Dan Weaver-White
Ogni anno, mentre ci prepariamo per il Giorno del Ringraziamento,[1] ci ritroviamo a usare parole come grato e riconoscente. Sembrano uscire dalla nostra bocca con grande facilità, come se le usassimo ogni singolo giorno. C’è qualcosa di speciale, nel preparare la cena più grande dell’anno e riunirsi con amici e parenti, che riporta alla mente quelle parole. Quando ci riuniamo per il Ringraziamento, molti di noi raccontano agli altri tutte le benedizioni che ricevono nella vita. Ogni persona intorno alla tavola elenca a turno le cose di cui è grato. A scuola incoraggiamo i nostri studenti a spiegare le cose di cui sono grati; nelle nostre chiese cantiamo e raccontiamo testimonianze di tutte le benedizioni che abbiamo ricevuto da Dio. Sembra quasi che non sarebbe un vero Ringraziamento, se non facessimo questo rituale annuale.
Essere grati durante la festa del Ringraziamento è molto importante, ma spesso, una volta mangiato il tacchino, tagliata la torta di zucca e lavati i piatti, torniamo a non essere grati come sappiamo che dovremmo essere. Non che non abbiamo cose di cui essere grati, ma la normalità della vita e le cose negative del mondo ricominciano in fretta ad appesantirci e ci ritroviamo a concentrarci di più sul lato negativo associato a questo mondo che al lato positivo.
Avere un cuore grato ed essere riconoscenti per tutto ciò che abbiamo non dovrebbe essere una cosa da fare solo un paio di volte l’anno. Dovrebbe essere un modo di vita per tutti. Quando abbiamo un cuore grato, c’è più pace nella nostra vita. Quando abbiamo un cuore grato, c’è meno negatività nella nostra vita e vediamo gli avvenimenti e le situazioni sotto una luce diversa. Quando viviamo con un cuore grato, ci sentiamo più leggeri e più felici. Sentiamo che la vita ha un significato e che possiamo superare ogni ostacolo che si presenta.
So che anche nella mia vita ci sono stati momenti in cui mi è stato difficile pensare a qualcosa di cui essere grato, ma adesso, ripensando ai punti bassi che ho vissuto, riesco a vedere che ci sono indubbiamente molte cose di cui esserlo. Se non dovessero servire ad altro, i punti bassi della vita ci insegnano per lo meno quante sono le cose di cui dovremmo essere grati. Ovviamente questi punti bassi molte più cose da insegnarci; per esempio, ad avere fede, a essere forti e ad appoggiarci a Dio. Ci mostrano che Dio fa ancora miracoli e risponde ancora alle preghiere; e ben presto ci rendiamo conto che se non avessimo attraversato quegli avvallamenti, non avremmo tutte le benedizioni che abbiamo adesso.
Come tanti altri anch’io diventi più riflessivo in questo periodo dell’anno e mi sono ritrovato sempre di più a essere grato per i punti bassi della mia vita. Quando ci ritroviamo per il Ringraziamento, scopriamo di essere grati per le stesse cose, anno dopo anno. Le cose che elenchiamo sono importantissime e certamente sono benedizioni divine di cui dovremmo essere grati, ma forse dovremmo provare a fare qualcosa di un po’ diverso quest’anno.
Forse, oltre a recitare il nostro solito elenco di cose di cui siamo grati, dovremmo riflettere di più sulle cose che non ci sono sembrate benedizioni quando sono successe. Forse dovremmo dire che siamo grati per gli avvallamenti e i momenti turbolenti della vita. Forse dovremmo dire che siamo grati per il dolore che abbiamo sofferto quest’anno, che sia stato fisico, mentale o emotivo. Forse dovremmo elencare come benedizioni tutte le volte in cui ci siamo sentiti scoraggiati o depressi quest’anno. Credo che, se lo facessimo tutti, capiremmo fino a dove siamo arrivati proprio grazie a quelle difficoltà. Credo che vedremmo fino a che punto Dio era con noi in quei momenti; e credo che anche gli altri comincerebbero a vedere i loro problemi in maniera molto diversa. Quando vedranno che possiamo essere realmente grati per i punti bassi della nostra vita, cominceranno a vedere in maniera diversa anche le loro.
Siamo stati chiamati tutti a illuminare il mondo. Siamo stati chiamati tutti a far vedere che tipo di miracoli Dio è in grado di fare. Parlare delle nostre difficoltà ed essere veramente grati di averle avute è uno dei tanti modi in cui possiamo rispondere alla nostra chiamata. Essere grati per le difficoltà della vita e renderci conto che con l’aiuto di Dio possiamo superarle ed diventare persone migliori e più forti proprio a causa loro, ci aiuterà a vivere ogni giorno con un cuore grato. Arriveremo a raccontare di cosa siamo grati, non solo nel Giorno del Ringraziamento, ma ogni singolo giorno in cui viviamo. Essere grati e vivere con un vero atteggiamento di riconoscenza porterà ad avere pace, e la pace è importante.
http://www.peace-matters.com/blog-native/2015/11/25/a-thankful-heart-a-thanksgiving-message
Pubblicato in inglese sull’Ancora il 21 novembre 2018.
[1] Il Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving) è una festa di origine cristiana osservata negli Stati Uniti il quarto giovedì di novembre, in segno di gratitudine verso Dio per il raccolto e per quanto ricevuto durante l'anno trascorso. In Italia esiste una Giornata Nazionale del Ringraziamento, che ha le sue origini nel 1951 su iniziativa della Coldiretti ed è osservata la seconda domenica di novembre di ogni anno. [NdT]