Compilazione
So che la stagione natalizia non è particolarmente felice per molte persone. Quando arriva dicembre, non pensano a canzoni, riunioni festive e servizi religiosi della Vigilia. I loro pensieri vanno invece ai membri della loro famiglia che se ne sono andati e alle delusioni di queste feste.
Non so quale sia la fonte del tuo dolore in queste feste, ma so che è reale e che fa male.
So anche che in questa stagione di Natale Dio può trasformare il tuo dolore in benefici. Rileggi quell’ultima frase. Il tuo dolore è forte, molto forte, ma non deve avere l’ultima parola.
Paolo scrive sui benefici dei nostri problemi in 2 Corinzi 1,3-11. No, non stava affrontando una stagione natalizia difficile. Paolo affrontava la persecuzione per il suo impegno nel predicare la Buona Notizia riguardante Gesù a prescindere dalle conseguenze. Ecco tre benefici dei nostri problemi, secondo Paolo, in quel passo.
Dio userà il tuo dolore per insegnarti a confidare in Lui. Non saprai mai che Dio è tutto ciò di cui hai bisogno finché non sarà tutto ciò che hai. La stagione delle feste potrebbe essere penosa per te. Forse hai perso il lavoro, una relazione, una persona cara, la tua salute o perfino speranza e gioia. Adesso tutto ciò che hai è Dio.
Voglio che tu sappia, anzi, ancora più importante, Dio vuole che tu sappia che Lui ti basta. Lui è tutto ciò di cui hai bisogno. Paolo lo scoprì di persona e ne parlò in 2 Corinzi 1,9: “Addirittura ci aspettavamo di morire, ma grazie a questo abbiamo smesso di dipendere da noi stessi e abbiamo imparato a dipendere da Dio, che risuscita i morti” (NLT trad.).
Dio userà il tuo dolore per darti un ministero di aiuto agli altri. Il tuo dolore spesso rivela il proposito divino per la tua vita. Dio non spreca mai la sofferenza. Non vuole che ti aggrappi al dolore che provi questo Natale; vuole che lo utilizzi per aiutare gli altri. Che cosa vuole dire? Non lo so. Forse vuole dire assistere persone che sono in difficoltà in questa stagione – un’assistenza che potrebbe aiutare a impedire che il dolore si ripeta nella vita di altri.
Paolo ci ricorda la promessa divina: “Ci consola in ogni nostra afflizione affinché possiamo consolare altri” (Vedi 2 Corinzi 1,4). Paolo dice che, come Dio aveva consolato lui, lui avrebbe potuto consolare altri.
Noi possiamo fare lo stesso. Dai uno sguardo a ciò che ti provoca dolore questo Natale. Chiediti in che modo Dio può usare quel dolore per aiutare a consolare altri. Se lotti contro questo dolore, ti garantisco che anche altri lo stanno facendo. […] Quel principio vale per qualsiasi cosa ti stia tormentando durante questo Natale. Lascia che Dio ti guarisca, così potrà usarti per guarire altri. […]
Dio userà il tuo dolore per avvicinarti ad altri credenti. Dio ha preparato gli uomini per una vita nella società. Non sei fatto per passare una stagione natalizia dolorosa tutto da solo. Anzi, uno dei motivi per cui tendiamo ad avere delle feste particolarmente difficili è che siamo così occupati da trascurare i rapporti con gli altri. […]
Il dolore rivela quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri. […] Non so cosa tu stia passando in questo periodo, ma so per cosa Dio vuole usare il tuo dolore: per insegnarti a fidarti di Lui, per mostrarti come aiutare gli altri e per avvicinarti ad altri credenti.
Prego che questo Natale, mentre affronti qualsiasi dolore ti capiti di avere, tu possa avere il miglior Natale della tua vita e imparare a adorare il Dio che venne sulla terra per darti il modo di essere in pace con Lui. —Rick Warren[1]
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La situazione mondiale attuale potrebbe portare un Natale diverso a molti, ma ciò non significa che non possa essere un buon Natale. Le avversità possono tirar fuori il meglio da una persona, come il Natale, del resto. Mettete insieme le due cose e abbiamo un’opportunità speciale.
È l’opportunità di esaminare le cose: di separare quelle che contano veramente da quelle meno importanti che usurpano il loro posto nella normalità del mondo, specialmente a Natale. È l’opportunità di spostare la nostra attenzione dal mercantilismo che si è impadronito del Natale al vero motivo di questa festa. È l’opportunità di scoprire nuovi modi di esprimere il nostro amore alle persone che più ci stanno a cuore e di dimostrare compassione ad altre persone meno fortunate, che sono sempre tante. Forse non saremo in grado di dare materialmente come negli anni scorsi, ma una cosa è certa: qualsiasi cosa daremo sarà più apprezzata che mai. —Keith Phillips
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Era la Vigilia di Natale; ero seduta sul divano e cercavo di trattenere le lacrime mentre i miei tre figli erano in piedi davanti a me, con in mano i regali e con espressioni preoccupate sui loro volti.
Stavano andando a casa della loro nonna paterna per il cenone di Natale, come avevamo fatto negli ultimi venticinque anni. Quest’anno però era diverso. Mio marito ed io ci eravamo separati solo alcuni mesi prima, così, per la prima volta in tutta la loro vita, sarebbero andati a una riunione famigliare senza di me.
Sapevo che era difficile anche per loro, così ho messo su un sorriso falso, li ho rassicurati che sarei stata bene e ho augurato loro una bella visita. Dentro, però, il mio cuore era pieno di dolore. Non solo la mia famiglia e il Natale sembravano spezzati, ma mi sentivo anch’io spezzata dentro.
Dopo che se ne sono andati, è rimasto nell’aria un profondo senso di solitudine, più forte dell’odore di pino fresco dell’albero di Natale. Mentre osservavo le luci scintillanti, le lacrime che avevo trattenuto sono cominciate a scendere sulle mie guance.
Alla fine, ho fatto un respiro profondo, ho emesso un singhiozzo forte, mi sono asciugata le lacrime e mi sono seduta dritta. L’unico sollievo che ho potuto trovare è stato il ricordo delle promesse delle Scritture che Dio sarebbe stato sempre con me. Anche se mio marito mi aveva lasciata, il mio Padre celeste non l’avrebbe mai fatto. Sapevo di dovermi concentrare sul fatto che, anche se la mia vita era cambiata, Dio era ancora lo stesso Dio sovrano. Potevo avere fiducia che un giorno le cose sarebbero andate a posto e io avrei fatto lo stesso.
Nel salmo 16 leggiamo di una volta in cui anche Davide si sentì particolarmente abbandonato, dimenticato, pieno di paura. Non solo la sua vita era cambiata, ma quando questo salmo fu scritto probabilmente stava anche affrontando grandi pericoli in luoghi inospitali. Tuttavia, invece di lasciarsi turbare dalle emozioni, Davide cambiò atteggiamento, scegliendo intenzionalmente di catturare i propri pensieri e riconcentrarsi sulla presenza di Dio, esattamente come dovevo fare io in quel Natale difficile.
Ne troviamo una prova in Salmi 16,8, quando Davide dice: “So che il Signore è sempre con me; io non sarò mai smosso, poiché egli è al mio fianco” (NLT).
Nei momenti difficili, possiamo scegliere di fare come Davide. Incontriamo tutti delle situazioni che ci fanno sentire soli e abbandonati – forse ti sta succedendo proprio in questo momento. Tuo marito dice che se ne va. Il tuo capo dice che non sei più necessaria. Un membro della tua famiglia lascia questo mondo troppo presto. Un’amica ti tradisce. Le circostanze mandano il tuo mondo a gambe all’aria; tu raccogli i pezzi del tuo cuore rotto e ti chiedi se ti sentirai mai nuovamente intera.
Anche se la stagione natalizia dovrebbe essere un periodo di gioia e di festeggiamenti, le nostre emozioni possono turbarci anche lì. Proprio come per Davide, le emozioni potrebbero perfino scuotere la nostra fede, specialmente se la vita è cambiata e le feste non sembrano più le stesse. Tuttavia, ricordando a noi stessi che Dio non ci lascerà né ci abbandonerà mai, e mantenendoci concentrasti sulla sua presenza, il nostro cuore potrà essere meglio attrezzato per gestire tutto quello che affrontiamo – durante le feste e tutto il resto dell’anno.
Signore, questa stagione è difficile e desidero profondamente sentire la tua presenza al mio fianco e vederti all’opera nella mia vita. Aiutami ad avere fiducia che sei sempre con me; infondi in me la speranza, la pace e la gioia che non riesco a trovare da sola. Nel nome di Gesù, amen. —Tracie Miles[2]
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Re Gesù,
Tu sei Re dei re e Signore dei signori; abiti nella Luce inaccessibile! Sono grata perché sei anche il mio Pastore, Compagno e Amico, Colui che non abbandona mai la mia mano. Ti adoro nella tua santa Maestà. Mi avvicino a Te per riposare nella tua amorevole Presenza. Ho bisogno di Te come Dio e come Uomo. Solo la tua nascita in quel primo Natale di tanto tempo fa poteva soddisfare tutti i miei bisogni.
Invece di cercare di comprendere intellettualmente la tua incarnazione, voglio imparare dall’esempio dei Magi. Loro seguirono la stella spettacolare che li guidava, poi si prostrarono in adorazione alla tua Presenza. Ispirata dai Magi, desidero rispondere al prodigio della tua santa nascita con un’adorazione ardente.
Aiutami, ti prego, a crescere nella mia abilità di adorarti come mio Salvatore, Signore e Re. Non mi hai rifiutato nulla, nella tua sorprendente provvidenza, ed io gioisco in tutto ciò che Tu sei – tutto ciò che Tu hai fatto!
Tu sei la luce dall’alto, che sorge su tutti noi per dirigere e guidare i nostri passi sulla via della Pace.
Nel tuo magnifico Nome, amen. —Sarah Young[3]
Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 13 dicembre 2022.