Compilazione
Noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio. —Giovanni 3,2
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Gesù amalgamò in maniera splendida gli estremi durante il suo ministero terreno, dando equilibrio e particolari alla verità. Affascinò gli avvocati i dottori e gli insegnanti religiosi dei suoi giorni con la sua autorità e i suoi argomenti irrefutabili. Dissero di Lui che lasciava sbalorditi gli studiosi dei suoi giorni, ma, cosa ancora più importante, “la folla lo ascoltava con piacere”. Paolo il rabbino, Luca il dottore e Pietro il pescatore compresero la realtà come non l’avevano mai compresa prima quando Lui aprì alla verità le porte delle loro menti e dei loro cuori. […] Dimostrò il valore di ogni individuo. Non evitò il grido del mendicante e l’invocazione dello zoppo, né il vuoto del ricco o del fariseo istruito. —Ravi Zacharias1
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Gli insegnamenti di Gesù — anche se grandi moltitudini in tutto il mondo sono ancora fuori dalla loro portata, anche se molti dei suoi stessi seguaci non si sono mai preoccupati di metterli pienamente in pratica o non hanno mai osato farlo — hanno avuto una forza e un effetto impossibili da comparare, anche solo per un momento, con quelli di altri insegnanti. Lui ha una posizione unica, è il Grande Maestro. I lettori dei Vangeli non possono fare a meno di essere colpiti dalla larga porzione del tempo e della forza che Gesù dedicò deliberatamente al ministero dell’insegnamento. […] La caratteristica più importante degli insegnamenti di Gesù erano la sua spontaneità e libertà. […]
E non dimentichiamo che anche se Gesù era un insegnante, un maestro nato e un Principe degli insegnanti, era anche molto più di quello. […] Perché Lui stesso era più dei suoi insegnamenti; e non sono gli insegnamenti di Cristo a salvare, ma il Cristo che insegna. […] Gesù non venne tanto per predicare il Vangelo quanto perché ci fosse un Vangelo da predicare. —James Stewart2
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Si potrebbe osservare che gli insegnamenti di nostro Signore, nei quali non v’è imperfezione, non ci sono offerti in quella maniera precisa, semplice e sistematica che potremmo aspettarci o desiderare. Non scrisse alcun libro. Abbiamo solo delle frasi riportate, per la maggior parte pronunciate in risposta a domande, formate in parte dal loro contenuto. E una volta raccolte tutte, non possiamo ridurle a un sistema. Predica ma non dà lezioni. Usa paradossi, proverbi, esagerazioni, parabole, ironia; perfino (e non intendo irriverenza) “frecciate”. Pronuncia massime che, come molti proverbi popolari, se intesi rigidamente, possono sembrare contraddicenti. I suoi insegnamenti, perciò, non possono essere compresi solo intellettualmente, non possono essere raccolti come se fossero “argomenti”. Se cercassimo di farlo, lo troveremmo il più elusivo dei maestri. Non diede quasi mai una risposta diretta a una domanda diretta. Non sarà mai “inchiodato”, come vorremmo noi. Quel tentativo (e nemmeno qui intendo irriverenza) sarebbe come cercare di imbottigliare un raggio di sole. —C. S. Lewis3
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E tutti quelli che l’udivano, si stupivano della sua intelligenza e delle sue risposte. —Luca 2,47
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Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, la folla si stupiva del suo insegnamento, perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. —Matteo 7,28-29 NR
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Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture. —Luca 24,45
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Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ardeva il nostro cuore dentro di noi, mentre egli ci parlava per la via e ci apriva le Scritture?» —Luca 24,32
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Il genio speciale [di Gesù] come insegnante e comunicatore sta nelle sue parabole, che erano piccole storie vivaci, ognuna completa in sé. Essendo espresse nel linguaggio figurato della vita quotidiana, erano facilmente e immediatamente comprensibili e coglievano l’attenzione delle persone semplici e illetterate come i temi mistici o intellettuali non avrebbero potuto fare. […] Ci danno, come nient’altro potrebbe fare, un senso di com’era la vita per Gesù duemila anni fa; come Lui reagiva alle cose e alle persone, che cosa colpiva il suo sguardo e gli interessava. Nessuno può restare inconsapevole del narratore; dietro alle parabole si avverte una mente percettiva, spesso ironica, brillantemente creativa. […]
Lo stesso Gesù insisteva che ciò che aveva da dire sarebbe stato più comprensibile alle menti semplici che a quelle sofisticate e che per comprenderlo era necessario diventare come un bambino. —Malcolm Muggeridge4
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Anche se Gesù impartiva i suoi insegnamenti con autorità, essi non erano mai in alcun senso autoritariamente didattici o dogmatici, né imponevano il consenso. Quando sfogliamo le pagine dei Vangeli, vi è un fatto che balza continuamente allo sguardo: la pazienza sorprendente che aveva con gli uomini che doveva istruire, il suo rifiuto assoluto di dare ordini, costringerli o piegarli alla sua volontà, il suo travolgente rispetto per le loro personalità. […]
Il punto chiave di tutti gli insegnamenti di Gesù ai suoi discepoli era: “Io non vi chiamo servi, ma vi ho chiamato amici”.5 Non “Ecco la verità; accettatela o perite!” ma; “Io sono la verità: vivete con Me e la scoprirete”. […]
Il grande principio degli insegnamenti di Gesù erano la sua intimità con le persone cui insegnava e il suo amore per loro. “Uno spirito amorevole”, disse Agostino, “accende il fuoco in un altro”. Quello era ed è il supremo segreto del successo divino di Cristo come insegnante. Gli spiriti dei suoi scolari erano continuamente infuocati dal suo spirito amorevole, tanto che in quella fiamma di mutuo amore la lezione non era istruzione noiosa ma gioia, fascino e gloria. […]
Si pone a fianco dei suoi fratelli. […] Li conduce con Sé con la fede che sono in grado di offrirgli. All’inizio si accontenta di questo; poi conduce con Sé i suoi amici, come fece con il primo gruppo, passo dopo passo, fino a rivelare loro il segreto più intimo di chi Lui è e fino alla piena gloria del discepolato. —James Stewart6
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 2 giugno 2020.
1 Ravi Zacharias, The Real Face of Atheism (Grand Rapids: Baker Books, 2009), 113, 136, 142–143.
2 James Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ (New York: Abingdon Press, 195?), chapter 8.
3 C. S. Lewis, Reflections on the Psalms (San Diego: Harcourt, 1958), 113.
4 Malcolm Muggeridge, Jesus, the Man Who Lives, Part 3.
5 Giovanni 15,15.
6 Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, chapter 8.