L’ospitalità di Nilda

Marzo 30, 2020

Irena Zabickova

[Nilda’s Hospitality]

Volevo scrivere a proposito di un aspetto della dimostrazione di amore nei confronti degli altri, l’ospitalità, perché ho avuto una stupenda opportunità di imparare qualcosa al riguardo, vedendola messa in pratica genuinamente.

Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo. —Ebrei 13,21

Provvedete ai bisogni dei santi, esercitate l'ospitalità. —Romani 12,13

Circa sei anni fa ci siamo trasferiti in una zona nuova. Da quando siamo arrivati, abbiamo cercato di essere aperti con i nostri vicini, per dimostrare loro amore e gentilezza. Li salutavamo sempre con un sorriso, chiedendo loro come stavano, e questa era una cosa nuova per loro: degli estranei nuovi nel vicinato che si comportavano amichevolmente. Parecchie volte abbiamo fatto la pizza in casa e gliel’abbiamo portata ancora calda di forno, come segno di amicizia. Non riuscivano a credere che qualcuno potesse fare una cosa simile. Pensavamo di cavarcela bene nel dimostrare simpatia ai vicini, poi abbiamo conosciuto Nilda, che ci ha fatto vedere un lato completamente nuovo di come si possono contattare gli altri con gesti di gentilezza.

L’abbiamo conosciuta attraverso due suoi nipoti adulti, entrambi disabili al 100% a causa di una malattia degenerativa genetica. Per aiutare a prendersi cura di loro aveva deciso di vivere nella stessa casa con sua figlia e la sua famiglia. Prendersi cura dei disabili genera molto lavoro e molto stress e nessuno criticherebbe quella famiglia se si concentrasse sui propri problemi e le proprie difficoltà. Nilda però non è così. È la persona più ospitale che abbia mai conosciuto; invita sempre in casa chiunque passi di lì e offre loro una bibita o del cibo.

Quando abbiamo cominciato a frequentarla, a causa di alcuni progetti con i suoi nipoti disabili, pensavamo che si comportasse in modo ospitale con noi perché aiutavamo la sua famiglia. Poi però abbiamo notato che ogni volta che andavamo a casa sua o passavamo di lì aveva qualche ospite. I ragazzi spesso ridono, paragonando la sua casa a una stazione ferroviaria, perché quando un ospite si alza e sta per uscire, ne arriva un altro; c’è un flusso costante di persone.

Ha sempre bibite e torte a disposizione, oppure in pochi minuti prepara merende e piatti semplici. Nonostante le difficoltà della sua famiglia, da questa casa emana un’atmosfera allegra e ottimista. Gli ospiti sono sempre benvenuti.

Appena entri, Nilda t’invita immediatamente a sederti e senza nemmeno chiedertelo riempie la tavola di piatti, forchette, torte e snack, poi ti chiede se vuoi del tè o un caffè. Non importa se è stanca o non si sente bene, il suo cuore è a tua disposizione; raccoglie ogni energia a sua disposizione per servirti e aiutarti in ogni modo possibile.

Nemmeno il nostro cane, che a volte viene lì con noi, esce da casa sua senza aver approfittato di una scodella d’acqua e di un paio di ghiottonerie canine. Anzi, la riconosce da lontano e non sta più nella pelle alla prospettiva di qualcosa di buono. Nilda è attenta ai minimi particolari per i suoi ospiti.

Se muore qualcuno, mette insieme in una borsa qualcosa da bere e da mangiare e lo porta alla famiglia in lutto, passando un po’ di tempo con loro. L’ha fatto per noi quando è morta nostra nonna. Sembra che sia una tradizione locale, ma lei lo fa con tutto il cuore e con sincera empatia e premura.

Quando sua madre è morta improvvisamente, dopo che erano già morti altri suoi parenti, ne è rimasta sconvolta. Abbiamo fatto del nostro meglio per incoraggiarla, ma il suo fragile cuore ne è rimasto ferito. Ha smesso di partecipare a incontri e canti collettivi, tuttavia la sua ospitalità non è cambiata nemmeno in quei momenti difficili. La casa ha continuato a straripare di visitatori che non se ne andavano mai senza aver mangiato o bevuto qualcosa; anche se lei non nascondeva la tristezza, non la manifestava davanti agli altri. Un paio di mesi di dopo era già tornata la persona di sempre.

Le ho chiesto che cosa l’aveva aiutata a superare il lutto così in fretta e mi ha risposto: “Mi sono resa conto che la mia mamma si sarebbe addolorata molto nel vedermi triste. Le piacerebbe vedermi felice, così ho ricominciato a cantare e divertirmi”. Una cosa semplice. Semplice e dolce come Nilda.

Non so se in questi pochi paragrafi posso veramente descrivere la gioia, la bontà, la premura, le attenzioni affettuose, l’aiuto e l’ospitalità che dimostra nei confronti degli altri. Quando penso a lei mi vengono in mente questi versetti:

Il più grande tra voi sia vostro servo. —Matteo 23,112

E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa. —Matteo 10,423

Questo mi ricorda una citazione che ho appena letto:

C’è un motivo per cui spesso Gesù scelse di condividere i pasti con i suoi seguaci. L’ospitalità crea fiducia tra persone estranee e costruisce dei ponti sul paesaggio accidentato delle nostre vite. Se i cristiani vogliono condividere l’amore di Dio con il prossimo, i loro vicini, devono semplicemente invitarli a casa loro. —Crosswalk Editorial

Abbiamo deciso di praticare anche noi l’ospitalità e dimostrare l’amore e l’attenzione di Dio in questo modo. Non sempre siamo a casa e disponibili ad avere ospiti, perché spesso siamo fuori a occuparci dei vari aspetti dei nostri ministeri, ma abbiamo imparato a tenere a portata di mano bibite e snack da offrire agli ospiti inaspettati, e a essere pronti a invitarli in casa quando possiamo. Non abbiamo una bella scelta di merende come Nilda, ma facciamo quello che possiamo.

È sorprendente vedere la differenza che questo fa nelle persone e tutte le benedizioni che il Signore introduce nella nostra vita grazie a questo. Per esempio, quando il meccanico ci ha riportato l’auto che avevamo fatto aggiustare nel suo garage, l’abbiamo invitato a entrare per un rinfresco e qualche snack e abbiamo passato un po’ di tempo a chiacchierare con lui. È stata la prima volta che abbiamo potuto conoscerlo a un livello più profondo. Il costo della riparazione si è rivelato molto basso, anche se non gli avevamo chiesto uno sconto.

Un uomo che era venuto a riparare la nostra cucina ha accettato la bibita che gli abbiamo offerto e dopo aver parlato un po’ ha detto che avrebbe fatto la riparazione gratis, come forma di aiuto per il nostro lavoro.

Quando è passato il camion della spazzatura, abbiamo invitato gli operai a entrare per una tazza di caffè e dei biscotti e abbiamo parlato un po’ con loro. Anche se era la prima volta che li invitavamo, il più giovane di loro ha detto: “Sono già stato qui”. Poi ha spiegato che era cresciuto in orfanotrofio e che parecchi anni prima era stato da noi con gli altri bambini per una festa a base di pizza e uno spettacolo di clown. Quando sono andati via, ci hanno detto che ogni volta che avremo spazzatura ingombrante, saranno lieti di portarla via per noi. Anche se non lo sapevano, a volte quello è proprio uno dei nostri problemi: troppa spazzatura.

Non abbiamo chiesto nessuno di questi “favori” e non abbiamo invitato queste persone con in mente quell’idea, ma quando abbiamo semplicemente dimostrato un po’ di attenzione sincera ed “esercitato l’ospitalità” come fa Nilda, il Signore ha toccato il loro cuore e li ha spinti a offrire qualcosa.

Siamo molto grati per Nilda e per come il suo esempio ci ha insegnato la forza e l’effetto di mettere in pratica l’ospitalità. Avendola sperimentata noi stessi dal punto di vista degli ospiti, abbiamo potuto applicarla alla nostra situazione e cominciare a esercitare l’ospitalità a casa nostra. Inutile dire che siamo molto contenti dei risultati immediati e dell’effetto positivo che ha sugli altri; e siamo felici di poter testimoniare in questo modo.

Voglio concludere con una citazione su questo argomento, che mi sembra molto adatta e ispirante:

La splendida immagine che nostro Signore dà del Giudizio rivela un’altra fase della bellezza della gentilezza. Ci dice che le piccole cose che facciamo — nutrire gli affamati, dissetare gli assetati, dimostrare ospitalità agli estranei, visitare gli ammalati e tutti gli altri anonimi ministeri d’amore di cui non teniamo conto — se sono fatti nello spirito giusto, vengono accettate come se fossero state fatte da Gesù in persona. […] La cosa migliore che possiamo fare con il nostro amore non è aspettare una possibilità di fare qualche grande azione che risplenderà agli occhi del mondo, ma riempire tutti i giorni e tutte le ore di piccoli gesti gentili che renderanno i cuori di innumerevoli persone più nobili, più forti e più felici. —J. R. Miller


Pubblicato sull’Ancora in inglese il 17 luglio 2019.


1 CEI.

2 CEI.

3 CEI.

Copyright © 2024 The Family International