Celebrazioni

Aprile 11, 2019

Peter Amsterdam

[Celebration]

La disciplina spirituale della celebrazione è collegata intrinsecamente alla gioia che viene dal dimorare nella Parola di Dio e seguirla. Comincia con l’accettare ciò che la Bibbia insegna sulla salvezza e sulla redenzione: che è un dono di Dio, reso disponibile a noi mediante la fede in Gesù come nostro Salvatore, cosa che ci rende giusti agli occhi di Dio. La salvezza ci apre un rapporto con Lui e fa dimorare in noi la sua presenza.

Nel suo libro The Spirit of the Disciplines [Lo Spirito delle discipline], Dallas Willard ha scritto: “Ci impegniamo nella celebrazione quando godiamo di noi stessi, della nostra vita e del nostro mondo in relazione alla nostra fede e alla nostra fiducia nella grandezza, nella bellezza e nella bontà di Dio. Ci concentriamo sulla nostra vita e sul nostro mondo come su un’opera divina e un dono ricevuto da Lui”.1

La celebrazione come disciplina s’incentra su un festeggiamento interiore ed esteriore direttamente collegato alle benedizioni di Dio e alla sua interazione con noi. Vuol dire festeggiare gli avvenimenti importanti per quel che riguarda l’amore, le attenzioni e le benedizioni divine, sia fisiche che spirituali.

Pratichiamo la disciplina della celebrazione interiormente quando dedichiamo tempo alla riflessione sulla presenza di Dio nella nostra vita, quando riconosciamo che ogni giorno è un dono elargito dalle sue mani. Riconosciamo che il mondo in cui viviamo, la bellezza che vediamo, il cibo che mangiamo, le amicizie di cui godiamo e tutte le benedizioni che abbiamo, vengono dalle mani di Dio. Ci rallegriamo nella consapevolezza della nostra salvezza e troviamo gioia nel condurre una vita in sintonia con lo Spirito di Dio.

Viviamo con la pace nel cuore, sapendo che Dio si prenderà cura di noi, che ci darà “ogni giorno il nostro pane quotidiano” e che i nostri bisogni saranno soddisfatti; che Gesù ci ha dato la pace affinché non siamo turbati né sgomentati,2 e affinché la pace custodisca i nostri cuori e le nostre menti.3 Riconosciamo che anche nei momenti difficili, anche in quelli più bui, possiamo lo stesso avere la pace della presenza di Dio e della consapevolezza che, per quanto ardue possano essere le cose, siamo al sicuro all’ombra delle sue ali.

La nostra celebrazione interiore, basata sulla fede, sulla pace e sulla forza che abbiamo in Dio, produce anche una celebrazione esteriore. Uno dei modi principali per celebrare la pace e la gioia che proviamo è mediante il culto a Dio, lodandolo con parole, canzoni, musica e danza, alzando le braccia e facendo qualsiasi cosa ci possa aiutare a gioire delle sue benedizioni. Celebriamo esteriormente anche quando ci uniamo ad altri – familiari, amici o credenti – per commemorare le gioie, le vittorie e le tappe importanti della nostra vita. Dedichiamo del tempo a festeggiare le benedizioni che ha dato a noi e agli altri, i risultati, il completamento di progetti importanti, un nuovo lavoro, il superamento di esami, la salvezza di anime. Quando facciamo festa in famiglia – come per compleanni e anniversari, matrimoni o la nascita di un figlio o una figlia – approfittiamo di queste opportunità sia per celebrare l’evento, sia per dimostrare gratitudine a Dio. Le feste religiose possono avere un significato ancora più profondo come disciplina quando ci concentriamo sul significato spirituale e personale degli eventi celebrati.

Tutti affrontiamo prove, tribolazioni e difficoltà che a volte ci fanno pensare troppo alle nostre sofferenze, alle preoccupazioni, alle paure e alla tristezza della lotta. La celebrazione è il riconoscimento che ogni vita ha un periodo di difficoltà, ma anche periodi di gioia e felicità. È importante per la nostra fede rallegrarci e celebrare la bontà di Dio nei confronti nostri e degli altri, indipendentemente dal periodo che stiamo affrontando.

L’apostolo Paolo scrisse: “Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”.4

Ciò non significa che non dobbiamo agire, ma che dobbiamo presentare i nostri bisogni e le nostre preoccupazioni a Dio in preghiera; e che, così facendo, confidiamo nel suo amore e nella sua attenzione invece di preoccuparci. Quando abbiamo quella fiducia, proviamo dentro di noi una pace priva di ansie, perché non portiamo il peso della paura e della preoccupazione.

Paolo continua consigliandoci di fissare la nostra mente sulle cose che sono degne di lode, perché, quando lo faremo, la pace di Dio sarà con noi: “Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi”.5

Scegliere di soffermarsi sulle cose che sono eccellenti, buone e degne di lode è un atto di volontà che richiede uno sforzo consapevole — in breve, è una disciplina. Anche scegliere di confidare in Dio e non preoccuparci, avendo fiducia che si prenderà cura di noi e agirà di conseguenza, è un atto di volontà. Queste scelte fanno parte della disciplina della celebrazione. Questa disciplina implica lo sforzo di scegliere un modo di pensare e di vivere che è in linea con la Parola di Dio e che finirà per renderci felici. Con questo senso di gioia e questo festeggiamento nel nostro cuore, manifestiamo la gioia del Signore nelle nostre azioni e nei nostri atteggiamenti. Apprezziamo la vita perché in essa vediamo la mano di Dio e sappiamo che è una benedizione che viene da Lui. Possiamo apprezzare il buon cibo, il vino, la bellezza, le arti, la musica, l’umorismo, i divertimenti e gli svaghi sani. Possiamo provare piacere nelle bellezze del mondo e di tutto ciò che Dio vi ha messo. Celebriamo queste cose perché sappiamo che vengono da Dio.

Come cristiani, possiamo essere le persone più allegre del mondo, perché siamo salvi, abbiamo lo Spirito di Dio dentro di noi e alcune delle manifestazioni della presenza dello Spirito nella nostra vita sono amore, gioia e pace.6 L’amore e la gioia di Dio, insieme alla pace che ci è disponibile attraverso la salvezza, ci rendono felici, liberi, vivi e capaci di goderci Dio e gli altri. Dovremmo emanare questa gioia e condividerla con altri. La nutriamo e la rafforziamo quando leggiamo, studiamo e mettiamo in pratica la Parola di Dio, quando ci prendiamo del tempo da soli con Lui in silenzio, quando confessiamo i nostri peccati e quando scriviamo e ripassiamo le cose meravigliose che gli vediamo fare. La esprimiamo mediante le nostre preghiere, la lode, il culto e la fratellanza; la condividiamo nel nostro servizio a Lui e quando parliamo agli altri della salvezza.

Quando rafforziamo la nostra fiducia in Dio e cresciamo nella fede, proviamo una pace interiore più grande, e questo causa una gioia costante. Quando discipliniamo noi stessi a restare nella gioia di Dio confidando in Lui, gettando su di Lui nostri pesi, amandolo e rallegrandoci nel suo amore per noi, diventiamo cristiani felici che celebrano Dio in ogni aspetto della loro vita. Dovremmo essere tutti così, perché è quello il tipo di cristiano che risplende come una città posta in cima a un monte, per la gloria di Dio.

Pubblicato originariamente in inglese nel settembre 2014.
Adattato e ripubblicato il 24 settembre 2018.


1 Dallas Willard, The Spirit of the Disciplines (New York: HarperOne, 1988), 179.

2 Giovanni 14,27.

3 Filippesi 4,7.

4 Filippesi 4,4; 6–7 NR.

5 Filippesi 4,8–9.

6 Galati 5,22–23 NR.

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