Compilazione
Mi piace fare le cose bene e accuratamente, anche se ci vuole più tempo. Sono una perfezionista. Mi sono resa conto che, quando devo prendere delle decisioni, la mia preoccupazione maggiore è non commettere errori. Cerco di assicurarmi che il mio lavoro e le mie decisioni siano il più possibile giuste. Oh, che ansia e che stress! Quasi ogni decisione doveva essere perfetta – da quale shampoo comprare a quale posto scegliere sull’autobus. Tutto doveva essere ben meditato, tutte le opzioni e le possibilità ben considerate. Non mi rendevo conto di quanto stress stessi introducendo nella mia esistenza!
Quando ho conosciuto Gesù e ho cominciato a coinvolgerlo nella mia vita, ho scoperto che le cose potevano essere molto più facili e che Lui poteva aiutarmi a prendere le decisioni – dopotutto, chi ne sa di più dell’Onnisciente? Così ho cominciato a chiedergli di guidarmi. A volte mi dava indicazioni specifiche. Altre volte non indicava chiaramente un corso d’azione, ma lasciava a me il compito di cercare nella sua Parola e prendere le giuste decisioni basandomi sui suoi precetti.
Comunque, la conseguenza migliore e più rassicurante del coinvolgere Dio è che Lui mi ama così tanto che anche se faccio le scelte sbagliate continua a lavorare con me nonostante le decisioni che prendo. Non se la prende con me se faccio uno sbaglio o lascio che l’egoismo o il timore guidino le mie scelte. Mi prende così come sono e mi aiuta a imparare a fare scelte migliori.
In parte sono ancora una perfezionista, anche dopo aver camminato tanti anni al fianco di Gesù, ma incontrare Lui ha reso la mia vita molto più facile e felice. Poter ricevere i suoi consigli e poter contare su di Lui ha eliminato lo stress dalle mie decisioni, perché so che, anche se faccio qualche errore, Lui può far cooperare tutto per il mio bene.1 —Irena Žabičková
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Sono una perfezionista in riabilitazione. Mi piace che la mia vita, la mia casa e il mio spazio di lavoro siano ordinati, puliti e in buon ordine. Quando fallisco in qualcosa, mi auto flagello. Quando ho successo, non mi prendo il tempo di riposare o festeggiare prima di passare al compito successivo. […] I perfezionisti vivono in uno stato di perenne frustrazione.
Anche se non sei un perfezionista, puoi lo stesso scoraggiarti per i tuoi difetti. Forse è per questo che l’elenco dei discepoli di Gesù ci offre grande conforto. Uno potrebbe aspettarsi che Gesù scegliesse i migliori e i più svegli. […]
Invece, a quanto pare, Gesù salta i primi della classe e i laureati delle migliori università e mette insieme una squadra improbabile.
Luca 13 dice: “Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli”.
Pietro: impetuoso, sfacciato, competitivo, titubante
Andrea: vive all’ombra di suo fratello Pietro
Giacomo: un figlio del “tuono”, cerca di mettersi in prima fila
Giovanni: un figlio del “tuono”, pieno di arie e di spavalderia
Filippo: limitato dalle sue esperienze
Bartolomeo: privo di filtri
Matteo: un passato oscuro da esattore delle tasse
Tommaso: è necessario ricordare il suo dubbio enorme?
Simone lo Zelota: combattente della libertà
Giuda: troppo quieto, improbabile che sia scelto come capoclasse
Giuda Iscariota: avido e traditore
Come-si-chiama?: quel tipo sfuggente che nessuno ricorda
Un elenco del genere rende la perfezionista che è in me nervosa come una persona introversa a una festa. […]
Il processo di selezione di Gesù per i suoi discepoli eleva gli umili. Ci ricorda che il regno di Dio non si espande grazie all’opera di paparazzi religiosi e persone spiritualmente ambiziose. Dio non è limitato dalle nostre imperfezioni.
Dio ci ama profondamente con e nonostante le nostre imperfezioni.
Le nostre debolezze e i nostri difetti possono diventare portoni d’ingresso per la grazia di Dio, finestre per manifestare la sua gloria. Quando le persone imperfette confidano in Dio e fanno del loro meglio per seguirlo, diventano scintille di bontà e possiamo solo immaginare che qualcosa o Qualcuno sia all’opera. […]
Quando ti senti sopraffatta dai tuoi difetti pensa ai seguaci imperfetti di Gesù, che sono riveriti come apostoli. Lui ti ama tanto quanto amava loro e ti offre il privilegio di seguirlo. Così come sei. —Margaret Feinberg2
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Non solo ti accetto così come sei, ma ti amo così come sei. Sono morto come un criminale per poterti adornare della mia perfezione. Per questo è così importante affidarmi i tuoi pensieri: è la mia perfetta giustizia che ti salva, e non ti sarà mai tolta!
Puoi cadere facilmente preda del rifiuto di te stesso se hai delle aspettative irreali per te stessa. Quando sbagli, voglio che tu ritorni a concentrarti dolcemente su di Me, senza giudicarti. Invece di fare altri danni screditandoti da sola, continua a posare lo sguardo su di Me. Ti darò sempre il benvenuto con un Amore continuo e sicuro. —Gesù3
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Tanto per non fare giri di parole, il perfezionismo è una bufala. Tuttavia molti benintenzionati continuano a forzarsi di raggiungere questo obiettivo irraggiungibile. Vogliono superare le aspettative al lavoro, a casa, in chiesa, negli sport, negli hobby, nell’aspetto fisico e così via. Si sono in qualche modo convinti che essere adeguati richiede loro di raggiungere uno standard di perfezione imposto da se stessi o dalla società. Una mentalità perfezionista impone di sollevare l’asticella ad altezze assurde e di fare sforzi enormi per qualcosa che solo Dio può fare.
Il punto del vangelo è che non siamo in grado di salvarci da soli. Tutti “abbiamo peccato e siamo privi della gloria”.4 I peccatori hanno bisogno di un Salvatore ed è per questo che venne Gesù. Quando confidiamo in Lui, ci perdona i nostri errori, le nostre imperfezioni e le nostre iniquità. Possiamo smettere di sforzarci di avere una “perfezione” arbitraria, mondana, e riposare nel Perfetto.5
Marta, che era “tutta presa dalle faccende”, probabilmente soffriva di perfezionismo quando serviva il Signore.6 Mentre preparava la cena e apparecchiava la tavola, voleva che tutto fosse assolutamente perfetto. Il problema era che si imponeva uno standard più alto di quello che voleva il Signore. “Una sola cosa è necessaria”, Gesù le disse. Poi le indicò l’esempio di Maria, di pace e riposo.7
È vero che la Bibbia ci chiede di essere “perfetti come il Padre nostro che è nei cieli”.8 Il termine greco per “perfetto” qui è telios. Significa “portato a compimento, completato o perfetto”. Essere “perfetto” in questo senso non è ciò che i perfezionisti spesso immaginano. Significa essere completati in Cristo. Filippesi 1,6 dice che il portare a compimento è opera di Dio. Lui ci ha creato, ci ha salvati ed è fedele nel perfezionarci.
Ciò non significa che non abbiamo la responsabilità di crescere nella fede.9 Dobbiamo collaborare con l’opera che Dio fa in noi (la perfezione che opera in noi), vedi Filippesi 2,12. Dobbiamo condurre una vita pia e sottometterci a Dio. L’attenzione dei comandamenti biblici, però, non è sulla percezione che gli altri hanno di noi, che spesso è l’idolo dei perfezionisti; ma sull’atteggiamento del nostro cuore rispetto a Dio. —Da GotQuestions.org10
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 10 maggio 2022.