Compilazione
Non si turbi il tuo cuore
non si rattristi l’anima.
è tempo di gioia la Pasqua
e ogni cuore dev’esser lieto.
Lieto di sapere che Cristo
fece sì che ogni uomo
potesse avere perdono
e come Lui vivere di nuovo.
In questo speciale momento
possa il prodigio della sua vita
rinnovare in noi la fede
per essere partecipi della sua gloria.
—Helen Steiner Rice, adattato
*
Se la risurrezione di Gesù Cristo è realmente avvenuta, allora alla fine Dio metterà tutto a posto. Le sofferenze cesseranno. Il male sparirà. La morte sparirà. L’invecchiamento cesserà. Il cancro al pancreas sparirà. Se la risurrezione di Gesù Cristo non fosse avvenuta, immagino che potrebbe succedere di tutto. Se però è veramente avvenuta, allora ci sarà tutta la speranza del mondo.
Nel suo saggio “Sulle favole”, J.R.R. Tolkien dice che ci sono desideri umani indelebili che solo la fantasia, le favole o la fantascienza possono veramente esaudire. Dice che tutti gli esseri umani sono attratti dall’idea di sfuggire al tempo, sfuggire alla morte, comunicare con altre cose viventi, poter vivere abbastanza a lungo da realizzare i propri sogni artistici e creativi, riuscire a trovare un amore che guarisca perfettamente. Tolkien dice: perché abbiamo questi intensi desideri? — e, da cristiano, pensa che il motivo sia che originariamente Dio non ci ha creato perché morissimo. Tutti noi, nel profondo del cuore, sappiamo che è così che dovrebbe essere la vita; se la risurrezione di Gesù Cristo avviene, allora tutte quelle cose si avvereranno letteralmente per noi.
Per questo esiste questo paradosso. Da una parte, la risurrezione è una cosa concreta di cui si può parlare, come: “Che prove ci sono per questo avvenimento storico?” Probabilmente il libro migliore scritto negli ultimi cento anni su questo argomento è “La Risurrezione del Figlio di Dio”, scritto da N.T. Wright.
Tuttavia, se arriviamo al punto di crederci, improvvisamente non ci sono più limiti al tipo di cose che possiamo aspettarci. So che alcuni di voi lettori stanno pensando: “Non posso credere che esista una persona con un’istruzione superiore alla terza elementare che ci crede davvero”. Ma io ci credo. E in questi ultimi mesi, durante i quali ci siamo messi in contatto con questi grandi elementi della nostra fede, [mia moglie] Kathy ed io potremmo dire entrambi che non siamo mai stati più felici nella nostra vita, anche se vivo sotto la nuvola oscura del cancro.
La Settimana Santa ci offre sia morte che risurrezione. Non hanno senso separate. Non si può avere la gioia della risurrezione se non si passa per la morte; e la morte senza risurrezione semplicemente non lascia speranza. In pratica, il tema o il paradigma della morte/risurrezione è assolutamente al centro del significato di una vita cristiana. In realtà, tutto nella vita è così. In ogni tipo di sofferenza, se reagisco rivolgendomi a Dio con fede, la sofferenza mi spinge più profondamente, come un chiodo, nell’amore di Dio; è quello che il cancro ha fatto per me. Penso davvero che la cosa migliore del cancro sia che la Pasqua assume un significato molto più grande, perché osservo la Pasqua e dico: “Grazie a questo posso affrontare qualsiasi cosa”. In passato, pensavo alla Pasqua come un modo di vedere la vita un po’ ottimistico, speranzoso. Adesso vedo che la Pasqua è un solvente universale; può sciogliere ogni paura, ogni rabbia e ogni disperazione. Vedo la sua potenza più di quanto l’abbia mai vista prima. —Tim Keller1
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Il semplice messaggio che cambiò per sempre il mondo fu questo: “Egli non è più qui. È risorto”.
La Pasqua parla del significato della nostra vita, dello scopo dell’uomo, dell’eternità.
È una consapevolezza che spesso perdiamo nella vita indaffarata d’ogni giorno. Veniamo trascinati dalla ricerca frenetica e dalle ambizioni della vita, completamente consumati e indirizzati dalle spinte del mondo che ci circonda, non solo incapaci di liberarci, ma inconsapevoli di essere prigionieri.
La Pasqua parla di risurrezione: della sua e della nostra.
Ma la nozione stessa di risurrezione è respinta dai guru intellettuali che ci circondano. “La morte è la fine”, dicono. “Ci vorrebbe un miracolo per riportare in vita i morti — e i miracoli non esistono”.
Se miracolo è ciò che trascende una spiegazione scientifica, possiamo affermare che ognuno di noi è un miracolo vivente; tutto ciò che vediamo, tutto ciò che sentiamo e tutto ciò che tocchiamo è un miracolo.
Tutti noi bramiamo la conoscenza e siamo inspiegabilmente attratti verso il cielo da un istinto innato. Oh, se solo ci fosse un punto d’osservazione, un luogo filosofico dove potersi distaccare da se stessi e vedersi chiaramente nella prospettiva di tutta la creazione e nella prospettiva dell’eternità.
I cristiani hanno trovato un tale luogo e la gioia della sua scoperta si riflette sui loro volti. Da quel luogo riescono a vedere che il vero significato della loro vita si risolverà, si adempierà e si manifesterà, non nell’arco di una vita, ma nel contesto dell’eternità.
Questo è l’essenza della Pasqua. Quelle parole echeggiano attraverso la creazione: “Egli non è più qui. È risorto”. —Linda Bowles
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La risurrezione dà alla mia vita un senso, una direzione e l’opportunità di ricominciare in qualsiasi circostanza mi trovi. —Robert Flatt
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La Pasqua è un giorno che ricorda il più grande sacrificio mai fatto, il più grande dono mai offerto, il più grande favore mai garantito all’umanità. Dio scese sulla terra con l’aspetto di un uomo, Gesù. Era un umile operaio nato in povere circostanze. Quando raggiunse la maturità cominciò a predicare, insegnare e guarire, raccogliendo dietro a Sé dei seguaci.
Ma quelli che si opponevano all’amore e alla libertà da Lui insegnati lo uccisero inchiodandolo a una croce, in una delle più crudeli forme di esecuzione immaginabili. Egli sapeva già che questo sarebbe successo, ma perfino nella morte dimostrò il suo messaggio d’amore perdonando i suoi carcerieri e consolando il criminale pentito che subiva l’esecuzione sulla croce accanto alla sua. Dopo tre giorni, risuscitò da morte, dimostrando la sua divinità.
La Pasqua è la celebrazione del suo trionfo sul peccato e sulla morte, l’ottenimento della vita eterna per tutti quelli che lo ricevono. È la commemorazione della sua morte sulla croce per la redenzione dell’umanità e della sua risurrezione dalla morte, che sconfisse la morte e la tomba.
Nella nostra imperfetta natura umana non siamo degni di stare alla presenza Dio, che è perfetto sotto ogni aspetto. Così, con un amore imperscrutabile, Gesù si addossò la punizione del nostro peccato. Poi, mentre era sulla croce, disse: “Tutto è compiuto”. Aveva completato la sua missione. Si era addossato il peso dei nostri peccati. Ora potevamo ricevere il perdono di Dio e con esso una nuova vita. Gesù andò alla radice di tutta l’infelicità, del dolore e dell’orrore causati dal peccato umano e pagò il prezzo del nostro perdono. A questo modo spianò il cammino perché potessimo passare l’eternità insieme a Lui in cielo, se solo crederemo e riceveremo il suo dono di perdono e salvezza. —Chloe West
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Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, anche se dovesse morire, vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morrà mai in eterno. Credi tu questo?»
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 4 aprile 2023.
1 https://www.nytimes.com/2022/04/10/opinion/timothy-keller-cancer-easter.html