Peter Amsterdam
Nei racconti del Vecchio Testamento, lo Spirito di Dio in genere non dimorava permanentemente nelle persone. Con la morte, la risurrezione e l’ascensione al cielo di Gesù, ciò cambiò drasticamente. Il giorno della Pentecoste, lo Spirito Santo entrò nella vita dei singoli credenti, dando loro potenza, e rimase con loro.
Il Vangelo di Luca spiega che Gesù disse ai suoi discepoli che avrebbe mandato loro la promessa del Padre.[1] Nel libro degli Atti, Luca afferma che questa promessa era la discesa dello Spirito Santo e che avrebbero ricevuto potenza quando lo Spirito fosse disceso su di loro.[2]
Questo fatto stupefacente avvenne dieci giorni dopo, durante la festa ebraica delle Settimane [o della Messe, o delle Primizie], nota agli Ebrei giudei come Shavu’ot e a quelli ellenistici (o greci) come Pentecoste, così chiamata perché cadeva nel cinquantesimo giorno [dopo la Pasqua. Shavu’ot celebra il periodo dell’anno in cui venivano colte e portate al tempio le primizie del raccolto; commemora anche il ricevimento della Torah sul Monte Sinai.
La crocifissione di Gesù ebbe luogo prima della Pasqua e lo Spirito Santo discese cinquanta giorni dopo, nel giorno della Pentecoste. Poiché era una delle feste ebraiche principali, a Gerusalemme si riunivano Ebrei e convertiti al giudaismo provenienti da tutto il mondo conosciuto.
Il libro degli Atti racconta cosa avvenne in quel momento importantissimo:
Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. E all'improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi. —Atti 2,1-4
Come era stato promesso, lo Spirito di Dio si riversò sui discepoli e immediatamente essi ricevettero una potenza che diede il via alla loro missione di raggiungere il mondo con il Vangelo.[3]
Nel libro degli Atti ci sono altri cinque racconti di come lo Spirito Santo riempì i credenti. Alcune di queste storie parlano di un’infusione iniziale dello Spirito, mentre altre indicano un’infusione successiva di persone che lo avevano già ricevuto.
Quando Pietro e Giovanni andarono al tempio e guarirono lo storpio, una grande folla si riunì ad ascoltare la predica di Pietro, che portò alla conversione di cinquemila persone. Pietro e Giovanni furono arrestati, interrogati e minacciati dal sommo sacerdote, da suo suocero e da altri personaggi religiosi. In seguito incontrarono altri credenti e raccontarono loro ciò che era successo e tutti si rallegrarono in preghiera con loro. Dopo che ebbero pregato, “il luogo dove erano radunati tremò; e furono tutti ripieni di Spirito Santo, e annunziavano la parola di Dio con franchezza”. [4]
Qui si vedono dei credenti, che erano già salvati e avevano già ricevuto lo Spirito Santo, essere nuovamente riempiti dello Spirito Santo, ricevendo una potenza addizionale per continuare a testimoniare con franchezza, cioè con coraggio.
Un altro momento in cui lo Spirito fu dato ai credenti avvenne dopo il martirio di Stefano. In quel tempo i credenti a Gerusalemme subirono una grande persecuzione, anche da parte del fariseo Saulo, che in seguito divenne l’apostolo Paolo. Filippo, uno degli uomini che in precedenza erano stati scelti come diaconi, partì da Gerusalemme per andare in Samaria.[5] Predicò il Vangelo, scacciò spiriti impuri e guarì paralitici e storpi. Ciò causò molta gioia e portò al battesimo di molti uomini e molte donne.[6]
I Giudei non consideravano ebrei i Samaritani, perché discendevano dalle dieci tribù d’Israele che settecento anni prima erano state sconfitte e deportate in altri paesi dagli Assiri. Gli Assiri avevano ripopolato il paese con altre popolazioni che si erano poi unite in matrimoni misti con il resto degli Ebrei lasciati in Samaria. Per questo i Samaritani non erano considerati Ebrei puri. Fino a quel momento i discepoli avevano predicato solo ad altri Ebrei; così quando gli apostoli udirono che tra i Samaritani stavano cominciando a esserci dei credenti, mandarono Pietro e Giovanni a osservare la situazione. Durante quella visita, i Samaritani appena salvati ricevettero lo Spirito Santo.[7]
In questo caso, alcuni non-ebrei che si erano salvati non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo, ma lo fecero quando gli apostoli imposero le mani su di loro.
L’esempio successivo di discesa dello Spirito Santo fu quando Saulo, il persecutore della prima chiesa, fu fronteggiato da una luce proveniente dal cielo e Gesù si rivolse a lui, chiedendogli perché lo perseguitasse. Saulo perse la vista e, seguendo le istruzioni di Gesù, passò tre giorni a Damasco.[8]
Il Signore parlò a un discepolo di nome Anania, dicendogli di andare nella casa di Giuda, nella strada detta Diritta, dove avrebbe incontrato Saulo. Anania manifestò la propria preoccupazione, perché sapeva che Saulo perseguitava i cristiani, ma gli fu detto che invece era uno strumento scelto che avrebbe portato il nome di Gesù alle genti (i Gentili, le popolazioni non-ebraiche), ai re e ai figli d’Israele. Anania fece come gli era stato detto.[9]
In questo caso, un nemico dei cristiani è convertito e poi riempito dello Spirito Santo quando un discepolo gli impone le mani e prega per lui.[10]
In Atti, capitolo 10, i versetti da 1 a 16 raccontano che Pietro ebbe tre volte la stessa visione di animali, rettili e uccelli che secondo la legge mosaica erano impuri e non potevano essere mangiati. Ode una voce che gli dice di “ammazzare e mangiare” gli animali. Pietro obietta, ma la voce gli dice: “Le cose che Dio ha purificate, tu non farle impure”.
Subito dopo queste visioni, arrivarono alcuni uomini mandati da Cornelio, un centurione romano timoroso di Dio, che gli chiesero di andare a casa sua. Per un Ebreo, entrare nella casa di un non-ebreo significava diventare ritualmente impuro, così per Pietro sarebbe stato contrario alla legge entrare in quella casa. Comunque, a causa della visione, Pietro comprese che Dio gli aveva rivelato di andarci e che gli “impuri” dovevano essere considerati puri. Così lui andò, entrò nella casa di Cornelio e spiegò la buona notizia che Gesù e lo Spirito Santo erano disponibili a tutti gli abitanti della casa che avrebbero ricevuto il messaggio.
Cornelio e gli altri, tutti Gentili, credettero al messaggio che Pietro aveva dato loro e di conseguenza ricevettero il dono dello Spirito Santo.[11] In questa situazione alcuni Gentili ricevettero lo Spirito Santo nel momento in cui credettero in Gesù.
Il quinto caso di persone che ricevettero lo Spirito Santo ha a che fare con dodici discepoli di Giovanni Battista a Efeso. Quando l’apostolo Paolo giunse a Efeso, incontrò alcuni discepoli di Giovanni Battista. Paolo chiese loro se avessero ricevuto lo Spirito Santo, al che quelli risposero che non ne avevano mai nemmeno sentito parlare. Paolo parlò loro di Gesù ed essi credettero.
Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù. E, quando Paolo impose loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro e parlavano in altre lingue e profetizzavano. Or erano in tutto circa dodici uomini. —Atti 19,1-7
Questi racconti nel libro degli Atti parlano di uno Spirito che scende in diverse situazioni su persone diverse, Ebrei e Gentili, vecchi e giovani, maschi e femmine, padroni e servitori. Certamente nella casa di Cornelio, nel gruppo di credenti con cui Pietro e Giovanni avevano pregato e tra i centoventi nella sala di sopra, dovevano esserci uomini e donne, servitori e persone d’ogni età, proprio come aveva predetto il profeta Gioele.[12]
L’effusione dello Spirito Santo sulla gente normale non è una cosa limitata alla prima chiesa. Da quell’epoca, lo Spirito di Dio ha dimorato in innumerevoli credenti in tutti i secoli. In contrasto con la presenza dello Spirito soltanto in poche persone nel Vecchio Testamento, dal giorno della Pentecoste lo Spirito è stato e continua a essere riversato su tutti i credenti, e tutti noi riceviamo la bellissima “promessa del Padre”.
Pubblicato originariamente in inglese nel maggio 2013.
Adattato e ripubblicato il 20 novembre 2017.