Donne di fede nei Vangeli

Aprile 7, 2021

Peter Amsterdam

[Women of Faith in the Gospels]

Le donne ebbero ruoli importanti nel ministero di Gesù. In molti degli insegnamenti di Gesù comprese le parabole, i personaggi femminili erano presentati come esempi positivi di persone che rispondevano a Dio con fede. Nella parabola del giudice iniquo, usò l’insistenza di una vedova come esempio di preghiera e di fede anche quando la risposta non sembra arrivare subito. I discepoli vennero così a sapere che la perseveranza nelle loro suppliche a Dio, in attesa del suo ritorno, sarebbe stata ricompensata con giustizia, perché Dio avrebbe ascoltato le loro preghiere. Gesù lo spiegò utilizzando l’esempio di una donna che aveva perseverato.

La parabola della moneta smarrita, in Luca 15, in cui una donna perde una delle sue dieci monete dentro casa e la cerca diligentemente fino a che la trova, è parallela alla parabola della pecora smarrita, in cui il pastore lascia le novantanove per trovare quella che mancava.1 In queste due parabole, le azioni dell’uomo e della donna rappresentano le azioni di Dio mentre cerca le anime smarrite. In queste storie Gesù considerò le azioni di entrambi, sia l’uomo sia la donna, buone analogie per descrivere come Dio trova le anime perdute; usando come esempio una donna, trasmise il messaggio in termini a cui potevano fare riferimento le donne.

In Matteo 13, troviamo analogie che dimostrano che i ruoli degli uomini e delle donne possono essere usati entrambi come esempi del regno di Dio. Nella parabola del granello di senape, un uomo seminò della senape, i cui semi, anche se molto piccoli, producono una pianta che diventa molto grande.2 La sua parabola gemella che viene immediatamente dopo è quella del lievito, in cui una donna mette un po’ di lievito in tre misure di farina, facendola gonfiare.3 Anche qui, Gesù equipara il lavoro di entrambi i sessi a quello della diffusione del Vangelo, dando loro lo stesso valore.

Nella parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte (nota anche come la parabola delle dieci vergini),4 Gesù elogia alcune donne (le sagge) e condanna le altre (le stolte). Questa parabola è immediatamente seguita da quella dei talenti, in cui alcuni uomini sono ricompensati e altri condannati. Nella storia dei talenti, il giudizio si basa sulle azioni degli uomini; in quella delle vergini si basa su ciò che viene o non viene fatto durante l’attesa del padrone. Anche se tutte le donne dormivano mentre aspettavano lo sposo, appena udito il grido: “Arriva lo sposo! Uscitegli incontro”,5 le cinque donne sagge che avevano portato con sé dei vasi di olio entrarono alla festa nuziale; mentre quelle che non si erano preparate dovettero andare a comprare dell’altro olio e non vi entrarono. Gesù utilizzò le donne sagge come buoni esempi e le stolte come cattivi esempi. L’uomo che non investì il suo talento ricevette un giudizio simile. Gesù trattò l’argomento del giudizio utilizzando esempi sia di uomini sia di donne.

Un giorno, mentre era seduto nel tempio a Gerusalemme, Gesù osservava le persone che mettevano denaro nella cassa delle offerte. Vide molte persone ricche mettervi grandi somme. Poi arrivò una povera vedova che vi mise un paio di monetine di rame. Gesù chiamò i suoi discepoli per attirare la loro attenzione sulla donna, dicendo: “In verità io vi dico che questa povera vedova ha messo nella cassa delle offerte più di tutti gli altri”.6 È chiaro che desiderava usarla come esempio di abnegazione. Forse voleva anche sottolineare il rapporto fra beni materiali e discepolato.

Tutti e quattro i Vangeli raccontano di un gruppo di donne che seguirono Gesù prima in Galilea e poi a Gerusalemme e furono presenti alla sua crocifissione.

“E in seguito avvenne che egli andava attorno per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio; con lui vi erano i dodici, e certe donne, che erano state guarite da spiriti maligni e da infermità: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, le quali li sostenevano con i loro beni”.7

Il Vangelo di Marco parla delle donne presenti alla crocifissione di Gesù e di loro dice che “lo seguivano e lo servivano quando era in Galilea”.8 La parola greca tradotta qui e in altri settantacinque punti con seguire, ha più comunemente il significato di “seguire come discepolo”. Era inaudito che una donna ebrea lasciasse la casa e viaggiasse con un rabbino (un insegnante). Il fatto che alcune donne, rispettabili e no, viaggiassero con Gesù e i suoi discepoli maschi era scandaloso – come tante altre delle cose che Gesù fece e disse. Tuttavia, scandaloso o no, queste donne lo seguirono come discepole.

Come abbiamo visto, quando le seguaci di Gesù sono menzionate per nome, Maria Maddalena in genere è elencata per prima. Sembra dunque che fosse una figura di spicco tra le donne che seguirono e servirono Gesù dall’inizio del suo ministero in Galilea fino alla sua morte e oltre. Giovanna era una donna benestante e di una certa importanza, visto che era sposata all’amministratore del re Erode. Non si sa niente di Susanna.

È interessante notare che non furono i dodici apostoli a testimoniare la morte di Gesù (sembra che solo uno di loro fosse presente), ma le sue discepole/amiche. Tutti e quattro i Vangeli testimoniano della presenza delle donne.9 Il Vangelo di Giovanni è l’unico che menziona la presenza di un uomo, ma lo fa in relazione a una donna: “Gesù allora, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: ‘Donna, ecco tuo figlio!’”10

Nel Vangelo di Marco, viene indicato in tre modi diversi il fatto che le donne ai piedi della croce erano considerate delle discepole: lo seguivano da quando era in Galilea, indicando che erano state discepole per la maggior parte del suo ministero, lo servivano ed erano presenti alla croce e alla sua tomba, essendo quindi testimoni degli avventi più cruciali della vita di Gesù: la sua morte e poi la sua risurrezione. Raffigurandole come discepole, Marco indica che queste donne erano testimoni attendibili degli avvenimenti della morte e risurrezione di Gesù.

Tutti i Vangeli riferiscono che alcune discepole di Gesù furono le prime a visitare la tomba vuota e a ricevere la notizia che Gesù era risorto. In tre dei quattro racconti della risurrezione, Gesù apparve prima alle donne.11

Tutti i primi discepoli furono testimoni della risurrezione di Gesù, perché lo videro vivo dopo la sua crocifissione, ma le donne furono le prime a vederlo. Il fatto che gli autori dei Vangeli abbiano raccontato che erano state delle donne a scoprire la tomba vuota viene spesso citato come un argomento importante per asserire la veridicità dei racconti evangelici. Poiché in genere nel primo secolo le donne non erano considerate testimoni attendibili, di certo gli evangelisti non avrebbero voluto attirare l’attenzione su questo fatto, a meno che la loro testimonianza fosse vera.

Le interazioni di Gesù con le donne e il suo accettarle come discepole ed evidenziarle nei suoi insegnamenti come esempi positivi e testimoni fedeli gettano le basi per una partecipazione delle donne al ministero della prima chiesa su basi paritarie con gli uomini, il che rappresentava un cambiamento radicale nel primo secolo. Questo concetto fu ben compreso dai primi discepoli di Gesù e fu promosso e applicato nella prima chiesa. Dalla Pentecoste in poi, le donne ebbero ruoli importanti all’interno della chiesa, come si può vedere nel libro degli Atti e nelle Epistole.

Pubblicato originariamente nel maggio 2016.
Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese l’8 giugno 2020.


1 Luca 15,4–7.

2 Matteo 13,31–32.

3 Matteo 13,33.

4 Matteo 25,1–13.

5 Matteo 25,6.

6 Marco 12,43.

7 Luca 8,1–3.

8 Marco 15,41.

9 Vedi Marco 15,40–41; Matteo 27,55–56; Luca 23,49; Giovanni 19,25.

10 Giovanni 19,25–26.

11 Vedi Matteo 28,5–9; Marco 16,9; Giovanni 20,14, 16.

Copyright © 2024 The Family International