La certezza di cose che si sperano

Luglio 31, 2019

Virginia Brandt Berg

[Assurance of Things Hoped For]

La domanda è come si faccia a sapere quando non è più necessario pregare per qualcosa. Si può effettivamente capire in quale momento si può smettere di chiedere qualcosa a Dio e si può cominciare a ringraziarlo per averlo ricevuto? Credo di sì.

Leggiamo di nuovo la definizione di fede come ce la dà la Bibbia. “La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono”.1 Credo che quando si arriva al punto cruciale in cui si ha la certezza delle cose che si sperano, non ci sia più bisogno di continuare a chiedere. È che sai di avere la certezza. È l’esperienza della fede ed è attraverso quella fede che Dio ci parla quando preghiamo.

Ora c’è un’altra domanda: come si può ricevere da Dio la certezza di essere stati uditi, la convinzione vitale di aver ricevuto una risposta? Se pregherai sinceramente per ciò che pensi possa compiacere Dio e rimarrai costante nella tua determinazione, arriverai alla convinzione di non aver bisogno di pregare più a lungo. Perché? Perché nel tuo cuore è entrata quella certezza, perché sai che Dio ti ha udito e non c’è bisogno di continuare a chiedere. Anzi, potresti perfino accorgerti che non riesci a continuare a pregare perché per fede hai già ricevuto quello che avevi chiesto.

Così, dopo aver meditato sulle promesse divine finché nel tuo cuore è nata questa certezza delle cose sperate, ti presenti umilmente davanti al Signore con il tuo desiderio, poi entri in quella fede che vede le cose che hai chiesto. Credi in ciò che dice la Parola di Dio, che “chiunque crede riceve”.2 Credi anche nella promessa che “Tutte le cose che domandate pregando, credete di riceverle e le otterrete”.3 E poi credi a 1 Giovanni 5,14 e 15: “Questa è la sicurezza che abbiamo davanti a lui: se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. E se sappiamo che egli ci esaudisce in qualunque cosa gli chiediamo, noi sappiamo di avere le cose che gli abbiamo chiesto”.

Vedi, la stessa fede con cui hai cominciato a pregare si fa sempre più forte e diventa una fede certa che t’impedisce di continuare a pregare per ciò che desideri. C’è una tale certezza che Dio, tuo Padre, ti ha udito, che la tua fede si è effettivamente trasformata in appropriazione e possesso. Ricorda, però, la fede è un dono di Dio e Lui dà la forza di ricevere solo se sei fedele nella preghiera e nella lettura della sua Parola benedetta.

Molte volte chiediamo, poi non crediamo a Dio e non riceviamo. Una volta avevo chiesto qualcosa a Dio per molto tempo ed ero lì seduta a chiedermi cosa stesse succedendo. Dio ha sussurrato al mio cuore con la sua dolce voce, molto chiaramente: “Be’, accettalo” Accettalo! Perché non l’accetti?”

Il punto importante è ricordare che la Parola di Dio è sincera. Devi crederci nonostante gli altri possano essere in disaccordo, nonostante le circostanze e le condizioni in cui ti trovi. Dio è sempre fedele, ma il diavolo, che è il padre delle menzogne, spesso ci tenta per farci accettare e credere alle sensazioni e alle circostanze invece che ha Dio.

Possiamo imparare una lezione dalla guarigione del figlio di quel funzionario che, avendo udito che Gesù era sceso dalla Giudea alla Galilea, andò a implorarlo di andare a guarire suo figlio, che era in punto di morte. Molto spesso capita anche a noi che, dopo aver pregato per ricevere soccorso, non siamo disposti a credere a meno di sentire qualche potenza misteriosa o sensazione straordinaria. A volte sì, succedono cose del genere, ma molte volte non c’è niente da sentire, provare o udire. Questo funzionario, però, non esigeva niente. Era un caso urgente. Suo figlio stava per morire, così disse: “Scendi e vedi mio figlio prima che muoia”. Era una fede che osò perorare la sua causa con calore e umiltà. Il Signore lo premiò e gli disse: “Va’, tuo figlio vive”.4

E quell’uomo si voltò e se ne andò. Non aveva nient’altro a cui aggrapparsi se non credere alla parola di Cristo. Non aveva modo di controllare immediatamente se le condizioni di suo figlio fossero migliorate o no. Non ci fu una conferma visibile e lui dovette semplicemente credere che suo figlio era guarito semplicemente perché l’aveva detto Gesù e le sue parole erano vere. Ah se potessimo credere che Cristo ha onorato le sue promesse quando le rivendichiamo nel suo nome, ancora prima di vedere qualche circostanza terrena che possa dimostrarlo.

Dobbiamo ancora imparare che la fede è diversa dalla visione; che poniamo dei limiti a Dio quando ci limitiamo a osservare le cose basandoci sui nostri cinque sensi. Leggiamo che l’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e se ne andò. Mi chiedo: tu avresti dubitato della salvezza del Signore fino al momento in cui avresti incontrato il servo che portava la buona notizia della guarigione del ragazzo?

Non limitiamo Dio chiedendo di vedere questo o quello, o di mandarci qualche segno, qualche pegno meraviglioso. Prendiamolo in parola. Credi alla sua Parola preziosa; non ti deluderà mai. Puoi basarti sulla Parola e, dopo aver compiuto ogni cosa, restare in piedi, perché Dio è sul trono. La preghiera cambia davvero le cose e le cambierà anche per te, se solo crederai.

Dalla trascrizione di una trasmissione di Meditation Moments, adattato.
Pubblicato originariamente in inglese sull’Ancora il 3 dicembre 2018.


1 Ebrei 11,1.

2 Matteo 7,8.

3 Marco 11,24.

4 Giovanni 4,47–50.

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