Maria Fontaine
L’importanza di amare Dio con tutto il nostro cuore, la nostra mente e la nostra anima, di lodarlo e di passare tempo con Lui viene enfatizzata in tutta la sua Parola. Non solo ascoltare la sua Parola scritta, la sua voce in profezia o i sussurri del suo Spirito nel cuore e nella mente, ma anche parlargli del nostro amore per lui e della nostra gratitudine e lodarlo per le meravigliose benedizioni che ha riversato su di noi in grande abbondanza.
I rapporti che comportano molto prendere ma poco dare possono essere perlopiù a senso unico. Il Signore dà generosamente ai suoi figli ogni giorno e certamente non gli importa se prendiamo tutto quello che mette a nostra disposizione. In cambio, però, si aspetta i nostri ringraziamenti e la nostra riconoscenza, un segno della nostra gratitudine per tutti i regali che dispensa a ognuno di noi con tanta premura, assicurandosi che siano conformi ai nostri bisogni, fatti apposta per noi. Gli fa piacere regalarci cose buone, ma parte del suo piacere è ricevere i nostri ringraziamenti e i segni della nostra gratitudine per le cose che progetta attentamente per noi e prepara con grande amore e tenerezza.
Spesso siamo così occupati con le sfide della giornata che tralasciamo di vedere la pioggia di benedizioni che ci cade sopra. Il gesto cortese ed educato da fare quando uno riceve un regalo è scrivere un biglietto di ringraziamento, trovare il tempo di esprimere la propria gratitudine. Quando ci prendiamo il tempo di manifestare la nostra riconoscenza, il donatore sa che la cosa ci è stata gradita. Se invece non sente niente, o forse solo una “righetta” infilata in mezzo a una serie di altre richieste, il donatore probabilmente immaginerebbe che il suo regalo non ha avuto un grande significato per noi. Può anche legittimamente pensare che darci tutte le altre cose che chiediamo incontrerà lo stesso tipo di ingratitudine.
Se davvero amiamo Dio con tutto il cuore e la mente, il nostro amore si esprimerà almeno in parte con la gratitudine per i regali che Lui ci fa tanto generosamente, dimostrando la nostra riconoscenza e prendendoci il tempo di formulare la nostra “lettera di ringraziamento” per i suoi preziosissimi regali: una benedizione dopo l’altra offertaci dal dono della salvezza eterna, un rapporto personale con il Dio dell’universo, la consapevolezza che tutto si risolverà per il bene alla fine e tutte le cose coopereranno al nostro bene, il dono di poter condividere il suo amore con gli altri, le sue promesse di protezione e provvidenza, di comprensione e pace, di libertà dalla paura — e via di seguito.
Sappiamo tutti che, per quanto vorremmo fare una cosa, se non le riserviamo del tempo in mezzo alle attività e agli orari impegnati della nostra vita, potrebbe non succedere mai. Allo stesso modo, se non dedichiamo intenzionalmente del tempo al culto e alla lode, potremmo scordarcene. Poiché la natura umana è quel che è, il nostro tempo potrebbe essere occupato dalle nostre esigenze immediate. Per questo può essere necessario dedicare del tempo a stare da soli con il Signore, lontani dalla frenesia delle attività quotidiane e da tutto ciò che richiede il nostro tempo e la nostra attenzione.
È importante trovare il tempo di lodarlo e dimostrargli il nostro amore ringraziandolo per averci dato “abbondantemente ogni cosa per goderne”.1 Mi è venuto in mente il versetto: “La sera, la mattina e a mezzogiorno mi lamenterò e gemerò, ed egli udrà la mia voce”.2 Ci sono molti minuti nella giornata in cui possiamo fare una pausa per lodare il Signore e “ricordare le meraviglie che ha fatto”3 nella nostra vita e nel corso della storia.
Oltre a cantare canzoni in suo onore ed esprimergli le nostre lodi a parole, c’è un altro modo di lodare che spesso trascuriamo di fare: alzare le mani. Un versetto nei Salmi ci dice di “alzare le mani verso il santuario e benedire l’Eterno”.4 Un altro esempio che ci viene dato nella Bibbia è di quella volta in cui Mosè e gli Israeliti erano vittoriosi nella battaglia che combattevano solo finché Mosè aveva le braccia alzate davanti al Signore. Non appena però si stancava e le abbassava, gli Israeliti cominciavano a perdere. Così gli aiutanti di Mosè gli tennero le braccia alzate e finché continuarono a farlo il nemico continuò a essere respinto. Alla fine il popolo di Dio conquistò la vittoria.5 Le sue braccia alzate simboleggiavano letteralmente la loro dipendenza dal Signore.
Quando innalziamo le mani davanti al Signore, proviamo una sensazione di resa. Sembra anche indicare la nostra dipendenza dal Signore. È come stendere le braccia verso di Lui. È solo un piccolo gesto fisico, ma sembra importante come dichiarazione visibile del nostro bisogno di Lui. È un po’ come l’importanza di esprimere il nostro culto a parole e non solo ascoltare e assentire con la mente. La sua Parola dice: “Con la mia bocca proclamerò la tua fedeltà a tutte le generazioni”.6
Alla scuola domenicale quando ero bambina ho imparato una canzoncina che diceva:
Daniele era un uomo che pregava,
pregava tre volte al giorno.
Finché un giorno lo buttarono
nella fossa dei leoni.
Anche lì in quella fossa
non aveva paura.
Dio chiuse la bocca ai leoni
perché non gli facessero del male.
Una preghiera piena di lode può chiudere la bocca dei leoni dell’ansia e dello scoraggiamento nella tua vita. Soprattutto, però, quando innalziamo le nostre preghiere di lode a Dio, sappiamo che gli facciamo piacere, perché Lui abita nelle lodi del suo popolo.7
Nel corso della nostra vita il Signore cerca continuamente di insegnarci l’importanza del nostro rapporto con Lui. Desidera il nostro amore e la nostra devozione. Quando innalziamo le nostre preghiere a Lui con canti e parole, il nostro culto e le nostre preghiere di lode sono una testimonianza della nostra fede.
Quando durante la giornata entriamo nelle sue porte con ringraziamento e nei suoi cortili con lode, quando facciamo una pausa per benedire il suo nome, possiamo fare una preghiera spontanea o ricordare un versetto di lode per esprimere la nostra gratitudine per tutte le benedizioni che ci ha dato.
Quando ci fermiamo per offrire le nostre lodi al nostro meraviglioso Salvatore e lo onoriamo, riceviamo anche i doni preziosi e le benedizioni che ci ha promesso. “Beato il popolo che è in tale stato; beato il popolo il cui DIO è l’Eterno”.8
Pubblicato originariamente nel giugno 1995.
Adatto e ripubblicato sull’Ancora il 14 gennaio 2021.
1 1 Timoteo 6,17.
2 Salmi 55,17.
3 1 Cronache 16,12.
4 Salmi 134,2.
5 Vedi Esodo 17,11–12.
6 Salmi 89,1.
7 Salmi 22,3.
8 Salmi 144,15.