Scoprire la gioia del Natale

Dicembre 11, 2019

Compilazione

[Finding Christmas Joy]

Praticamente tutti sono contenti di ricevere un regalo. C’è una gioia speciale anche nel fare un regalo. Negli Stati Uniti il Natale ha molte tradizioni che variano anche di famiglia in famiglia, ma sembra che una di quelle che tutti hanno in comune è fare regali. I negozianti lo sanno, così si preparano diversi mesi prima, riempiendo i loro corridoi di oggetti da comprare e regalare e di immagini delle persone felici che li riceveranno. Presentano aggressivamente sconti, offerte speciali, premi, incentivi e pagamenti dilazionati, nel tentativo di guadagnarsi i vostri soldi. Tutti, dal rivenditore d’auto al negozietto sull’angolo, suggeriscono idee su cosa regalare ai nostri cari per Natale.

Non sono cresciuta negli USA né in posti dove il Natale è sinonimo di montagne di regali e di ostentazione. Non dirò bugie, il primo Natale in cui ho avuto l’opportunità di “scatenarmi” ho passate giornate a far compere nel centro commerciale; ho speso ore a cercare in rete le offerte “migliori” e altre ore a impacchettare a perfezione i regali, con fiocchi bellissimi.

Con l’avvicinarsi del Natale mi sono ripetuta molte volte: Non vedo l’ora che tutto questo finisca. Non ero mai stata ansiosa che il Natale finisse! Ogni Natale precedente l’avevo passato facendo spettacoli di beneficenza per orfanotrofi, ospedali, scuole e prigioni, oltre a esibizioni in centri commerciali e feste. Mi era sempre piaciuto e, anche se alla fine delle festività eravamo esausti, non avevo mai provato disgusto.

A quel punto ero nel bel mezzo di un “Natale tradizionale” e invece di provare momenti pieni di gioia mi stavo stressando. Mi sono resa conto di essere circondata e coinvolta dal Natale, ma avevo la sensazione di perdere la vera festa. Sono andata avanti lo stesso, fino alla festa della Vigilia più febbrile che avessi mai avuto, con centinaia di regali scambiati e un sacco per la spazzatura dopo l’altro riempito di carta regalo e imballaggi. Alla fine di quel “Natale” mi sono seduta con una terribile sensazione di soffocamento. Mi sembrava d’essermi persa il finale di un grande film e di essere passata direttamente ai titoli di coda. Dov’era finito il Natale?

E tutti quei regali comprati con tante premure? Dopo qualche settimana e qualche mese ho trovato diverse cose che avevo regalato infilate in fondo a un cassetto o messe su uno scaffale a raccogliere polvere. E tanti dei regali che avevo ricevuto erano inutili. Tutti insieme avevamo speso migliaia di dollari e dopo qualche settimana sembrava che nessuno ci avesse guadagnato niente.

Prima di dare l’impressione del Grinch che rubò il Natale, voglio specificare che non sono contraria ai regali. Detesto semplicemente vedere il Natale eclissato da compere frenetiche e da stress. Da quel Natale deludente ho imparato che il vero spirito del Natale, la gioia che lo rende speciale, è una cosa che bisogna cercare. Non arriva soltanto perché è dicembre e stai comprando regali, decorando un albero e ascoltando musica natalizia.

Un buon punto per cominciare a ritrovare quello spirito è fare una distinzione tra il Natale e i regali. Natale è la celebrazione dell’arrivo di Gesù sulla terra. Alcuni dei modi in cui io progetto di diffondere lo spirito di Natale quest’anno è mandando offerte alle opere missionarie che rendono speciale questa festa a bambini e famiglie bisognose; facendo azioni gentili a caso nella comunità; evitando i centri commerciali; mantenendo tutto semplice, con meno agitazione e più significato, e passando più tempo possibile con la famiglia e gli amici.

E il regalo che faccio a Gesù? La gratitudine.

Dicembre è arrivato. Vi sfido a trovare il tempo, prima che abbia inizio la frenesia natalizia, di pensare a come potrete riempire di significato questa festa e trovare il vero Natale. —Mara Hodler

In difesa del Natale

Penso che sia realmente possibile passare un Natale orribile. Possiamo restare così coinvolti nella baraonda dei regali da convincere noi stessi che se non troviamo un certo oggetto non siamo una buona moglie, un buon marito, o madre o padre o amico che sia. D’altra parte, forse stai passando un momento difficile e il Natale è un periodo critico per te. Forse non vedi l’ora che finiscano le feste.

Dobbiamo ritornare all’idea originale di ciò che il Natale rappresenta: la gioia. Gioia perché è nato un Salvatore. Quando Gabriele apparve a Maria per annunciarle che sarebbe diventata la madre del Messia, le disse: “Gioisci, o grandemente favorita, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne”.1

Ed è esattamente ciò che fece: gioire. In quello che chiamiamo il Magnificat, Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore”.2

Luca 2 racconta che l’angelo disse ai pastori: “Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia” — non una gioia qualsiasi, ma una grande gioia. […]

Ai giorni di Gesù c’erano molte cose di cui avere paura. I Giudei vivevano sotto il regno del tiranno Erode che poteva giustiziare le persone quando voleva, in un paese occupato dai Romani. Avevano paura per il futuro. Quando sarebbero stati nuovamente liberi? Quando sarebbe arrivato il Messia? […]

Il messaggio dell’angelo ai pastori era questo: “Non abbiate paura. Il Messia è arrivato. Questa è la buona notizia che dovete sapere per avere una grande gioia”. […]

Abbiamo un Salvatore che ci ha perdonato. Abbiamo un Messia che mantiene le sue promesse. Finalmente abbiamo un Signore — non solo un compagno e non solo un amico. Abbiamo un Signore, il che significa che abbiamo qualcuno che ci guida sulla via che dovremmo seguire nella vita. Abbiamo qualcuno che ci proteggerà su quella via, qualcuno che alla fine di questa vita ci accoglierà in cielo.

Abbiamo un Salvatore. Abbiamo un Cristo. Abbiamo un Signore. Ed è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per avere un Natale pieno di gioia. —Greg Laurie3

Perfezione nell’imperfezione

Una volta stavo scrivendo un articolo sul Natale e ho cercato su Google “Natale imperfetto”. Ho scoperto che non ero l’unica a fare ricerche su come imparare ad accettare il Natale con tutte le sue imperfezioni. Molte persone di ogni età e provenienza hanno fatto la stessa scoperta: come imparare a essere felici con un Natale meno che perfetto.

Ecco alcuni dei commenti che preferisco, tratti da vari blog:

Un avvocato di nome George ha detto: “Non tutti i Natali saranno perfetti. Ogni anno, forse ogni settimana, ha le sue sfide e le sue delusioni. Tutti, però, dovremmo ricordare che siamo qui per aiutarci a vicenda a superare i momenti difficili e a trovare la strada per tempi più felici. Essere dei buoni amici è proprio questo. Le nostre vie e i nostri Natali non devono per forza essere perfetti. Dobbiamo semplicemente essere disposti a condividere gli uni con gli altri gioie e problemi”.

Il professore Gordon Flett, dell’Università di York, in Canada, ha fatto un’osservazione interessante: “Il Natale riflette aspettative culturali enormi che le cose devono sembrare (di essere esattamente) giuste. Abbiamo una società consumistica secondo la quale, se si ha l’aspetto perfetto o i risultati perfetti, ne conseguirà una vita perfetta. La gente impiega moltissimi sforzi per raggiungere questo ideale; di conseguenza, quando arrivano le feste sono stressati”.

I media ci bombardano con immagini di cose di cui teoricamente abbiamo bisogno per avere una vita migliore. Questo può lasciare in noi un senso di vuoto, se per esempio la nostra vita non sembra alla moda o confortevole come nella pubblicità o nei film.

Una blogger di nome Sarah ha scritto: “A volte è facile lasciarsi adescare da un Natale da Pinterest, dal mito del Natale perfetto, da designer o da gourmet. L’idea dietro a questo sembra essere che se le decorazioni sono perfette, sarà bellissimo; che in qualche modo il nostro ambiente è il miglior indicatore della nostra pace e della nostra gioia interiore, la nostra miglior difesa contro la realtà delle nostre imperfezioni a Natale. Quest’anno celebro il mio Natale imperfetto. Forse nessuno vorrà “pinnarlo” o sponsorizzarlo, ma sarò una dei “pochi ma orgogliosi”. Ora sono seduta qui, alla luce di mille mini-lampadine colorate, e adoro questo mio Natale imperfetto con la mia famiglia imperfetta. Per qualche motivo tutto è misteriosamente tranquillo e luminoso.

Vi lascerò a riflettere su quest’ultimo bel pensiero di un altro blogger: “Il Natale non è perfezione. È il festeggiamento di Colui che ci ha salvato dal nostro impossibile bisogno di essere perfetti”. —Tina Kapp

Pubblicato sull’Ancora in inglese il 10 dicembre 2019.


1 Luca 1,28 – NKJV trad.

2 Luca 1,46–47.

3 https://www.oneplace.com/ministries/a-new-beginning/read/articles/a-case-for-joy-9390.html.

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