Guardi il fango o osservi le stelle?

Maggio 23, 2018

Compilazione

[Are You a Mud Viewer or a Star Gazer?]

Tutti noi a volte ci compiangiamo da soli e ci scoraggiamo perché non siamo quello che vorremmo o non ci troviamo nel posto in cui vorremmo essere nella vita. Vediamo altri che sembrano avere tutto sotto controllo e pensiamo semplicemente di non essere abbastanza bravi.

Sorprendentemente, per quanto sentirsi così possa essere umano, è una strada molto pericolosa da seguire e può influenzare i nostri rapporti con gli altri e con il Signore. Dato che Dio ci ha creato, quando ci soffermiamo su ciò che non ci piace di noi stessi, è come dire a Dio che non ha fatto un buon lavoro e che ci ha deluso.

È una trappola di negativismo in cui è facile cadere; ma sappiamo anche che c’è un modo per liberarcene, anche se ci siamo caduti profondamente.

C’è un vecchio detto che dice: “Due uomini guardano attraverso le stesse sbarre. Uno vede il fango, l’altro vede le stelle”. Guardano la stessa scena, ma si concentrano su due parti diverse. Quando guardiamo noi stessi, possiamo scegliere su che cosa concentrarci: il bene o il male.

Avere autostima non vuol dire pensare di essere perfetti o migliori degli altri; è un atteggiamento molto diverso. Per me, autostima significa semplicemente sapere quanto Dio ti ama, che ti ha fatto per un motivo e che ha un piano per te. Mi è sempre piaciuto il versetto in cui Re Davide loda il Signore perché è stato “fatto in modo stupendo”.[1]

Anche se non ti piacciono alcune parti di te, puoi scegliere di concentrarti sulle cose buone che hai e scegliere di confidare che Dio sapeva cosa stava facendo quado ti ha creato così come sei.

In Efesini leggiamo: “Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo”. Un’altra parola per “opera” è “capolavoro”, il che prova che non sei un prodotto fatto in serie, sei davvero unico!

Ogni volta che mi sento scoraggiato con me stesso o le circostanze in cui mi trovo, mi ricordo il versetto: “Essendo convinto di questo, che colui che ha cominciato un'opera buona in voi, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”.[2] Poi penso: Forse il Signore non ha ancora finito con me!

Immagina se un artista fosse impegnato a lavorare su un dipinto complesso e quel dipinto pensasse di non essere abbastanza bello o fatto bene e decidesse di andarsene. L’artista direbbe: “Ehi! Non ho ancora finito! Abbi un po’ di pazienza!” E poiché tutti sappiamo che Dio è l’artista supremo, non ci deluderà e tutto finirà per aver senso e andar bene.

Scegliere di riconoscere le tue benedizioni e concentrarti sul bene che riguarda te e la tua vita cambierà il modo in cui vedi il mondo – e sorprendentemente può cominciare a cambiare anche il modo in cui il mondo vede te. —Tina Kapp [3]

Dio crede in te

La Bibbia racconta una storia in cui Gesù ritorna nel suo paesino natale. Penso che sia una delle storie più tristi della Bibbia. La troviamo più o meno riassunta nell’ultimo versetto del capitolo: “Ed egli non fece lì molte opere potenti, a causa della loro incredulità”.[4]

Era gente che conosceva Gesù. L’avevano visto crescere e immagino che non si aspettassero molto da Lui. Così, quando si presentò dopo aver fatto miracoli e cose del genere, non riuscivano a crederci. “Non è costui il figlio del falegname?” si chiedevano.[5] A me sembra che volessero dire: “Conosciamo già questo tipo. È solo un falegname – non è possibile che faccia qualcosa di grande. Non è che sia il figlio di Dio o roba del genere”.

Nello stesso modo in cui quelle persone non credevano in Gesù e nei suoi poteri, anche noi possiamo mancare di fede in noi stessi e in come Gesù può operare attraverso di noi. Spesso siamo limitati dalla nostra stessa incredulità. Ci ostacoliamo da soli a causa della nostra negatività. Poiché non crediamo di poter fare certe cose, spesso non ci proviamo nemmeno.

Ho sentito storie di persone che sono riuscite ad avere dei lavori fantastici – lavori per cui non erano tecnicamente qualificate – semplicemente perché erano disposte a provarci. Un uomo ha trovato un lavoro come tecnico, lavorando con prodotti idraulici altamente specializzati. Non era una cosa in cui aveva ricevuto una preparazione formale; non era nemmeno un campo in cui aveva mai veramente pensato di lavorare. Gli si era offerta l’opportunità di entrare in quel campo e ricevere una preparazione adeguata, così ha fatto un passo di fede e ha avuto un ottimo successo.

A un altro hanno offerto un lavoro come sviluppatore di siti web. Era un campo in cui si era cimentato un po’, ma di cui conosceva pochissimo. Quando si è reso conto che Dio lo stava guidando in quella direzione, ha preso l’occasione al balzo. Imparando da solo, passo dopo passo, ha realizzato molto più di quanto si fosse aspettato, semplicemente perché era stato disposto a fare quel primo passo.

E tu? È possibile che tu stia limitando la possibilità che Gesù faccia qualcosa di speciale nella tua vita – o perfino qualcosa che vorresti fare ma che non sei sicuro di riuscire a fare – a causa della tua incredulità nel potere di Gesù di operare attraverso di te? Ti sei detto “non posso” così tante volte che hai smesso di credere che potresti anche riuscirci?

Alcuni pensano che sia “umile” avere un’opinione scarsa di sé e delle proprie capacità. Si dicono un sacco di cose orribili, come: “Non sono poi tanto intelligente” o “Quello è un lavoro per persone di talento”. Possiamo trasformarci in veri e propri autolesionisti con questo pensar male di noi stessi e con la nostra incredulità.

Dio ha dei piani per ognuno di noi. Non è una cosa di cui dubitare. Forse quello che ha progettato per te è diverso da quello che ti aspetti, ma se gli permetti di usarti, Lui lo farà. Non scoprirai mai il suo piano, però, finché non sarai disposto a fare quel passo di fede.

Primo Corinzi 9,24 ci dice di correre in maniera da vincere il premio. Un corridore olimpionico non si presenta a una gara pensando che forse potrà vincere. Certamente non ci va pensando che non riuscirà a vincere. Si propone di vincere e corre come se quella medaglia fosse già sua.

Se sai che Dio si aspetta molto da te, puoi cominciare anche tu ad aspettarti molto da te stesso. Fai quel primo passo che t’intimorisce, poi continua a correre. —Marie Story [6]

Pubblicato sull’Ancora in inglese il 10 ottobre 2017.


[1] Salmi 139,14.

[2] Filippesi 1,6.

[3] https://just1thing.com/podcast/2013/11/30/are-you-a-mud-viewer-or-a-star-gazer.html.

[4] Matteo 13,58.

[5] Matteo 13,55.

[6] https://just1thing.com/podcast/2012/4/12/god-believes-in-you-why-shouldnt-you.html.

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