Giugno 10, 2020
Compilazione
Joy Comes after Mourning
Quando tutto va storto, abbiamo la tentazione di scappare, manipolare, negare o archiviare la situazione con l’etichetta di “immenzionabili”. Faremmo di tutto per far diminuire il caos. Qualcosa dentro di noi scatta per spingerci a piangere, ma noi tratteniamo l’impulso, sforzandoci di mantenere la calma.
Sapevo di dover sfogare il mio dolore, ma facevo fatica a lasciare scorrere le lacrime liberamente. Dopotutto mi ero ripromessa di contrattaccare con la gioia. Il dolore non è l’antitesi della gioia? Mi sono imbattuta nelle parole di Gesù in uno dei suoi sermoni più famosi e ho notato qualcosa che non avevo mai visto. […]
Luca mette Gesù al centro della folla. Gesù passa in mezzo a malati di mente, invalidi e infermi, persone a malapena aggrappate alla vita. Gomito a gomito con persone afflitte da malattie e spiriti impuri, Gesù dice loro di considerarsi beate:
“Siete beati quando le lacrime scorrono liberamente. La mattina viene la gioia”. […]
Sembrano parole contro intuitive. Dopotutto le lacrime sono spesso considerate un segno di debolezza, la bandiera bianca della resa. Gesù dichiara che le persone abbastanza forti da lasciarsi sfuggire dei singhiozzi sono tra le più fortunate. Il Figlio di Dio concede il permesso di manifestare il dolore con voce tremante. […]
Il pianto è un fiume che ci trasporta verso la gioia.
A volte dobbiamo lasciare spazio al dolore per fare largo alla gioia. Nessuno è immune al dolore e solo chi impara a manifestarlo può ricatturare la guarigione che esso porta. Proprio come la luce ha bisogno del buio, anche la gioia ha bisogno del dolore. Come la notte precede il mattino, anche la gioia viene la mattina. […]
Le [mie] lacrime mi purificavano. Il dolore lavava via le mie priorità secondarie, le riserve d’ingratitudine incassate nella mia anima, le roccaforti d’immaturità che sarebbero dovute scomparire molto tempo fa. Come in cielo esistono sia il sole che la luna, le nostre vita sono fatte sia di dolore che di gioia. […]
Le avversità c’invitano al dolore. La sua manifestazione richiede un livello di vulnerabilità che può farci venir voglia di scappare, nasconderci ed evitare lo sfogo. Quando manifestate bene, le lacrime diventano un fiume che spazza via il nostro dolore, un fiume sacro che ci conduce alla guarigione, alla salute e alla gioia. —Margaret Feinberg1
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Ogni sofferenza ha un senso, nel mio regno. Il dolore e i problemi sono opportunità di dimostrare la tua fiducia in Me. Sopportare coraggiosamente le circostanze — perfino ringraziarmi per averle — è una delle forme più elevate di lode. Questo sacrificio di gratitudine fa risuonare i rintocchi di gioia delle campane d’oro nei mondi celesti. Anche sulla terra la tua sofferenza paziente invia ondate di buone notizie in cerchi sempre più larghi.
Quando la sofferenza colpisce, ricorda che Io sono sovrano e posso ricavare il bene da qualsiasi cosa. Non cercare di sfuggire al dolore o di nasconderti dai problemi. Invece, accetta le avversità nel mio nome, offrendomele per i miei propositi. In questo modo la sofferenza acquista un senso e ti avvicina maggiormente a Me. Grazie alla tua fiducia e alla tua gratitudine, la gioia emerge dalle ceneri delle avversità. —Gesù, in profezia2
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Il dolore è un’emozione forte e profonda causata dalla perdita di qualcuno o di qualcosa a cui teniamo molto. Il dolore è il prezzo che dobbiamo pagare per amare e per vivere questa vita. Ogni persona emotivamente sana avrà dei momenti in cui proverà dolore perché la morte e la perdita fanno parte di questa vita transitoria. Possiamo sperimentare il dolore anche per avvenimenti che altri potrebbero non considerare degni di un simile atteggiamento, come la perdita di un lavoro, la morte di un animale domestico o la vendita della casa in cui si è cresciuti dall’infanzia, […]
Il salmo 34,18 dice che “l'Eterno è vicino a quelli che hanno il cuore rotto e salva quelli che hanno lo spirito affranto”. Dio comprende il nostro dolore e si offre di restare con noi e consolarci con le promesse della sua Parola e con la “pace che supera ogni comprensione.3 —Da gotquestions.org4
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Per estrarre la dolcezza, dev’esserci qualche sofferenza. Per portare alla luce la bellezza della fiamma devono esserci delle ceneri. Qualcosa deve andare in cenere! Le benedizioni vengono dalla sofferenza: bellezza dalle ceneri! Lo esprime bene la Bibbia nell’Epistola agli Ebrei, capitolo 12, versetto 11: “Ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati”. La lode è la voce della fede! È come la mano di un gigante che stringe un favo per estrarne il miele. Mosè dovette colpire la roccia: la roccia si ruppe ma ne sgorgò l’acqua.5 Un bel fiore deve essere schiacciato per estrarne il profumo. È come la musica stupenda che nasce dall’ugola di un uccello, il quale sembra soffrire, tuttavia si esprime con un canto. Anche se il canto dell’uccello è triste, è dolcissimo.
Signore, aiutaci a non opporci alla tua mano che ci schiaccia, ci ferisce, ci colpisce. Fa' che non soffochiamo quella bellissima canzone, anche se è triste; che ti ringraziamo nonostante la sofferenza. Aiutaci a essere disposti a lasciarci percuotere e frantumare, a essere schiacciati e feriti, per rivelare la tua dolcezza, il tuo profumo, la tua bellezza, la tua canzone, le tue acque fresche. Dalle apparenti sconfitte nascono alcune delle tue vittorie più grandi.
(Dio) ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo noi stessi consolati da Dio” .6 —David Brandt Berg.
Pubblicato sull’Ancora in inglese il 3 settembre 2019.
1 Margaret Feinberg, Fight Back with Joy (Worthy Publishing, 2015).
2 Sarah Young, Jesus Calling (Thomas Nelson, 2010).
3 Filippesi 4,6–7.
4 https://www.gotquestions.org/Bible-grief.html.
5 Vedi Esodo 17,6.
6 2 Corinzi 1,4.
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