Peter Amsterdam
Entrando in questo mondo, Gesù si spogliò di tutto e prese la forma di servo.1 Come cristiani, anche noi, come Lui, siamo chiamati a servire gli altri. Questo servizio è una maniera di far risplendere la nostra luce davanti agli altri, cosa che a sua volta dà gloria a Dio.2 Ogni servizio cristiano è una parte bella e importante del nostro amore per Dio e, anche se cristiani diversi possono svolgere un servizio diverso, ogni servizio che rende omaggio a Dio è onorevole.
Il servizio può raggiungere due obiettivi: aiutare gli altri e aiutare noi stessi a superare qualche aspetto della nostra vita che può limitare la nostra crescita spirituale. Molte volte lo facciamo solo per amore per il Signore e il prossimo. Comunque, chi cerca di crescere spiritualmente, autodisciplinarsi e rafforzarsi, potrebbe scoprire che il servizio è un buon mezzo per farlo, anche se comporta sacrifici.
La motivazione per svolgere un servizio cristiano può essere rintracciata nelle Scritture. Le cose che possono motivarci sono:3
- Gratitudine: servire è la giusta risposta alla bontà di Dio nei nostri confronti. “Servitelo fedelmente con tutto il cuore vostro; considerate, infatti, le grandi cose che ha fatto per voi”.4
- Gioia: serviamo con gioia e non con riluttanza. “Servite l’Eterno con letizia”.5
- Perdono: come Isaia, i cui peccati furono perdonati e che subito offrì volontariamente il suo servizio, noi serviamo in risposta al perdono che ci è stato dimostrato. “‘Ecco, questo ha toccato le tue labbra, la tua iniquità è rimossa e il tuo peccato è espiato’. Poi udii la voce del Signore che diceva: ‘Chi manderò e chi andrà per noi?’ Io risposi: ‘Eccomi, manda me!’”6
- Umiltà: il nostro servizio è motivato dall’umiltà. “Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Io infatti vi ho dato l’esempio, affinché come ho fatto io facciate anche voi”.7
- Amore: serviamo perché amiamo Dio e gli altri. “‘Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente’. Questo è il primo e il gran comandamento. E il secondo, simile a questo, è: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’”.8
Quando quello che ci motiva a servire è la gratitudine, la gioia, l’umiltà e l’amore per Dio e gli altri, allora non importa se il servizio è una disciplina o no; saremo disposti a servire e felici di farlo in qualunque situazione e con qualsiasi mezzo Egli ci indichi, non importa se emozionante e straordinario oppure banale.
Quando Gesù lavò i piedi dei suoi discepoli, fece il lavoro di uno schiavo. Ai suoi giorni, soltanto il più umile degli schiavi lavava i piedi di chi arrivava a casa di qualcuno. Quella sera, nella sala di sopra, Gesù —che aveva guarito folle di ammalati, scacciato demoni, calmato tempeste e camminato sulle acque— s’inginocchiò e lavò i piedi sporchi delle persone che amava e serviva.
Così, dopo aver lavato i piedi, riprese le sue vesti, si mise di nuovo a tavola e disse loro: “Comprendete quello che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Io infatti vi ho dato l’esempio, affinché come ho fatto io facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: Il servo non è più grande del suo padrone, né il messaggero più grande di colui che l’ha mandato. Se sapete queste cose, siete beati se le fate”.—Giovanni 13,12-17
Gesù spiegò che qualunque sia la nostra situazione spirituale, la nostra posizione lavorativa, la nostra ricchezza, o qualsiasi altra cosa noi o altri possiamo pensare che ci renda superiori agli altri, sono tutte cose da accantonare per servire gli altri. Quando Giacomo e Giovanni chiesero di avere una posizione di autorità sugli altri, Gesù disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti i sovrani delle nazioni le signoreggiano, e i loro grandi esercitano dominio su di esse; ma tra voi non sarà così; anzi chiunque vorrà diventare grande tra voi, sarà vostro servo; e chiunque fra voi vorrà essere il primo, sarà schiavo di tutti”.9 Gesù sposta l’attenzione dalle posizioni o dall’autorità e fa notare che agli occhi di Dio la grandezza sta nel servire Dio e gli altri per amore, umiltà, gratitudine e per il perdono ricevuto.
Il servizio svolto per amore per Dio e gli altri non cerca ricompense esteriori. Non esige che gli altri lo sappiano. Non cerca l’applauso o la gratitudine. Si accontenta di essere svolto in modo invisibile e in umiltà. Non fa distinzioni tra servizio “piccolo” o “grande”, perché tutti nascono dalla stessa motivazione. L’enfasi non è sui risultati. Non si aspetta nemmeno che la persona servita contraccambi. Il piacere sta nel servizio stesso. Non fa discriminazioni; non cerca di servire i ricchi e i potenti, ma chiunque ne abbia bisogno — e spesso si tratta degli umili e dei vulnerabili. È svolto fedelmente a prescindere dai sentimenti: non è influenzato da umori o capricci. Al contrario, li controlla e risponde ai bisogni. Si prende cura delle esigenze degli altri senza pretese.10
Comincia con un atteggiamento servizievole. È il desiderio di servire, di aiutare quando e dove è necessario. Vuol dire dare una mano quando è necessario. Vuol dire usare i nostri talenti e i doni dello Spirito per aiutare in ogni modo possibile quando si presenta un bisogno.
“Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo”.11 L’amore si adempie quando portiamo le ferite e le sofferenze di un altro, piangendo con chi piange, specialmente con chi sta viaggiando nella valle dell’ombra della morte. Possiamo porre le pene e i dolori degli altri nelle braccia forti e tenere di Gesù.
Gesù disse: “Io sono in mezzo a voi come colui che serve”.12 Se desideriamo diventare più simili a Cristo, allora impegnarci a servirci gli uni gli altri con amore e umiltà come fece Lui e imparare a farlo, sono una disciplina che vale la pena di praticare.
Pubblicato originariamente in inglese nel settembre 2014.
Adattato e ripubblicato il 15 ottobre 2018.
1 Filippesi 2,6–7.
2 Matteo 5,16.
3 Punti tratti da: Donald S. Whitney, Spiritual Disciplines for the Christian Life (Colorado Springs: Navpress, 1991), 117–122.
4 1 Samuele 12,24.
5 Salmi 100,2.
6 Isaia 6,7–8.
7 Giovanni 13,14–15.
8 Matteo 22,37–39.
9 Marco 10,42–44.
10 Richard J. Foster, Celebration of Discipline (New York: HarperOne, 1998), 129–30.
11 Galati 6,2.
12 Luca 22,27.