Compilazione
La maggior parte delle persone avrà già sentito parlare, da un paio d’anni in qua, di “YOLO”, un acronimo che in inglese sta per “You Only Live Once”, “Si vive solo una volta”. Celebrità e pop star ne hanno fatto uno slogan per promuovere azioni pazze o rischiose perché tanto “si vive solo una volta!”
È un pensiero attraente. Perché preoccuparsi del futuro? Perché accettare di dover rispondere delle nostre decisioni, quando possiamo fingere che tutto non ha vera importanza? Perché non possiamo preoccuparci solo di ciò che ci rende felici adesso?
Be’, alla fine ci si rende conto che la vita non funziona così e si comincia a dover pagare per le decisioni prese in precedenza. Nella maggior parte dei casi, chi vive seguendo quel motto finisce per desiderare d’aver pensato un po’ prima alle conseguenze a lungo termine.
Siccome abbiamo solo una vita, come vogliamo usarla? Per che cosa vogliamo essere ricordati? Come sarebbe una vita che potremmo voltarci a guardare con orgoglio? Il famoso detto latino “carpe diem” — “cogli l’attimo” — dà una sensazione positiva. Segue la stessa logica che si vive solo una volta, ma invece di prenderlo come un motivo per fare cose pazze, ignorare le conseguenze e vivere per il momento (quelli che chiamerei giorni da YOLO), significa spingersi oltre, fare di più e non sprecare le giornate (e questi li chiamerei giorni da carpe diem).
Un classico esempio che mi viene in mente è la parabola di Gesù sui due uomini che costruirono le loro case; uno la costruì sulla sabbia e l’altro sulla roccia.1 Non sono un muratore, ma non mi è difficile immaginare che costruire sulla sabbia sarebbe più rapido. È soffice e facile da scavare. Probabilmente si può costruire una casa molto più in fretta di quella del tipo che deve costruire su un materiale più duro, come la roccia. Forse il costruttore sulla sabbia aveva dei posti migliori da frequentare e cose più divertenti da fare, quindi voleva cavarsela in fretta. M’immagino che possa aver detto: “Si vive solo una volta, così non voglio sprecare troppo tempo a lavorare”.
L’altro tipo sapeva che se l’avesse costruita bene la prima volta sarebbe durata di più. Si assicurò di costruire il suo edificio in maniera che durasse.
Come previsto, dice la parabola, cominciò a piovere e a tirar vento, e la casa sulla sabbia crollò. Chi aveva costruito sulla sabbia dovette ricominciare da capo, mentre chi aveva costruito sulla roccia poté sedersi in casa sua al caldino, al sicuro dalla tempesta.
Cogliere l’attimo perché abbiamo solo questa vita vuol dire vivere la vita appieno. Vuol dire fare scelte di cui si può essere orgogliosi — non solo per i risultati materiali, ma per le amicizie fatte, la gentilezza dimostrata, le vite in qualche modo influenzate e i ricordi creati. Sarà così che gli altri ci ricorderanno.
Gesù disse: “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.2 Voleva che sperimentassimo l’amore di Dio e le molte benedizioni che Lui ci offre ogni giorno. Vuole che facciamo qualcosa di positivo con la vita che ci ha dato.
Non lasciare che la vita passi e basta. Approfittane al massimo, così un giorno potrai voltarti e sentirti incoraggiato dalle cose che avrai realizzato. —Tina Kapp
Sii un massimizzatore
La maggior parte della gente sembra cadere in uno di tre gruppi generici, quando si tratta del loro livello di dedizione e iniziativa, della loro etica del lavoro e di quanto sono in grado di realizzare.
Sono i gruppi dei minimalisti, dei mantenitori e dei massimalisti. I minimalisti fanno il minimo con cui possono cavarsela e i mantenitori fanno solo ciò che serve a mantenere lo status quo. I massimalisti invece sono pronti ad andare fino in fondo; si concentrano sull’avvicinamento alla meta, anche se sanno che costerà loro tempo ed energie.
I massimalisti prendono l’iniziativa, sono proattivi, sono i primi a rispondere a un bisogno o adattarsi al mutamento delle circostanze; danno il meglio in tutto ciò che fanno. Non c’è da sorprendersi, quindi, se in genere hanno più successo dei loro equivalenti meno impegnati.
I massimalisti non controllano l’orologio. Per esserlo, bisogna essere disposti a lavorare sodo e a lungo, entro limiti ragionevoli, ovviamente, e a volte farlo in condizioni meno che ideali. Nel libro dei Proverbi, la Bibbia dice: “Il pigro desidera, e non ha nulla, ma l’operoso sarà pienamente soddisfatto”;3 e “Il pigro non ara a causa del freddo;
alla raccolta verrà a cercare, ma non ci sarà nulla”.4 Il massimalista cerca anche dei modi per servire il bene comune, non solo per svolgere il proprio lavoro, ma anche per aiutare gli altri a compiere il loro.
Coltivare l’autodisciplina e delle buone abitudini lavorative è essenziale per diventare dei massimalisti. Dovremmo cercare delle opportunità per rinnovare il nostro impegno a eccellere spronandoci continuamente a crescere e migliorare. Le buone abitudini lavorative includono cose come: pianificare, stabilire delle priorità, delegare in maniera saggia, imparare dai propri errori e rimanere flessibili.
I massimalisti lavorano sodo, ma sono abbastanza saggi da sapere che i loro sforzi da soli non otterranno mai i massimi risultati possibili; sono anche abbastanza umili da chiedere aiuto agli altri. Condividono il carico con Dio e lo coinvolgono a ogni passo nella loro impresa, sapendo che l’ispirazione, la visione e la forza che Lui può dare li aiuteranno ad arrivare più lontano di dove potrebbero arrivare da soli. Credono nel potere della preghiera e si rendono conto che Dio può aiutarli a raggiungere il loro obiettivo, anche — specialmente — quando le circostanze sfuggono al loro controllo. Chiedono la sua benedizione a ogni passo, seguono le sue indicazioni e contano che Lui faccia quello che loro non possono fare. —Ronan Keane
La via del progresso
Dobbiamo essere disposti a levare l’ancora e lanciarci al largo, sapendo che non ritorneremo più alle sponde del passato. È l’unico modo per scoprire le nuove terre e le nuove opportunità che Dio ci promette. Nella vita di ognuno di noi ci sono momenti in cui dobbiamo essere disposti a rinunciare alle cose che Dio ci chiede di mollare e ad afferrare le cose nuove che Lui ci mette davanti per il presente e per il futuro.
Nel corso della vita, a ognuno di noi saranno presentate delle opportunità di pionierizzare cose nuove. Ci sono opportunità, metodi e vocazioni nuove che non scoprirete mai se non vi lascerete alle spalle alcune di quelle vecchie e non alzerete le vele per scoprirne di nuove! Pionierizzare richiede visione, fede, iniziativa e coraggio.
Forse non ti sembra di pionierizzare un granché in questo momento, ma se hai visione, fede, iniziativa e coraggio, allora hai uno spirito da pioniere. Anche se negli ultimi tempi non hai esercitato molto quelle qualità, non è mai troppo tardi per fare un passo di fede e varcare la soglia di un’opportunità che il Signore ti ha messo davanti.
Come il Signore ha detto una volta in profezia: “Siate disposti a essere pionieri nello spirito Essere pionieri significa avere la fede di spingervi oltre quello che siete adesso o il punto in cui vi trovate adesso, per diventare e fare quello che ho progettato che siate e realizziate. Il processo di pionierizzazione può costarvi qualcosa inizialmente, quando vi lanciate in qualcosa di nuovo, ma porterà alla scoperta di orizzonti nuovi e di territori pieni di promesse e grandi frutti”. —Peter Amsterdam
Pubblicato in inglese sull’Ancora il 22 gennaio 2019.