Il paradiso, l’inferno e gli stati intermedi

Agosto 22, 2018

David Brandt Berg

[Heaven, Hell, and In Between]

Come Cristiani, sappiamo di non essere salvati dalle buone azioni e dalle opere giuste che facciamo, ma dall’amore e dalla misericordia di Dio. Lui mandò suo Figlio, Gesù Cristo, a morire sulla croce, soffrendo per i nostri peccati; se crediamo in Gesù e lo accogliamo nel nostro cuore, siamo perdonati. Come promette Giovanni 3,36: “Chi crede nel Figlio ha (possiede adesso) la vita eterna”.

A proposito di chi rifiuta caparbiamente la buona notizia dell’amore di Dio, Gesù ha detto: “Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno”.[1] Ma la domanda che ha turbato molti sinceri Cristiani e molti studiosi della Parola di Dio nel corso dei secoli è stata: “Ma che dire delle persone che non hanno mai ascoltato la Buona Novella, che non hanno mai sentito il nome di Gesù? Come può un Dio d’amore spedirle nel tormento eterno dello stagno di fuoco e zolfo, se non hanno mai nemmeno avuto un’opportunità di ascoltare il Vangelo o di sapere come ottenere la salvezza?

“E che dire degli incalcolabili milioni di persone di varie religioni che sono abbastanza virtuose e cercano di fare del loro meglio e vivere in accordo con la luce a loro disposizione? Come può Dio mandarle all’inferno solo perché non hanno mai ascoltato o capito il Vangelo o l’amore di Dio, in modo da voler ottenere la salvezza? Saranno mandate a un tormento eterno nelle fiamme dell’inferno, anche se erano persone dolci e buone che cercavano di fare del loro meglio per adorare Dio e compiacerlo, anche se non hanno mai veramente conosciuto Lui o la sua Parola e la sua verità?”

Sono personalmente convinto, dopo uno studio approfondito delle Scritture, che Dio ha preparato qualche altra misura per le persone che non sanno, non sono state evangelizzate e non hanno mai udito il Vangelo di Gesù Cristo. Dio avrà misericordia di loro e concederà loro un’opportunità. Se non hanno mai avuto l’opportunità di ascoltare e credere nel Vangelo in questa vita, allora il Signore farà in modo che ricevano la loro prima opportunità nella prossima. Potreste chiedere: “Ma come possono credere nel vangelo all’inferno?”

Potrebbe sorprendervi sapere che delle ventidue volte che la parola che indica l’”inferno” è menzionata nel Nuovo Testamento, solo undici volte si tratta della parola originale “geenna”, il lago di fuoco. Le altre undici volte la parola utilizzata era “Ades”, che letteralmente significa “lo stato invisibile” o “il mondo invisibile”.

“Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio”.[2] Ma quando avviene questo giudizio? Apocalisse 20,5.11-15 afferma chiaramente che i morti non salvati saranno risuscitati e giudicati solo alla fine del Millennio. E allora dove resteranno in attesa fino a quel momento? Apocalisse 20,13 ci dà la risposta: “Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere”. L’Ades, dunque, sarebbe uno stato di attesa in cui gli spiriti dei morti non salvi aspettano di essere giudicati e mandati alla loro destinazione finale. Questo succederà solo al momento del Giudizio del Grande Trono Bianco, alla fine del Millennio.

Ecco la domanda successiva: se quelli che non hanno mai ascoltato il Vangelo sono in attesa del loro giudizio finale nel mondo dello spirito, possono credere in Gesù mentre sono lì, dopo essere morti, e ricevere da Lui il perdono dei peccati ed essere salvati e liberati? Se uno dovesse scegliere il momento migliore per credere, sarebbe proprio quando si risveglia nell’aldilà e scopre di essersi sbagliato di grosso e che Gesù è la verità! A quel punto crederebbero senz’altro, se qualcuno soltanto glielo dicesse. Alcuni però insistono che, una volta che un povero peccatore perduto è morto, il suo “momento di grazia” è passato e lui non può più credere alla verità e salvarsi, neanche se volesse.

Se non ci fosse veramente la speranza che si salvassero, allora perché Gesù stesso, dopo aver passato tre giorni e tre notti nel cuore della terra tra il momento della crocifissione e la risurrezione, passò il suo tempo a “predicare agli spiriti trattenuti in carcere”,? 1 Pietro 3,18-20 dice: “Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere, che una volta furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, al tempo di Noè”.

Poi 1 Pietro 4,5-6 continua dicendo: “Dio è pronto a giudicare i vivi e i morti. Infatti per questo è stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti; affinché fossero giudicati nella carne secondo gli uomini, ma vivessero nello Spirito secondo Dio”. Gesù passò tre giorni nel ventre della terra, dov’erano incarcerati gli spiriti disubbidienti dei morti non salvi, e “annunciò il vangelo anche a loro”. Vangelo vuol dire “buona notizia”, la buona notizia della salvezza.

Se non fosse possibile per i morti credere ed essere salvati, perché il Figlio di Dio in persona andò a predicare loro? Perché annunciò loro il vangelo e disse loro come salvarsi, se per loro non era possibile pentirsi dei propri peccati, ricevere il perdono e la salvezza ed essere liberati dalla prigionia?

Perché predicò loro il Vangelo? Solo tanto per informarli, così che potessero essere ancora più infelici per il resto dell’eternità in un carcere spirituale eterno? Secondo le Scritture, secondo la Parola di Dio, Gesù annunciò loro il Vangelo. Tutti i milioni di persone che erano vissute prima dell’arrivo di Gesù e che non avevano mai saputo come ottenere la salvezza, ricevettero l’opportunità di ascoltare il Vangelo da Gesù stesso. Ed è mia convinzione personale che, se lo accettarono e ci credettero, furono perdonati per i loro peccati e liberati dal loro carcere.

La Parola di Dio indica che avranno l’opportunità di ricevere la verità fino al giudizio finale dei non salvi, davanti al Grande Trono Bianco. Come dice Apocalisse 20,12.15: “E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco”. (Ricordate, il Giudizio del Grande Trono Bianco è solo per chi non si è salvato in questa vita. Quelli che hanno ricevuto Gesù in questa vita a quel punto sono già stati rapiti e portati in cielo durante la seconda venuta di Cristo, mille anni prima di questo giudizio finale.)

Dice che se non furono trovati scritti nel Libro della vita furono gettati nell’inferno. Chiaramente, dunque, alcuni furono trovati scritti nel Libro della Vita al momento di questo giudizio finale. Se nel libro non ci fosse scritto nessun nome, perché tirarlo fuori? Perché non buttarli tutti dritto nel fuoco dell’inferno?

Chiaramente ci son due gruppi di persone che risorgono per affrontare il giudizio finale: quelle i cui nomi sono scritti nel Libro della Vita e le altre. Quelle i cui nomi sono scritti nel Libro della Vita potrebbero essere quelle morte senza essersi salvate, ma che si sono pentite dei loro peccati e sono giunte al Signore nel mondo dello spirito. Naturalmente i reprobi assoluti che non hanno intenzione di pentirsi e di ricevere la verità saranno spediti all’inferno. Ma quelli i cui nomi sono trovati scritti nel Libro della Vita al momento del Giudizio del Grande Trono Bianco? Dove vanno a finire?

I capitoli 21 e 22 dell’Apocalisse ci insegnano che solo i salvi che credono in Gesù per fede vivono all’interno della Nuova Gerusalemme, l’eterna città celeste dei beati; ma ci sono anche altre persone che vivono fuori dalla città su un bella terra nuova. Dice che “i re della terra porteranno la loro gloria e onore” nella città.[3] Chi sono questi “re della terra”, se le uniche persone in giro sono quelle che si sono salvate in questa vita e che quindi vivranno felici nella città celeste, oppure quelle che non si sono salvate in questa vita e quindi saranno dannate in eterno?

Apocalisse 22,2 dice che nella città c’è “l’albero della vita… e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni”. Quali nazioni avranno bisogno di guarigione? Nessuno dei salvi risorti nei loro corpi immortali avrà bisogno di guarigione, perché apocalisse 21,4 promette che per noi “non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore”. Chi sono queste nazioni che hanno bisogno di guarigione?

Ovviamente si riferisce a questi re e a queste nazioni all’esterno della città, una classe di persone che non erano abbastanza malvagie da andare all’inferno, nello stagno di fuoco, ma non sono la Sposa di Cristo, credente e nata di nuovo, che sono le persone che hanno il diritto di entrare a godersi la città celeste. I re e le loro nazioni sono le persone che a quanto pare non hanno ancora ricevuto Gesù e il suo dono della salvezza, ma che Dio ha misericordiosamente risparmiato dall’inferno, dando loro l’opportunità di imparare a conoscere Lui e il suo amore sulla splendida nuova terra.

Perfino fuori dalla città celeste ci sarà un vero e proprio paradiso, come il Giardino dell’Eden; chi finirà lì lo riterrà un vero paradiso terrestre e sarà molto grato a Dio per la sua misericordia. Queste persone avranno anche dovuto aspettare a lungo nel mondo dello spirito, prima, ma alla fine saranno liberate; saranno grate per l’amore e la misericordia del Signore quando noi, i figli di Dio salvati, usciremo dalla città per assisterli con le foglie guaritrici dell’albero della vita.

Se poi quegli altri finiranno all’inferno, sarà perché hanno fatto sforzi d’ogni tipo per arrivarci, nonostante tutto quello che Dio può aver fatto per tenerceli fuori. Avranno insistito ad andare all’inferno nonostante ogni misericordiosa opportunità che Dio ha dato loro di salvarsi e pentirsi.

Tutti quelli hanno ricevuto l’amore e il perdono di Dio mediante suo Figlio Gesù Cristo sono salvi e alla loro morte andranno in cielo. Non dovrete aspettare mille anni nel mondo dello spirito prima che il vostro destino sia stabilito. E tu non preferiresti essere uno dei salvati che vivono con Dio stesso nella bellezza indescrivibile della città celeste, la Nuova Gerusalemme, godendosi tutti i piaceri del paradiso? Dio ti benedica con la sua salvezza eterna. Nel nome di Gesù, amen.

Adattato dagli scritti di David Brandt Berg.
Pubblicato originariamente su
Il tesoro nel 1987. Adattato e ripubblicato il 26 febbraio 2018.


[1] Giovanni 12,48 NR.

[2] Ebrei 9,27 NR.

[3] Apocalisse 21,24 NR.

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