Tutte le strade portano a Dio?

Agosto 5, 2019

Compilazione

Do All Paths Lead to God?

C’è una credenza comune, oggi, che “tutte le strade portano a Dio”. Anche se è nobile rispettare la fede religiosa degli altri, la Bibbia insegna che l’unico modo in cui una persona può riconciliarsi con Dio è ai termini che Dio stesso ha posto. […]

Gesù Cristo afferma di essere l’unica via alla salvezza eterna. Con le sue stesse parole: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.1

Logicamente, se Dio esiste davvero, dobbiamo avvicinarci a Lui nel modo da Lui prescritto! Quella strada prescritta, secondo il Dio della Bibbia, è mediante la fede in Gesù Cristo. Le religioni si basano su vari sistemi di opere, mentre il Cristianesimo si basa su Gesù e su ciò che ha già fatto per noi.

Di conseguenza […] non può essere vero che “tutte le strade portano a Dio”. I vari insegnamenti su Dio delle differenti religioni si contraddicono in maniera essenziale. Dio non può essere allo stesso tempo personale e impersonale, singolo e uno e trino, finito e infinito, conoscibile e imperscrutabile.

Non c’è modo di riconciliare i vari punti di vista, come panteismo, monoteismo e politeismo. Di conseguenza, e logicamente, o nessuno d’essi è vero, o solo uno lo è! La vera questione è la Verità, una questione d’infinita importanza. —Da crossway.org2

Pluralismo religioso

Il pluralismo religioso che mi dà da pensare non è semplicemente la realtà della varietà di credenze religiose in una cultura – il pluralismo di vedute – è il nostro obbligo di vivere in pace con chi non condivide le nostre convinzioni. È una cosa che mi sembra ovvia.

Il tipo di pluralismo che mi preoccupa è nei seguenti punti di vista: che, genericamente parlando, tutte le religioni sono, ciascuna secondo i suoi termini, strade legittime per arrivare a Dio. In qualche modo Dio ha ordinato vari percorsi per varie persone e diverse culture. Quindi nessuno ha il diritto di dire che la sua religione è migliore di un’altra. Dio è più grande delle nostre limitate categorie teologiche, direbbe qualcuno (o, secondo una logica da tipico slogan, “Dio è troppo grande per entrare in un’unica religione”). Cristo è il percorso per i cristiani, ma altri hanno il loro legittimo percorso personale. […]

I cristiani rifiutano il pluralismo in parte perché gli elementi essenziali delle varie religioni si contraddicono a vicenda. Il Giudaismo insegna che Gesù non è il Messia. Il Cristianesimo insegna che lo è. O Gesù è il Messia, oppure no. Non possono avere ragione entrambi i gruppi.

La nozione che in qualche modo il Cristianesimo e il Giudaismo abbiano ragione entrambi è contradditoria, come un cerchio quadrato. Ci sono esempi in abbondanza. Cosa succede quando moriamo? Alcune religioni parlano di paradiso e inferno. Altre insegnano la reincarnazione. Altre ancora dicono che non esiste alcun aldilà con consapevolezza, solo la tomba.

Quando ci libereremo di queste spoglie mortali, potremmo andare in paradiso o all’inferno, oppure potremmo reincarnarci, o potremmo scomparire del tutto; ma non possiamo fare tutte queste cose allo stesso tempo. Qualcuno si sbaglia. È possibile che tutte queste opzioni siano false, ma non possono essere tutte vere.

Nessuna possibile scoperta futura sistemerà le contraddizioni basilari tra le varie religioni. Al contrario, il loro studio complica la questione. Più cose scopriamo sulle credenze basilari delle varie fedi, più diventa complesso il problema della loro armonizzazione.

Appellarsi all’universalità di cose come la “regola aurea” non è d’aiuto. È una guida morale che non dice quasi niente dell’interpretazione fondamentale che una religione dà delle condizioni del mondo. Non si eliminano le profonde contraddizioni tra le varie dottrine fondamentali semplicemente indicando i proverbi morali in comune. Affermazioni contradditorie non possono essere simultaneamente vere. Il pluralismo religioso si autodistrugge.

Immagino che qualcuno potrebbe rispondere che dal punto di vista di Dio i particolari non contano. È soddisfatto da qualsiasi sforzo religioso sincero. Ma come si fa a saperlo? Questa affermazione è un articolo di fede, uno sforzo di speranza che si rivela contrario agli insegnamenti di molte religioni, specialmente del Cristianesimo.

Qualsiasi cristiano informato può vedere immediatamente le difficoltà che il pluralismo religioso presenta nei confronti del Grande Mandato, dell’autorità delle Scritture, dell’unicità di Cristo e via di seguito. Chiaramente, chi segue Gesù e comprende l’insegnamento del Nuovo Testamento sull’opera compiuta sulla croce – e anche chi accetta i Dieci Comandamenti nel loro significato più semplice e ovvio – non può accettare il pluralismo, per quanto sia politicamente scorretto rifiutarlo. —Greg Koukl3

Perché il nome di Gesù?

La Bibbia Non ci dice soltanto che “Dio è uno spirito”, ma anche che “Dio è amore”.4 Dio è lo Spirito dell’amore, il Grande Spirito, il Creatore. Che cos’è Dio? È amore. E cos’ha fatto per dimostrare di essere l’amore, di amarci? “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”.5 Dio ha dato “il suo Figlio unigenito”, Gesù. Si è separato da Lui e ha lasciato che soffrisse una morte crudele e orribile per noi, per amor nostro. “In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui”.6 Gesù è la manifestazione dell’amore di Dio.

Qualcuno chiede: “Perché non potete semplicemente lasciar fuori Gesù?” “Perché dovete usare quel nome? Perché deve essere sempre Lui il simbolo? Perché non potete dire semplicemente Dio e parlare soltanto di Dio? Potremmo accettarlo molto più facilmente se non insisteste a usare il nome di Gesù”.

Se era veramente il Figlio di Dio e Dio lo ha scelto per rivelarsi al mondo e dimostrare il suo amore, allora è Dio stesso che ha insistito su questo punto. “Ama Me, ama mio Figlio”. Sono le condizioni poste da Dio, non da noi. “Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi riconosce il Figlio, ha anche il Padre”.7 Dio ha insistito che riconoscessimo e amassimo suo Figlio e lo stesso Gesù ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.8

Gesù ha aperto la via: Lui è la via! “E in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati”.9“C’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo”10 – e anche: “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere”.11

Nessuno può avvicinarsi direttamente a Dio. Dobbiamo passare per Gesù, che ha detto: “Io e il Padre siamo uno”.12 Prima della sua incarnazione qui sulla terra, Lui e suo Padre erano insieme in una comunione celeste personale cui dovette rinunciare mentre era qui sulla terra con noi. Poco prima della sua crocifissione Gesù ha pregato: “Ora dunque, o Padre, glorificami presso di te della gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse”.13 Leggiamo anche che “nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio […] E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità”.14

Gesù in effetti ha rinunciato ai diritti della sua cittadinanza in cielo e “essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”.15 Si è adattato alla nostra forma corporea e si è adattato al nostro modo di vivere umano, per capirci e amarci meglio e comunicare con noi all’umile livello della nostra comprensione umana. In un certo senso è diventato un cittadino di questo mondo, un membro dell’umanità, un uomo in carne e ossa, come noi in ogni cosa, per raggiungerci con il suo amore, dimostrarci la sua compassione e il suo interesse, e aiutarci a capire il suo messaggio con termini semplici che potessimo capire.

“Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra”. 16David Brandt Berg

Pubblicato sull’Ancora in inglese il 29 gennaio 2019.


1 Giovanni 14,6.

2 https://www.crossway.org/tracts/do-all-roads-lead-to-god-ats-4399.

3 Greg Koukl, The Ambassador,s Guide to Pluralism (Stand to Reason, 2010).

4 1 Giovanni 4,8.

5 Giovanni 3,16.

6 1 Giovanni 4,9.

7 1 Giovanni 2,23.

8 Giovanni 14,6.

9 Atti 4,12.

10 1 Timoteo 2,5.

11 Giovanni 1,18.

12 Giovanni 10,30.

13 Giovanni 17,5.

14 Giovanni 1,1.14.

15 2 Corinzi 8,9.

16 Filippesi 2,5–10.

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