dai suoi nemici e si riferiva alla salvezza della nazione; ma il termine usato nel testo si riferisce alla salvezza degli uomini dalla rovina morale: dal peccato, dal timore della morte, dagli schemi di Satana e dal terrore del giudizio. Include il riallineamento del rapporto dell’uomo con Dio e la restaurazione dell’uomo alla sua giusta posizione nell’economia divina, così che la sua volontà sia in armonia con quella divina, la sua coscienza sia risvegliata a ogni chiamata del dovere e il suo cuore riceva e ami Gesù come Salvatore dell’umanità.
Il pensiero di essere salvati suggerisce la presenza di una situazione molto pericolosa. Quando usiamo questa parola nella nostra lingua, pensiamo al vigile del fuoco che compie il tentativo disperato di salvare un essere umano dalle fiamme; o al marinaio che lotta contro le onde per salvare qualche povera anima dall’annegamento; o al medico al capezzale di un paziente in lento declino, che lotta coraggiosamente per salvare la vita del sofferente — e con grande gioia udiamo la lieta novella che la crisi è passata.
Il testo dichiara che la salvezza è “nel nome” del Signore Gesù Cristo e in nessun altro nome. Un nome rappresenta una persona o una cosa. È la rivelazione di ciò che una persona o una cosa è.
C’è molto in un nome. I destini di nazioni sono stati decisi dal significato di un nome. Eserciti sono stati ispirati da un nome. Se il nome rappresenta una persona, include qualunque diritto, privilegio, tratto caratteriale e risultato quella persona abbia.
Quando udiamo il nome “Mosè”, pensiamo al grande legislatore di Israele; “Davide”, pensiamo al re e salmista di Israele; “Paolo”, pensiamo al grande apostolo dei gentili; “Lutero”, pensiamo al grande riformatore; “Wesley”, pensiamo al fondatore del Metodismo; “Gladstone”, al grande statista inglese; quando udiamo il nome di Gesù Cristo, pensiamo alla salvezza — e alla salvezza solo nel suo nome.
Non abbiamo accesso a Dio grazie ai nostri nomi, ma con il nome del suo figlio diletto ci ammette al trono della sua grazia. Il nome “Gesù” è colmo di un significato profondo e carico di significato.
È un nome trascendente. “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome” (Filippesi 2:9). Tutte le creature intelligenti hanno nomi che le distinguono. Gli angeli hanno i loro nomi. Michele, Gabriele, Uriel. Il nome di uno può brillare di più maestà e splendore di un altro, ma il nome “Gesù” è al di sopra di ogni altro nome. Torreggia sopra i nomi di uomini, spiriti e angeli.
Nessun nome sulla terra esalta ed entusiasma, consola e benedice come il nome “Gesù”. È il nome indipendentemente perfetto; il nome trascendente; non esiste nome simile in tutto l’universo. È il nome che sta al di sopra di ogni gerarchia nella creazione.
Non importa come lo chiami: che sia Figlio di Dio, Salvatore, Redentore, Creatore, Re, Stella del Mattino, Sole della Giustizia o mio Signore e mio Dio, è un nome trascendente che sta al di sopra di ogni altro nome nel cuore del suo popolo. È un nome prezioso. Egli è l’eletto di Dio, scelto e prezioso.
Gli angeli annunciarono che si sarebbe chiamato Gesù, perché avrebbe salvato il popolo dai suoi peccati. Dio gli diede quel nome. Le Scritture dichiarano che per tutti i credenti Egli è prezioso. Il suo nome ci è prezioso perché ci salva dal peccato. È prezioso nel suo carattere: è umano per comprendere e divino per aiutare. È prezioso come insegnante, le sue parole hanno portato luce alle nostre anime ottenebrate e speranza ai nostri cuori tristi. Il suo sangue è prezioso perché ci purifica dal peccato. Egli è prezioso nelle sue promesse: ci hanno sorretto nei conflitti della vita. “Sono con voi, non temete. Vi guiderò, fino alla fine”.
È un nome consolatore. Egli è chiamato il Dio di ogni consolazione. Simeone parlò di Lui come la consolazione di Israele. Paolo dichiara che c’è consolazione in Lui tramite la grazia e che la nostra consolazione abbonda in Lui. Prima di lasciare il mondo, Cristo promise di mandarci il Consolatore e quando questi arrivò, ci diede stagioni di refrigerio grazie alla presenza del Signore.
Nessun altro nome tra gli uomini è tanto pieno di conforto per l’anima in lutto. Gesù sta accanto al capezzale di chi langue, al letto che ospita il sofferente, alla tomba divoratrice, e dice: “Guardami; sono il Dio di ogni consolazione”: Il mondo può offrire la sua simpatia umana, il suo denaro, i suoi piaceri e i suoi onori, ma il nome “Gesù” porta conforto quando tutto il resto fallisce.
È un nome conquistatore. Ci viene detto: “Nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:10–11).
Vive nei nostri canti di salvezza; vive nella nostra maestosa architettura; vive nella storia del mondo; vive nella chiesa di Cristo. Vive nei cuori di milioni su milioni dei suoi discepoli; vive come mediatore tra Dio e l’uomo, come speranza della gloria; vive come parola d’ordine per l’ingresso in cielo. Nessuna meraviglia che Paolo abbia dichiarato che siamo più che vincitore grazie a Colui che ci ha amato (Romani 8:37) e che Giovanni abbia dichiarato che abbiamo vinto questo mondo e ottenuto la vittoria tramite la nostra fede in Lui (1 Giovanni 5:4).
“[Cristo] può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio” (Ebrei 7:25). L’incarico che Cristo ci dà è: “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” (Marco 16:15–16). È chiamata una grande salvezza. È più grande delle transazioni commerciali; più grande della guarigione o dell’insegnamento. È grande a motivo del suo autore, dei suoi effetti e delle sue benedizioni. Esprime il supremo desiderio dell’anima: quello di essere salvata.
Questa salvezza è esclusivamente nel nome di Gesù. Una sostituzione è impossibile. Si sono fatti sforzi per sostituirgli altri nomi e agenti; in queste cosiddette sostituzioni vediamo uno dei pericoli principali dei nostri tempi. Questi edificatori del tempio umano disprezzerebbero la pietra angolare della nostra salvezza. La sostituirebbero con principi ed esempi morali, con la scienza e la filosofia, con la critica razionale e le teorie socialiste, con argomenti sofistici e una finta filantropia, ma tutte queste influenze e questi sistemi, per plausibili che siano, sono limitati dall’orizzonte del tempo e non hanno effetto sull’aldilà.
La salvezza dell’anima si trova in un solo nome. Cristo è la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di Lui (Giovanni 14:6). è l’unico fondamento. È l’unica speranza di gloria (Colossesi 1:27).
Nessun altro nome, nessun altro nome,
risuona nei corridoi del tempo;
nessun altro nome, nessun altro nome
ha un suono tanto melodioso.
Note più chiare, toni più puri
perché risuona per tutti.
Oh, dolce è la musica, ascolta di nuovo!
Puoi udirla, la chiamata del vangelo?
Nessun altro nome, nessun altro nome,
in tutta la storia del tempo.
Nessun altro nome, nessun altro nome,
risuoni come campana ai tuoi orecchi.
Rintocchi di dolore o rintocchi di gioia
tu scegli il suono della campana.
Oh, fanne un suono di gioia per l’anima
e riposa in pace: “Tutto va bene”.
Nessun altro nome, nessun altro nome,
puoi ascoltare dovunque tu vada;
Nessun altro nome, nessun altro nome,
il suo amore ha deciso così.
Perché tu possa conoscere la vita in eterno
Egli morì sulla croce, patì la vergogna;
Oh, come puoi aspettare, ti sta chiamando,
non c’è altro nome, nessun altro nome!
—Nina V. Brandt
John Lincoln Brandt (1860–1946) era il padre di Virginia Brandt Berg.
Brani tratti da Soul Saving Revival Sermons.
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 6 luglio 2023.