Compilazione
Per molti milioni di noi in ogni paese del mondo, questo Natale sarà diverso da ogni altro. Chi non ha ancora sentito in pieno l’onda d’urto della pandemia globale e della crisi economica mondiale è circondato da persone che l’hanno subita.
Produttori, grossisti e rivenditori le cui entrate annuali dipendono dalle vendite natalizie si stanno preparando per il minor volume di vendite in molti anni. Le associazioni benefiche che contano sulla generosità natalizia per finanziare i loro progetti per il prossimo anno si trovano di fronte alla prospettiva di doverli ridurre gradualmente, nonostante i bisogni aumentino.
Le persone che hanno perso le loro imprese si preoccupano delle loro famiglie e di quelle dei loro ex dipendenti. I genitori disoccupati si chiedono se ci sarà un Natale per i loro figli. È dai tempi della Seconda Guerra Mondiale che una parte tanto grande della popolazione mondiale è colpita così severamente dalla stessa crisi.
Sì, questo sarà un Natale diverso, ma ciò non significa che non possa essere un buon Natale. Le avversità possono tirar fuori il meglio di una persona, come il Natale del resto. Mettete insieme le due cose e abbiamo un’opportunità speciale. È l’opportunità di esaminare le cose; di separare ciò che conta veramente dalle cose meno importanti che usurpano il loro posto nella “normalità” del mondo, specialmente in momenti come il Natale.
È l’opportunità di dedicare la nostra attenzione al vero motivo permanente di questa festa: la nascita di Gesù. È l’opportunità di scoprire nuovi modi di esprimere il nostro amore alle persone che più ci stanno a cuore e di dimostrare compassione per altre persone meno fortunate, che sono sempre tante.
Forse affronteremo difficoltà inedite questo Natale. Forse non saremo in grado di dare materialmente come negli anni scorsi, ma una cosa è certa: la promessa di pace che ci viene offerta dal Natale è a disposizione di ogni persona in ogni momento e in ogni stagione. —Keith Phillips
Il Principe della pace
“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l'impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”. —Isaia 9,5
Il nostro è un mondo in cui poche persone si aspetterebbero di ricevere segni di speranza dal governo. La norma sembra essere più la corruzione del potere che l’ideale presentato nella visione di Isaia di un Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno o Principe della pace. Al contrario, la maggior parte delle persone vede i governi con un senso di cinismo e disperazione; pochi li vedono come un canale per la pace.
Ai tempi di Isaia, Israele e Giuda erano minacciati da potenze e governi stranieri. Nel corso della sua vita, Giuda sarebbe andato in esilio sotto il governo babilonese. Quelli che avevano ricevuto originariamente la profezia di Isaia avrebbero ascoltato la promessa dell’arrivo di un re che sarebbe stato saggio e potente. […] La storia di Israele invece ci racconta qualcosa di diverso. […] Giuda, poi, avrebbe finito per vedere la distruzione di Gerusalemme e la diaspora della popolazione dalla sua terra.
Isaia si era sbagliato, con questa profezia, oppure aveva visto qualcosa di più di un semplice regno politico o di un regno terreno per il popolo ebraico?
Il bambino predetto nella visione di Isaia non era semplicemente un re o un governante umano che sarebbe arrivato per stabilire un regno terreno. Piuttosto, i titoli Dio potente e Padre eterno attribuiti al bambino che sarebbe nato indicano che questo futuro regnante sarebbe stato divino. […] Isaia predice un giorno in cui Dio sarebbe stato con il suo popolo, come Immanuel, “Dio con noi”. E se era Dio che si sarebbe presentato in mezzo agli esseri umani per regnare e governare, allora quel regno sarebbe stato caratterizzato dalla sapienza, Consigliere ammirabile, e dalla pace, shalom, il benessere di tutti.
Ma che tipo di pace ci porta Dio, se non quella che pone fine a tutte le guerre e i conflitti, tra gli esseri umani e con il mondo creato? Cominciamo a trovare delle risposte nell’avvento di Gesù e nella sua morte e risurrezione.
Primo, la pace che Dio concede attraverso Gesù guarisce la separazione causata dal nostro peccato. L’apostolo Paolo scrive: “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore”.1 Questo è il “vangelo della pace”;2 Dio ha fatto “la pace per mezzo del sangue della sua croce”.3
Secondo, la pace che Dio concede ci permette di avere pace nei nostri cuori a causa della riconciliazione con il nostro Creatore e il suo Spirito all’opera dentro di noi. È il benessere che è frutto della riconciliazione con Dio.
Terzo, poiché c’è pace dentro di noi, possiamo cercare la pace con gli altri, sia amici che nemici. […]
Dovunque viviamo e sotto qualunque governo viviamo, Dio si è avvicinato a noi tramite Gesù e ha fondato un governo sotto il quale possiamo vivere quando camminiamo insieme in fratellanza sotto il suo regno. Con Gesù abbiamo un Consigliere ammirabile, un Dio potente, un Padre eterno e un Principe della pace. —Margaret Manning Shull4
Natale: una speranza nei momenti difficili
Pensando a quel primo Natale, l’immagine che spesso viene in mente è di Maria serena e adorabile nella sua veste stirata di fresco, che adora il bambino Gesù, avvolto in pannolini di un bianco immacolato e sdraiato in una mangiatoia che sembra più un mobile d’antiquariato che un posto dove mangiano gli animali; mentre un asinello, strigliato per l’occasione, sta di fianco a un Giuseppe forte, alto e granitico.
In realtà possiamo immaginare come deve essere stato difficile per Maria fare il viaggio da Nazareth a Betlemme quando poteva avere il bambino da un giorno all’altro. La Bibbia, in effetti, non dice che Gesù nacque la stessa notte che lei arrivò a Betlemme con Giuseppe, ma un viaggio di cento chilometri a piedi o sul dorso di un asino sarebbe stato certamente abbastanza faticoso da causare il travaglio.
Forse anche Giuseppe era al limite della resistenza, stanco e pieno di dubbi. Non avrebbe potuto trovare un mezzo di trasporto migliore o forse partire un po’ prima? Forse si avvicinò alla disperazione quando arrivò a Betlemme e scoprì che non avrebbero trovato un posto dove stare.
Probabilmente a un certo punto Maria e Giuseppe ebbero entrambi paura di fallire nell’importantissima missione di cui erano stati incaricati: dare nascita a chi avrebbe portato l’amore e la luce divina in un mondo perso nelle tenebre. Pensate, però, alla gioia che devono aver provato quando alzarono il neonato e lo guardarono in quegli occhi belli e pieni d’amore. Il loro bambino brillava di amore divino più di qualsiasi altro bambino mai nato.
La notte in cui nacque Gesù fu anche l’inizio di una vita di problemi, pericoli, pene e dolori per Lui e per la sua famiglia. Ci fu una gloriosa vittoria finale quando Gesù risorse, ma quella vittoria non fu facile da ottenere.
Tantissimo dipendeva da Maria e Giuseppe che, a parte il loro particolare incarico di genitori terreni di Gesù, erano normali persone in carne ed ossa, come voi e me. Dev’essere stato davvero difficile per loro a volte! Visti da quella prospettiva, i nostri problemi e le nostre difficoltà, per quanto a volte possano sembrare enormi e insormontabili, sembrano più abbordabili.
È normale scoraggiarsi o perdere la speranza quando siamo soverchiati dalle circostanze e il nostro mondo è attraversato da momenti difficili. Questo scorso anno abbiamo affrontato molte sfide, che continuano anche adesso. Anche in queste circostanze, però, possiamo riporre la nostra fiducia nel “Dio di ogni speranza”, che ha promesso di riempirci della sua pace e della sua gioia: sapere che niente può separarci dall’amore di Dio e che non dobbiamo affrontare le battaglie della vita da soli.
Un giorno festeggeremo la vittoria insieme — Maria, Giuseppe, Gesù, tu, io e un sacco di altra gente. Perché? Perché a Natale Dio ci ha dato suo Figlio, il regalo più grande di tutti i tempi. —Lily Sridhar
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 15 dicembre 2020.
1 Romani 5,1.
2 Efesini 6,15.
3 Colossesi 1,20.
4 https://www.rzim.org/read/a-slice-of-infinity/the-peace-that-god-brings.