Peter Amsterdam
Nei Vangeli Gesù cita due comandamenti del Vecchio Testamento. Troviamo il primo nel libro del Deuteronomio: “Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze”. 1 E il secondo è nel libro del Levitico: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”.2
Con “prossimo”, o “vicino” gli ebrei si riferivano a un’altra persona ebrea. Come spiega un commentatore: “Nel giudaismo, il prossimo di qualcuno era una persona di simili idee religiose, non una opposta e ostile. ... In alcuni movimenti del giudaismo, si davano le prescrizioni opposte, come a Qumran, dove era scontato il diritto di odiare gli avversari religiosi”.3
Il fatto che alcuni Ebrei avessero interpretazioni diverse delle Scritture, potrebbe aiutare a spiegare il motivo per cui, nel Vangelo di Matteo, Gesù si riferisce a un detto che troviamo nelle Scritture: “Voi avete udito che fu detto: ‘Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico’. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli”.4
Nel Vangelo di Luca Gesù espande il concetto di amare i propri nemici dando alcuni esempi di come i suoi seguaci possono implementare quell’amore. Dice che l’amore che i suoi seguaci dimostrano agli altri deve andare ben oltre il modo in cui la gente lo fa di solito. Gesù dice: “Ma io dico a voi che udite: Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi maltrattano”.5
Ci sono alcuni riferimenti a fare il bene ai propri nemici in alcuni insegnamenti del Vecchio Testamento.6 Mentre alcuni versetti come questi del Vecchio Testamento indicavano ai credenti di dimostrare bontà nei confronti dei loro nemici, Gesù si spinse molto più in là, ordinando ai suoi seguaci di amarli e perdonarli.
Mise anche in pratica quello che predicava, come vediamo dalle parole che disse mentre era sulla croce: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.7 Anche i suoi seguaci lo misero in pratica. Stefano, il primo martire, mentre veniva lapidato gridò: “Signore, non imputare loro questo peccato”.8 L’apostolo Pietro scrisse: “Non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione”.9
Dopo aver espresso il principio generico di amare i propri nemici, Gesù passò a dei punti specifici: “Fate del bene a quelli che vi odiano”.10 Chiede ai suoi discepoli di non limitarsi ad amare i nemici per principio o in maniera passiva, ma dimostrare amore mediante le loro azioni.
Gesù chiese ai suoi discepoli di “benedire quelli che vi maledicono”,11 cioè quelli che vi attaccano verbalmente con insulti, scherni o abusi verbali. Viene naturale ripagarli con la stessa moneta, ma Gesù insegnò ai suoi discepoli a spezzare quel ciclo di odio e di rabbia, benedicendo chi li insultava.
Anche se a volte è giusto rispondere a chi ci attacca verbalmente, le Scritture insegnano che va fatto con saggezza e con amore. “Quando ci insultano, benediciamo. Quando ci perseguitano, sopportiamo. Quando dicono male di noi, rispondiamo amichevolmente”.12
Disse anche di “pregare per quelli che vi maledicono”.13 […] La parola greca epēreazō è tradotta anche come insultare, oltraggiare, abusare verbalmente e minacciare. L’ordine di Gesù ai suoi discepoli, di pregare per le persone che li insultano, rappresenta una forma soprannaturale di amore, un amore che rispecchia l’amore di Dio per l’umanità. Naturalmente la richiesta di Gesù di amare e pregare chi ci maltratta o insulta non significa che dovremmo tollerare indefinitamente un simile atteggiamento ostile.
Dopo aver detto ai suoi discepoli di amare i loro nemici, di fare del bene a chi li odia e li maledice e di pregare per chi li maltratta, li insulta o li minaccia, Gesù passò a dare quattro illustrazioni di come amare gli altri nonostante possano aver fatto gesti che feriscono o causano una perdita. La prima è: “Se qualcuno ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra”.14 Il rifiuto di cercare la vendetta per affronti, sgarbi o insulti fa parte dell’amore. Invece di reagire, il discepolo è disposto a interrompere il ciclo della ritorsione.
La seconda parte del versetto 29 è un po’ simile alla prima: “A chi ti toglie il mantello, non impedire di prenderti anche la tunica”. Nuovamente, Gesù dice di non cercare la ritorsione, ma di amare il proprio nemico ed essere disposti perfino a subire una perdita piuttosto che vendicarsi.
Gesù poi continua con: “Da’ a chiunque ti chiede”.15 Gesù indicava qui che parte dell’amore era la disponibilità ad aiutare i bisognosi senza pregiudizi, perché dice che tutti quelli che chiedono dovrebbero essere aiutati.
La quarta illustrazione dell’amore è: “Se qualcuno ti toglie il tuo, non glielo ridomandare”.16 Qui Gesù dice ai suoi discepoli di non cercare di vendicarsi per i torti ricevuti.
Dopo aver insegnato ai suoi discepoli il principio dell’amare i propri nemici, dando alcuni esempi di comportamenti che lo mettevano in pratica, Gesù aggiunse: “Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro”.17
Ci sono altri antichi testi ebraici che trasmettono questo concetto, come: “Ciò che per voi è odioso, non fatelo al vostro vicino, perché questa è l’intera Torah. Quello che odiate, non fatelo ad alcuno. Nessuno dovrebbe fare al suo vicino ciò che non piacerebbe a se stesso”.
Anche se questi detti sono simili all’affermazione di Gesù, sono espressi nel senso di non trattare gli altri ingiustamente come non vorremmo essere trattati noi. Come ha scritto un autore a proposito del modo in cui Gesù presentò questo concetto: “Non è semplicemente il comando di evitare un trattamento ingiusto che uno non vorrebbe per sé. Al contrario, è l’ordine di prestare agli altri la stessa considerazione che uno vorrebbe ricevere”.18
Gesù usò tre esempi per indicare come l’amore che si aspettava dai suoi discepoli doveva superare le normali regole dell’amore. Ad ogni illustrazione di questo amore, comincia con il chiedere cosa ci sia di speciale nel fatto che i suoi discepoli facciano cose che chiunque, compresi i peccatori, farebbero per dimostrare il loro amore. Poi li sfida ad amare in maniera migliore.
“Se amate coloro che vi amano, che merito ne avrete? Poiché anche i peccatori amano coloro che li amano”.19 Gesù sottolinea che la maggior parte delle persone amano quelli che le amano: è un comportamento normale e naturale. Lui però chiede ai suoi discepoli di andare oltre.
Il principio presentato da Gesù, tuttavia, è di amare non solo chi ci ama, ma addirittura chi ci odia, chi ci deruba, chi ci insulta e ci maltratta. Gesù alzò l’asticella dell’amore ben oltre le norme di questo mondo.
“Se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Poiché i peccatori fanno lo stesso”.20 Di nuovo Gesù fa notare che l’amore che fa del bene solo a chi fa la stessa cosa a noi, non è diverso dall’amore dimostrato dalla maggior parte della gente. Gesù richiede un amore che supera l’amore e la gentilezza naturale che le persone dimostrano tra loro: un amore straordinario.
“Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete i figli dell’Altissimo, perché egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi”.21 Il comportamento amorevole da Lui indicato è la dimostrazione che uno è figlio di Dio.
Gesù termina questo segmento dei suoi insegnamenti dicendo ai suoi seguaci che devono imitare il Padre nella sua misericordia. “Siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso”.22
Gesù chiedeva ai suoi seguaci di superare il pensiero, l’etica e le azioni normali degli Ebrei dei suoi giorni e i limiti che ponevano a chi fosse il loro prossimo, limitando così il tipo di persone che era necessario amare. Chiede ai suoi discepoli di tutte le epoche di amare in maniera fuori dall’ordinario, in maniera difficile ma migliore.
L’amore che Lui proclama è il tipo di amore che noi, che siamo stati perdonati per i nostri peccati, dobbiamo vivere. Un amore gentile, generoso, misericordioso, altruista e pronto al perdono.
Pubblicato originariamente nel giugno 2018.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 14 settembre 2020.
1 Deuteronomio 6,5 NR.
2 Levitico 19,18 NR.
3 Darrell L. Bock, Luke Volume 1: 1:1–9:50 (Grand Rapids: Baker Academic, 1994), 588.
4 Matteo 5,43–45.
5 Luca 6,27–28.
6 Vedi Esodo 23,4–5; Proverbi 24,17–18; 25,21–22.
7 Luca 23,34.
8 Atti 7,60.
9 1 Peter 3,9 NR.
10 Luca 6,27.
11 Luca 6,28.
12 1 Corinzi 4,12–13 TILC.
13 Luca 6,28.
14 Luca 6,29.
15 Luca 6,30.
16 Luca 6,30.
17 Luca 6,31.
18 Bock, Luke Volume 1: 1:1–9:50, 596.
19 Luca 6,32.
20 Luca 6,33.
21 Luca 6,35.
22 Luca 6,36.