Compilazione
“Rendano grazie al Signore: egli è buono; compie per l’uomo opere stupende. Offrano un sacrificio e lo ringrazino, raccontino le sue opere con canti di festa”. —Salmi 107,21-221
Il sacrificio di ringraziamento [o riconoscenza] è menzionato diverse volte nell’Antico Testamento. È menzionato la prima volta in Levitico 7,11-15. Questi versetti sembrano indicare che il sacrificio di ringraziamento serve a rappacificarsi con Dio dimostrando la propria gratitudine. Questo tipo di sacrificio includeva l’offerta di un animale oltre a vari tipi di cereali o di pane.
Il sacrificio di ringraziamento ha diverse caratteristiche. La prima è che si trattava di un sacrificio volontario. Non era obbligatorio né era preteso da Dio. Era fatto dal devoto nelle occasioni in cui si sentiva spinto a esprimere la propria gratitudine a Dio. Era presentato spontaneamente al Signore con un cuore pieno di gioia e riconoscenza.
Inoltre, l’animale sacrificato per gratitudine, come per tutti i sacrifici di pace, veniva diviso tra il Signore, il sacerdote e il devoto. Ciò era diverso dagli altri tipi di sacrifici che o venivano bruciati completamente sull’altare (tranne la pelle) come offerta al Signore o erano in parte bruciati e in parte consumati dal sacerdote. […]
Mediante questo sacrificio, i devoti celebravano insieme davanti a Dio le benedizioni ottenute grazie a un rapporto con Lui caratterizzato da pace e integrità. Un senso di comunione e vicinanza a Dio nasceva dalla presentazione di un dono, una porzione del quale poi Lui lasciava al devoto. Questo senso di generosità e comunione veniva poi allargato quando a sua volta il devoto condivideva la sua parte dell’offerta con la famiglia e gli amici.
Mentre il sistema veterotestamentario del sacrificio di animali ora è obsoleto per i cristiani, a causa della morte sacrificale di Gesù, esso contiene alcuni principi che continuano a interessare anche noi oggi. Anche se un cuore grato onora Dio e ci porta dei benefici, Dio non obbliga né esige un sacrificio di gratitudine. Le espressioni di gratitudine che fluiscono liberamente dalle profondità del cuore sono intense e significative per tutti gli interessati. In questo modo Dio incoraggia e fornisce un veicolo per comunicare e dimostrare l’intensità della nostra gratitudine.
Inoltre, per noi è giusto e appropriato esprimere la nostra gratitudine in modo che si allarghi ad altri. Certamente la gratitudine dovrebbe essere sentita e poi manifestata a Dio, che è la fonte massima di ogni dono e benedizione nella nostra vita; ma forse non dovrebbe fermarsi lì. Forse la bontà e la generosità di Dio dovrebbe spingerci a manifestare nei confronti degli altri la stessa bontà e generosità che ci è stata dimostrata. —Joy Mosbarger2
Sacrifici che costano
“Io ti offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome dell’Eterno”. —Salmi 117,173
Un sacrificio è una cosa che costa. […] Se il ringraziamento è descritto come sacrificio, allora il rendimento di grazie biblico ha un prezzo. Non è la semplice eliminazione di ciò che è in esubero. […] Abbiamo ricevuto tantissimo, dalla dotazione quotidiana di respiro ed esistenza a quella di una sicurezza eterna mediante le sofferenze di Gesù Cristo. Se il vero ringraziamento è un sacrificio, che cosa sacrifichiamo? Qualunque cosa che elimini o diminuisca i favori che Dio ci ha fatto.
Sacrifichiamo le nostre lamentele. Una cosa è essere consapevoli che una situazione è ingiusta e cercare di correggerla, ma è tutt’altra cosa provare risentimento per ciò che non possiamo cambiare. Non va bene essere soddisfatti di sé, ma molte volte Dio mette i suoi figli in certe situazioni per farli crescere e maturare. Se la nostra prima reazione alla volontà di Dio è sentirci scontenti, allora non c’è spazio nel nostro cuore per un vero ringraziamento. Dobbiamo renderci conto che non abbiamo diritto di lamentarci delle cose che Dio stesso ha stabilito a nostro beneficio e per la sua gloria. Invece, ringrazia che si preoccupi abbastanza di noi da darci forza nel nostro cammino spirituale.
Sacrifichiamo le nostre paure. Se Dio nutre i passeri e veste i fiori,4 abbiamo davvero il diritto di vivere nell’angoscia? Ci sono momenti in cui un po’ di preoccupazione va bene, ed è stupido vivere in un mondo di fantasia in cui tutto dovrebbe essere rose e fiori. Ma Lui ha detto che proteggerà i suoi figli. Non abbiamo né il diritto né un motivo per vivere come se Lui fosse troppo debole per avere controllo della nostra situazione. Un vero ringraziamento richiede il sacrificio delle nostre paure.
Sacrifichiamo i nostri desideri. È una cosa difficile per tutti. Tutti abbiamo obiettivi che vorremmo realizzare e la maggior parte delle volte si tratta di cose buone. Ricchezza, buona salute, sicurezza: sono tutte cose utili; ma troppo spesso questi desideri possono diventare una distrazione dalla provvidenza e dalla volontà di Dio nella nostra vita. […] Un vero ringraziamento richiede il sacrificio dei nostri desideri.
Ciò che è veramente necessario è una prospettiva eterna. Pensa a questo: Dio, colui che è completamente soddisfatto in Sé e per Sé e non ha alcun bisogno di noi, si è abbassato a darci il suo amore e a salvarci da una giusta condanna eterna. Non solo, ma ogni giorno siamo circondati dalle dimostrazioni della sua grazia e spinti avanti dalla promessa di essere fatti a immagine di Cristo, in grado di abitare alla presenza di Dio senza una barriera o un mediatore tra noi.
Improvvisamente le preoccupazioni e le apprensioni della vita quotidiana rimpiccioliscono. Quando i nostri occhi saranno finalmente aperti alla provvidenza divina, sia per la vita terrena che per quella eterna, le nostre lamentele, le nostre paure e i nostri desideri egoistici saranno assolutamente triviali. —Jordan Chamblee5
Un’offerta continua
“Offrirò nella sua dimora sacrifici con grida di giubilo; canterò e celebrerò le lodi dell’Eterno”. —Salmi 27,6
Stavo ascoltando la Bibbia e mi ha colpito un pensiero che mi è sembrato molto interessante e ispirante. Nel salmo 50, a partire dal versetto 9, Dio fa notare di non aver bisogno di sacrifici di carne. Anzi, tutto quanto gli appartiene già. Comunque, ciò che desidera veramente è che gli offriamo “come sacrificio il ringraziamento”.6 La parola ebraica per ringraziamento è yadah e può significare “adorazione, un coro di adoratori, confessione, lode, (offrire) ringraziamento”.7
All’inizio mi ero chiesto come ringraziare Dio possa essere un sacrificio. Be’, a dire il vero a volte non è facile. […] Dobbiamo ringraziare Dio “in ogni cosa” perché è sua volontà che lo facciamo.8 È volontà di Dio che lo ringraziamo sempre, ogni giorno, qualsiasi cosa accada. […]
Non è un sacrificio ringraziare Dio quando tutto va alla grande. Anzi, è piuttosto facile farlo quando siamo felici e allegri. Comunque, essere grati nei momenti buoni ci rende forse diversi dal resto del mondo? Dobbiamo essere separati, un popolo speciale, il suo popolo ecc. Che modo migliore può esserci per dimostrare al mondo che siamo diversi, se non essere grati anche quando secondo ogni apparenza esterna “non dovremmo” esserlo? Pensa solo a come siamo diversi dal mondo quando lodiamo nostro Padre e Cristo in mezzo alle difficoltà, invece di lamentarci e brontolare. […]
“Dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome. Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace”.9 Quindi, invece di […] cedere alla negatività del mondo, guardati intorno e cerca qualcosa di cui essere grato, perché finché c’è in noi un alito di vita dovremmo usarlo per la gloria di Dio. —Brandy Webb10
Una preghiera di gratitudine
Gesù, ti ringrazio per la vita e tutto quello che comporta. Quando qualcosa va male, spesso diciamo: «È la vita!» — ma la vita è molto di più delle piccole cose che non si risolvono come avremmo voluto.
Svegliarsi ogni mattina con occhi che vedono e orecchie che sentono: questa è vita!
Parlare con un bambino e intravedere il mondo attraverso quegli occhi innocenti: questa è vita!
Fermarsi nel bel mezzo di una giornata frenetica e guardare un uccello che vola in cielo o una farfalla che svolazza sui fiori: questa è vita!
Chiacchierare con un vecchio amico e ricordarsi quanto è preziosa l’amicizia: questa è vita!
Ricevere inaspettatamente una parola d’incoraggiamento: questa è vita!
Camminare in mezzo alla natura, assorbire i suoi colori e i suoi suoni, respirare quell’aria pura: questa è vita!
Andare a letto la sera e ringraziare Dio per tutte le benedizioni che la giornata ci ha portato: questa è vita! —Bonita Hele
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 26 novembre 2020.
1 TILC.
2 www.biola.edu/blogs/good-book-blog/2013/the-sacrifice-of-thanksgiving
3 LND.
4 Matteo 6,26–34.
5 https://engagemagazine.net/starting-blog/worldview/the-sacrifice-of-thanksgiving.
6 V. 14 NR.
7 Armonia biblica di Strong.
8 1 Tessalonicesi 5,18.
9 Ebrei 13,15–16 NR.
10 https://www.cgi.org/news-and-events/2016/7/12/avjp86riqjc2lg5b4zlirvwfc0ua2p.